Potrei scrivere un libro sulle emozioni che ho provato nella mia vita nel praticare l’attività subacquea sia in apnea che con autorespiratore, scatenate sempre da una innata curiosità, da un’amore incondizionato per la natura, dal senso di quiete che solo il mare sa regalarmi e da uno smisurato piacere di esplorare gli oceani.
Le perle del Mar Rosso
Uno dei miei itinerari preferiti contempla tre perle incastonate nell’azzurro sconfinato di un mare che non smette di stupire e meravigliare, riservando continue sorprese e immersioni da sogno. Questo è il mare delle Brother’s, che insieme a Daedalus e Elphinstone rappresenta il top delle destinazioni a livello mondiale, con le ineguagliabili barriere coralline ricchissime di ogni forma di vita e di colore. Ovunque è un tripudio di alcionari rosa, rossi, viola, bianchi, gialli, pareti che si inabissano a profondità da brivido, foreste di gorgonie come quelle di Little Brother, Daedalus ed Elphinstone.
Benvenuti nel regno delle emozioni
A El Akawein, I Fratelli n-ella lingua locale, le sensazioni e le emozioni si sprecano. Arrivare quaggiù non è roba da ragazzi, perché sette-otto ore di navigazione dalla costa possono non sembrare eccessive ma quando il vento impera e il mare si gonfia allora è tutt’altra storia. Siete preparati a saltare sul gommone dallo specchio di poppa, centrando il momento di stallo fra un’onda e l’altra? Imbattervi spesso con una corrente che ingigantisce le distanze e fa divorare la scorta d’aria, per raggiungere il drop-off dove ci attendono probabili incontri mozzafiato? Se tutto ciò vi spaventa o non vi sentite idonei è meglio attendere in barca la clemenza del tempo, viceversa è giunto il momento di sfruttare appieno la vostra preparazione e da adesso le Brother’s vi danno il benvenuto nel regno delle emozioni.
Nel mio caso tali emozioni si sono trasformate nel corso degli anni in vera dipendenza e così, a un anno esatto di distanza e in piena “crisi d’astinenza”, riparto per la terza volta per ripercorrere nuovamente questo straordinario itinerario a bordo di Aldebaran, l’elegante M/Y di 36 metri che ci attende borbottando nelle placide acque di Porto Galib.
Check Dive
Togliamo gli ormeggi l’indomani mattina diretti a Sha’Ab Marsa Alam per la check dive di ambientamento, una rilassante immersione intorno a -15 mt dominata da un fondale sabbioso intervallato da colorati pinnacoli di roccia popolati da tante specie endemiche. Sono previsiti altri due tuffi a Elphistone, un reef divenuto leggenda nel mondo delle immersioni in acque Egiziane, caratterizzato da una barriera corallina assolutamente integra e rigogliosa. Rientriamo a Marsa Galib per la cena e a tarda sera finalmente Aldebaran volge la prua a Nord, con onde al traverso che penalizzeranno l’intera navigazione durata oltre 7 ore.
Big Brother e i suoi relitti
All’ arrivo le Brothers ci accolgono puntualmente con vento teso e mare mosso, provocando da subito alcune defaiances con attacchi di nausea e mal di mare, quasi a ribadire che qui non si scherza e che da adesso il gioco inizia a farsi impegnativo. Ancoriamo ridossati a Big Brothers, l’isola più grande che garantisce maggiore protezione dai marosi e contraddistinta da un vecchio faro che svetta fino a 40 mt. di altezza. Da quassù la visione è fantastica, l’isola assomiglia a una gigantesca nave in assetto di navigazione con la prua che si frange contro onde poderose e ovunque un mare sconfinato che si perde nell’azzurro del cielo, sotto il quale si celano preziosi tesori in attesa soltanto di essere scoperti.
