Fabio Benelli è un biologo marino, filmmaker e subacqueo. La sua passione e conoscenza del mondo sottomarino lo rendono un professionista completo e originale. Lo abbiamo incontrato in occasione di Eudi, dove la sua energia e la sua competenza ci hanno immediatamente colpito.
Fabio collabora con Mete Subacque, un tour operator specializzato in viaggi subacquei, per cui ha prodotto diversi video e reportage e con cui organizza viaggi subacquei in tutto il mondo.
Ringraziamo Fabio per questa intervista.
Fabio parlaci di te, come è nato l’amore per il mare e i suoi abitanti?
Diciamo che più che l’amore per il mare è nato prima l’amore per l’acqua. Strano a dirsi per uno che è cresciuto in mezzo alle campagne dell’Emilia ma i miei primi ricordi sono legati al fiume Po, sulle cui rive trascorrevo molto tempo con mio nonno.
L’ambiente in cui sono cresciuto ha sviluppato in me una naturale attrazione verso la vita all’aria aperta, sicuramente stimolata dai miei genitori che fin da bambino mi hanno fatto trascorre parecchio tempo sia in montagna che al mare, forse è in quella fase della mia vita che è stato piantato il seme di quella che sarebbe poi diventata la mia passione parecchi anni dopo.
Durante il primo anno di Università il mare ha iniziato a esercitare in me un’attrazione che non saprei spiegare, ed è in quell’anno che per una serie abbastanza casuale di eventi ho provato per la prima volta l’emozione di respirare sott’acqua e da li ho capito cosa avrei veramente voluto fare nella mia vita.
Immaginiamo che La tua conoscenza della biologia marina influenzi il modo in cui riprendi il mondo subacqueo, raccontaci come:
Sicuramente il mio background influenza ciò che mi piace riprendere sott’acqua e devo ammettere che in alcuni lavori che ho svolto mi è stato utile, a partire dal conoscere le specie che dovevo riprendere ma soprattutto in fase di montaggio. Ultimamente mi è capitato spesso di produrre video per progetti scientifici, e conoscere i temi di cui si stava parlando, mi è stato di grande aiuto per ordinare le immagini e dare il taglio giusto a quello che stavo producendo.
Tuttavia, l’ambiente marino è estremamente complesso ed è praticamente impossibile conoscerne ogni suo aspetto. Il mio lavoro, spesso parte a monte, che sia per un progetto personale o per un cliente cerco sempre di documentarmi, attraverso riviste scientifiche e di settore, sull’ambiente in cui mi immergerò, quali sono i comportamenti degli animali che voglio riprendere, qual è il loro habitat e che storia voglio raccontare.
Infine, credo sia fondamentale per la riuscita di un progetto, appoggiarsi a persone che conoscono bene l’ambiente e gli animali che vogliamo riprendere.
I tuoi video possono contribuire a migliorare la consapevolezza delle persone sull’ambiente marino e sulla sua importanza?
Assolutamente, credo che i video come le foto in modi diversi siano uno degli strumenti più potenti per avvicinare le persone all’ambiente marino. Purtroppo solo una piccolissima parte della popolazione ha la possibilità di entrare in contatto con questo ambiente e una percentuale ancora minore avrà la possibilità in futuro di vedere dal vivo uno squalo, una scogliera corallina, una foresta di gorgonie.
Ogni giorno abbiamo sotto agli occhi la prova tangibile che sempre più ecosistemi marini stanno soffrendo e tante specie stanno scomparendo, molte ancora prima di poter essere scoperte. L’equilibrio del nostro pianeta dipende dalla salute degli oceani e, nonostante ormai tutti i media ne parlino tanto, credo che ancora questa consapevolezza non faccia parte della coscienza collettiva.
La mia speranza è che attraverso le mie immagini le persone possano avvicinarsi all’ambiente marino, che si possano innamorare degli animali e delle piante che lo popolano e che in un qualche modo alla fine sentano il bisogno di proteggerlo.
Ci puoi parlare della tua collaborazione con Mete Subacque e dei progetti su cui avete lavorato insieme?
La collaborazione con Mete Subacque è nata ad aprile dell’anno scorso quando un collega fotografo ha organizzato una crociera fotografica alle Maldive e mi ha coinvolto per produrre un reportage video per pubblicizzare il viaggio. Da lì questa collaborazione non si è più fermata. Ricollegandomi a quello che dicevo prima, riguardo alla buona riuscita di un progetto, credo che un altro elemento estremamente importante sia la collaborazione con altri professionisti, è molto difficile riuscire sempre a fare tutto da soli.
Per quanto riguarda la pianificazione di un viaggio, che sia per lavoro o per vacanza, è fondamentale avere alle spalle un tour operator affidabile che sappia organizzarti la logistica, consigliarti quali siano le strutture e gli operatori migliori; poi quando si viaggia, si sa, a volte gli imprevisti possono capitare e appoggiarsi a qualcuno in grado di trovare una soluzione è un aspetto da non sottovalutare. Devo dire che Mete Subacque è davvero impeccabile in ognuno di questi aspetti.
