Autore: Claudio Di Manao
Sharm el Sheikh, 10 dicembre 2003, Ristorante El Fanar. Umberto Pelizzari s’è appena fatto undici ore in acqua. Lui è visibilmente stanco, ed io visibilmente nervoso. Siamo nel mezzo della serata forse più attesa dell’anno: Umberto stasera sta presentando i suoi nuovi video sulle sue imprese e sulla ricerca scientifica della sua Apnea Academy, ed anche ‘Spiegami il Mare’ il film vincitore del Festival d’Antibes, girato qui a Sharm da Melchiore e Casarotti. Lui trova molto volentieri un po’ di tempo per me e ci sediamo ad un tavolo.
Chi è Umberto Pelizzari? Una leggenda della subacquea mondiale: ventinove record mondiali d’apnea abbattuti, tre record nelle tre più importanti specialità ottenuti nel 2001, cardine del programma scientifico "Sai perché" ogni mercoledì su Rete 4, una popolare rete italiana TV. Vederlo muoversi in acqua è uno spettacolo indimenticabile. Per tutti noi quaggiù è un punto di riferimento. Adesso è seduto davanti a me in felpa e scarpe da ginnastica, ed è davvero gentile e disinvolto come dicono, un idolo senza divismi, con sorprendenti facilità e padronanza di linguaggio.
Umberto, ti porto i saluti della redazione di www.goredsea.com e della comunità subacquea del Mar Rosso. Com’è andata oggi?
Grazie, saluto tutti anch’io. Sono qui a Sharm con Apnea Academy ed abbiamo appena finito un corso d’apnea al quale hanno partecipato allievi da 15 paesi diversi. Fra qualche giorno tornerò in Italia a S. Teresa dove gestisco il No Limits Diving Center Mediterraneo.
Cos’è Apnea Academy?
Apnea Academy nasce come scuola, non come federazione, con l’intento preciso di abbracciare tutte le possibilità ai vari livelli per consentire ad un gran numero di persone di avvicinarsi in perfetta sicurezza, ed in armonia con l’ambiente marino, all’apnea. Lo snorkeling, per esempio, è il primo passo per apprezzare il meglio che il mare ci offre, la migliore introduzione all’apnea. Il nostro manuale ha già venduto 25.000 copie e formiamo continuamente istruttori ed allievi. Con Renzo Mazzari si è insistito su di un approccio medico alla questione. Siamo già a 5000 allievi. Spero di ottenere da Apnea Academy le stesse soddisfazioni che ho già avuto e che tutti conoscete.
Hai detto di esserti ritirato perché con 3 record in tasca (discesa in assetto costante, variabile e variabile no-limits) nello stesso anno, era il momento giusto. Tra l’aver dato il massimo, forse sapendo di non poter dare di più, ed il dedicarsi alla ricerca, all’insegnamento ed alla televisione, cosa ha influito di più su questa scelta?
Penso che ogni persona dovrebbe porsi degli obiettivi nella vita. Il mio era quello di battere tre record insieme, e poi decidere di mia spontanea volontà di ritirarmi per partecipare ad altre attività. Credo d’aver raggiunto il massimo già nel 1999, quando volevo fare 3 record mondiali, ma poi c’è stato il film di mezzo (Ocean Men) ed il tutto è stato rinviato al 2001. Gare ed insegnamento sono due cose diverse. La prima comporta essere in acqua per 8/10 ore al giorno, e questo è avvenuto per 12 anni. La cosa che più ti manca, quando smetti, è l’adrenalina, con la quale impari a convivere giorno dopo giorno, anche 10 mesi all’anno& nel momento in cui smetti devi sostituirla con altre cose, altrimenti senti di non avere più motivi importanti. Per me ci sono stati l’insegnamento, la ricerca e la televisione: il massimo per un atleta è diventare uno sponsor del proprio sport. Smettere con le gare è difficile, ma un momento importante per un atleta.
Si dice che ci siano due categorie di uomini, quelli destinati ad arrivare lontano e quelli destinati a trasmettere la loro conoscenza. Tu come ti collochi tra queste due categorie?
Beh, cominciamo col dire che io e Pipin continuiamo ad essere i più popolari, ed i più seguiti. In noi si è perpetrato quel dualismo storico nato tra Majorca e Mayol già espresso anni fa nel film ‘Le Grand Bleu’. Io ero un allievo di Mayol, Pipin era un allievo di Majorca. L’immagine mia e di Pipin nasce dall’antagonismo reciproco che spinse i fans a schierarsi. Questo ci ha reso capaci di portare un messaggio ad un maggior numero di persone. Oggi ci sono nel mondo 200 atleti in grado di battere record, ma ognuno di loro rivolto ad una specialità, e solo a quella. Noi eravamo atleti a tutto campo. Adesso sto cercando, utilizzando questa popolarità ed i successi ottenuti, di dare il massimo affinché l’apnea sia divulgata e diffusa ancora di più tra la gente.
