Marausa, Sicilia – Nei fondali marini di Marausa, nei pressi di Misiliscemi, a pochi chilometri da Trapani, è emerso un autentico tesoro storico: una nave romana del III secolo d.C. Il recupero di questo relitto ha recentemente catturato l’attenzione del mondo dell’archeologia subacquea. L’imbarcazione, nonostante sia rimasta immersa per 1800 anni è ancora in ottime condizioni.
I lavori di scavo sono stati completati e hanno preso il via i lavori di recupero del relitto rinvenuto nel 2020.
Marausa, un relitto dalla storia millenaria
Questa nave romana, naufragata a circa 100 metri dalla riva si trova a soli 2 metri di profondità, è stata ritrovata in ottime condizioni. Il suo carico comprende contenitori da trasporto e una vasta varietà di oggetti preziosi, tra cui numerose anfore. Questi reperti sono già stati trasferiti presso il Museo archeologico Baglio Anselmi di Marsala, dove verranno sottoposti al trattamento conservativo.
Dopo la fase di scavo, documentazione e il recupero del carico, è iniziata la delicata procedura di messa in sicurezza del relitto. Questa fase ha richiesto il coordinamento di archeologi e tecnici subacquei, con l’obiettivo di preservare l’integrità dell’imbarcazione. Grazie all’uso di reti, tessuti e strutture metalliche appositamente costruite sul posto, la nave è stata sollevata e portata a terra.
Un’operazione complessa e rivoluzionaria
L’assessore ai Beni culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato, ha commentato l’importanza di questa straordinaria operazione. Ha affermato: “Il team di archeologi e tecnici subacquei, coordinati dalla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, ha progettato e diretto l’intera operazione di recupero che rappresenta un evento di straordinaria importanza. Per la prima volta in Sicilia viene effettuata un’operazione complessa e delicata che ha consentito il trasporto via mare senza intaccare la struttura originaria dell’imbarcazione.”
Il futuro del “Marausa 2”
Il relitto, noto come “Marausa 2,” sarà ora trasferito al Museo Baglio Anselmi, dove sarà immerso in una piscina con acqua dolce. Qui, verrà sottoposto a processi di desalinizzazione e successivi trattamenti conservativi di consolidamento e restauro. Alla fine, la nave verrà preparata per il museo con il suo carico, offrendo ai visitatori l’opportunità di esplorare il passato marittimo di Sicilia.
Il Marausa 2 getta luce sugli scambi commerciali tra Roma e le province africane
La scoperta del “Marausa 2” getta nuova luce sulla storia del commercio tra Roma e le province dell’Africa settentrionale. Le anfore recuperate da questa nave contenevano verosimilmente vino, olio d’oliva e altri generi alimentari. I vari elementi recuperati sono testimonianza archeologica che ci aiuta a comprendere meglio la rete commerciale dell’antica Roma.
Il “Marausa 2” è destinato a diventare un importante pezzo del puzzle storico della Sicilia, una testimonianza tangibile della sua ricca storia marittima. Stiamo a vedere come questa scoperta si tradurrà in studi e ricerche, che ci permetteranno di svelare ulteriori segreti del passato.
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