Parlaci del progetto sulle Azzorre a cui hai lavorato con Mete Subacque:
Parlando dei progetti che abbiamo fatto insieme è appena uscito un breve film che ho prodotto durante due viaggi fatti sull’isola di Pico alle Azzorre. È una meta che fino a qualche anno fa era poco pubblicizzata ma sta diventando sempre più popolare per gli incontri unici che si possono fare.
Le Azzorre mi hanno sempre affascinato e lo scorso anno ho deciso di visitarle, appoggiandomi all’operatore locale CW Azores con l’idea di produrre un video per questa destinazione, in particolare per l’isola di Pico.
Durante la permanenza su quest’isola mi sono reso conto che è un luogo dove la natura regna ancora incontrastata e i suoi abitanti hanno deciso di vivere assecondando i suoi ritmi. Per non parlare del fascino di immergersi letteralmente nel mezzo dell’Oceano Atlantico senza sapere quale incontro mozzafiato ti attenda.
Quando quest’anno, sempre con Mete Subacque, ho avuto l’occasione di organizzare un altro viaggio alle Azzorre, e tornare su quest’isola, non ci ho pensato due volte. Non voglio dilungarmi oltre, lascio che siano le immagini a parlare se avrete voglia di vedere il cortometraggio.
Fabio Benelli, video documentario: la montagna delle balene
Puoi condividere una tua esperienza particolarmente memorabile o inaspettata che hai vissuto durante un’immersione?
Credo che ogni volta che ho la possibilità di immergermi ed entrare in sintonia con quest’ambiente così fragile che non dobbiamo dare per scontato sia un’esperienza memorabile. Tuttavia, le esperienze che mi rimangono sempre più impresse sono tutte le prime volte: la prima volta che mi sono immerso in un reef tropicale, il mio primo squalo, i miei primi delfini… ma forse le due immersioni che mi sono rimaste più nel cuore negli ultimi anni sono qui in Mediterraneo.
Qualche anno fa stavo partecipando a un corso e durante una delle immersioni siamo arrivati su una foresta di Savalia savaglia a 60 m, già di per sé quella è stata un’emozione incredibile, le condizioni erano perfette con una visibilità fantastica, ma non dimenticherò mai il pesce San Pietro fermo immobile che ci guardava e che è rimasto per tutta la nostra permanenza sul fondo; d’altronde come smentirsi era il mio primo pesce San Pietro non ne avevo mai visto uno.
Mentre la seconda più recente è stata durante un’immersione di lavoro, stavo producendo un video per un ente in Liguria. Quel giorno stavo facendo riprese in un sito nel quale ero già stato ma avevo deciso di esplorare una parte nuova alla ricerca di Parmuricee, ero quasi alla fine del tempo di fondo, dopo pochi minuti sarei dovuto risalire per effettuare la decompressione pianificata, quando sono finito in uno dei posti più belli in cui sia mai stato, una foresta di gorgonie così densa da non vedere il fondo nella quale convivevano almeno cinque specie diverse, non credevo ai miei occhi.
Riesci a darci qualche consiglio su come prepararsi tecnicamente e organizzare l’attrezzatura video durante un viaggio?
La preparazione di un viaggio soprattutto quando si ha la necessità di portare tanta attrezzatura è piuttosto complessa. Se devo essere sincero non ho ancora trovato un modo ottimale per organizzare l’attrezzatura video. L’ideale sarebbe trovare un’assicurazione che copra il valore dell’attrezzatura e imbarcare tutto acquistando dei bagli extra dalla compagnia aerea, so che all’estero esistono assicurazioni che coprono anche l’attrezzatura fotografica ma in Italia non sono ancora riuscito a trovarne una.
Normalmente cerco sempre di portarmi le cose più delicate: corpi macchina, lenti e ovviamente tutte le batterie nel bagaglio a mano e il resto lo imbarco nei bagagli in stiva. Ultimamente mi sono portato insieme al baglio a mano anche lo scafandro a tracolla ma credo che sia una soluzione piuttosto scomoda, quindi la mia ricerca di una compagnia assicurativa che assicuri l’attrezzatura continua.
Quale animale vorresti filmare che non hai ancora incontrato?
Uno dei miei più grandi sogni è sempre stato quello di nuotare con megattere e capodogli. Parlando invece di cose che non si muovono credo che l’ambiente mesofotico Mediterraneo sia uno degli ambienti marini più affascinanti al mondo e potermi immergere e vedere dal vivo una foresta di corallo nero credo sia una delle mie massime aspirazioni a livello subacqueo. Sto lavorando su entrambi i fronti e spero nei prossimi anni di potervi raccontare anche queste esperienze.
Siamo sicuri che sentiremo parlare spesso di Fabio e non vediamo l’ora di vedere i suoi prossimi lavori.