Nel tuo record di profondità assoluto no-limits (-150m) hai mollato il pallone da -60 metri e nel video sembri risalire quasi danzando, felice del risultato in tasca. Qui gli istruttori hanno ipotizzato che lo hai fatto per scongiurare la sincope.
Niente di tutto ciò, era un problema di blood-shift, di dare cioè tempo al sangue, che durante l’apnea profonda si concentra nei polmoni, di rifluire verso estremità. In fondo non è stata un impresa così difficile. Le discese no-limits le ho sempre tentate dopo le costanti. Chi è pronto per la costante è pronto per il no-limits, mai viceversa. La vera sfida è la discesa in assetto costante.
Ti sei allenato anche con l’Egyptian Free Diving Team, cosa ricordi di quell’esperienza?
E’ stato ad Hurghada nel 2001, io ero con la squadra italiana, le condizioni erano ottime, tra marzo ed aprile. E’ stata un’ottima esperienza, erano tutti dei bravi apneisti, con Yahia Safwat il caposquadra siamo rimasti amici. L’incontro ci ha portato fortuna, quell’anno ai mondiali ad Ibiza ci qualificammo primi.
Al di là delle acque limpide e dei pesci colorati, cosa ti ha fatto scegliere il Mar Rosso come location per i tuoi corsi?
Io sento che il Mediterraneo è il mio mare, qualcosa che mi appartiene. Ma subito dopo c’è il Mar Rosso. Il Mar Rosso, come il Mediterraneo, è un mare che si muove, che si raffredda, c’è l’onda e la temperatura che cambia. Un mare fermo che non si raffredda mai è una laguna, per noi italiani. Il Mar Rosso ha dei reef bellissimi, presenta delle condizioni ottimali per quanto riguarda la distanza dall’Europa, la temperatura e la possibilità di trovare punti a ridosso dalla corrente, fattore davvero importante. Alle Maldive per esempio, non trovi queste condizioni.
Che tecniche usi per rilassarti prima dell’immersione?
Uso, prese da varie discipline, tecniche essenzialmente di respirazione, e di controllo del battito cardiaco. Yoga e training autogeno sono su questa lunghezza d’onda, mettono l’ accento sulle sensazioni del corpo e sul rilassamento.
Dopo il tuo record no limits ti sei detto convinto che i tuoi battiti erano scesi a 7-8 pulsazioni al minuto, molti medici sostenevano che era impossibile, ma purtroppo due anni fa non c’erano strumenti adatti per misurare il battito a quella profondità. Sai se nel frattempo ne hanno inventato uno?
Ancora no, ma adesso ci sono medici pronti a sostenere che questo è possibile. Comunque il CNR sta progettando un apparecchio per ecografie capace di sopportare i 40 metri. Se riescono a fare quello…
Che programmi ha Umberto Pelizzari per l’Egitto?
Siamo presenti a Sharm el Sheikh due volte l’anno ed Apnea Academy Egitto è nei nostri programmi, in collaborazione con Fabio Brucini, del Freestyle Watersports, che ne diventerà presidente. Gli allenamenti avvengono in vari punti, tra i quali c’è anche il Coral Bay. L’apnea Academy Egitto è un’idea che si sta sviluppando per consentire gli allenamenti durante tutto l’anno, soprattutto agli gli abitanti di paesi freddi. Sharm el Sheikh è senza dubbio un punto d’incontro mondiale per persone di diverse nazionalità, e spero diventi meta di gare internazionali perché senza il limite delle condizioni ambientali. Apnea Academy è oggi il massimo riferimento per questa disciplina ed il Mar Rosso è una ottima base per internazionalizzare ancora di più questa passione.
Siamo all’ultima domanda: scusami, ma le ragazze qui si stanno tutte chiedendo la stessa cosa: sei fidanzato?
Si – ride.
L’intervista finisce qui. La domanda che tutti noi vorremmo fargli non gliel’ho posta, perche’ Umberto ci ha già risposto, dal suo sito web:
"Da 0 a 100 metri e poi ancora più giù, a precipizio negli abissi: le pulsazioni rallentano, il corpo svanisce, ogni sensazione galleggia dentro nuove forme. Resta soltanto l’anima. Un lungo tuffo nell’anima che sembra assorbire l’universo. Ogni volta risalire è una scelta: sono io che torno a riappropriarmi della mia dimensione umana, metro dopo metro, per venire di nuovo alla luce. Spesso mi chiedono cosa c’è da vedere laggiù. Forse l’unica risposta possibile è che non si scende in apnea per vedere, ma per guardarsi dentro. Negli abissi cerco il mio io. E’ un’esperienza mistica, ai confini col divino. Sono immensamente solo con me stesso, ma è come se mi portassi dentro tutta l’essenza dell’umanità. E’ il mio essere umano che supera il limite, che si cerca fondendosi col mare, che si immerge in se stesso e si ritrova."
Pubblicato su www.goredsea.com
Se volete scoprire qualcosa di più su Sharm, non perdetevi l’opera di Claudio…
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