Esploriamo quasi l’intero periplo dell’isola compresi i relitti dell’Aida e del Numidia, quest’ultimo certamente fra i più bei relitti del Mar Rosso, trasformato in un enorme giardino di corallo che dalla poppa a -70 mt sale fino in superficie in prossimità del reef. Ho un debole per questa nave a vapore datata 1901, il cui destino beffardo ne provocò l’affondamento al suo secondo viaggio mentre era diretta a Calcutta, forse a causa di un errore di manovra.
C’è una sorta di rituale quando mi immergo sul Numidia. Dopo la capovolta dal gommone mi dirigo verso la poppa e mi fermo a una cinquantina di metri. Appoggio la custodia e mi soffermo, in totale solitudine, a osservare il profilo maestoso dell’intero bastimento che dal blu cupo svetta fino alla superficie. Non c’è uno spazio che non sia invaso da colonie di organismi, dalle forme bizzarre e dai colori sgargianti che esplodono in tutta la loro cromaticità quando sono raggiunti dalla luce.
Punta Sud di Big Brother
Nel pomeriggio ci immergiamo a Punta Sud di Big Brother. Si scende a ridosso del reef, seguendo la parete caratterizzata da un susseguirsi di piccoli plateau madreporici in cui abbondano alcionari di mille forme e colori e tanto pesce di barriera insieme a qualche esemplare imponente di Napoleone e, intorno ai -35, una gorgonia gigantesca protrae i suoi rami nella corrente come una gigantesca mano. Nel blu si scorgono carangidi e barracuda, qualche tonno saetta velocissimo avvicinandosi incuriosito, mentre un paio di grigi se ne stanno indisturbati più in la a distanza di sicurezza.
Little Brother
Ci spostiamo a Little Brothers, un minuscolo lembo di terra arsa dal sole ma caratterizzato da un ambiente marino straordinario, forse fra i più belli al mondo. Le pareti che strapiombano nel blu, i soft coral ovunque, le foreste di gorgonie gigantesche, gli enormi rami di corallo nero, i grandi ombrelli di acropora e le svariate specie di madrepore che occupano ogni centimetro di roccia, generano nell’insieme una miscela di emozioni che inebriano i sensi. Per non parlare dei suoi abitanti, dalle minute e brulicanti castagnole rosse, alle tante specie di berriera come i pesci chirurgo, pagliaccio, balestra, sergente, murene, razze e tanto altro ancora. Lo spettacolo continua con l’elegante volteggio delle mante, gli argentei caroselli di barracuda e carangi, i guizzi veloci dei tonni, l’inconfondibile silhouette del delfino, e infine sua maestà lo squalo. Volpe, grigio, seta, longimanus e martello si possono avvistare con una certa frequenza mentre è più sporadica ma non impossibile la presenza del tigre e del balena.
Daedalus Reef
Si potrebbe restare alle Brothers per settimane, ma la tirannia del tempo non perdona. Si parte quindi per Daedalus, un magnifico atollo nato sul cratere di un vulcano sommerso e sul quale è stato eretto un faro presidiato dai militari. Ancoriamo in prossimità della banchina di accesso al faro, e dal ponte superiore della barca la scenografia è di quelle che tolgono il fiato, dominata dal mare cristallino che si perde nell’orizzonte tinto di rosa, dal faro che svetta dinanzi prepotente e da due Longimanus che ci danno il benvenuto gironzolando tranquilli, si fa per dire, tra le barche presenti sul posto.
Daedalus è soprattutto il regno degli squali martello e i suoi fondali sono estremamente interessanti in qualsiasi versante ci si immerga. Bellissime pareti che scendono a precipizio tappezzate da alcionari variopinti che abbondano ovunque, grandi ventagli di gorgonie che alle quote più profonde raggiungono dimensioni esagerate, molto pesce stanziale e tanto pelagico, con una presenza costante di barracuda e carangidi in primo luogo.
Il tuffo di inizio è sulla punta Nord, dove la corrente è più frequente. Ci scostiamo dal reef e planiamo nel blu fino a -40mt dove un martello si materializza velocemente dal fondo, seguito ben presto da altri esemplari che improvvisano un carosello di risalite e improvvise puntate più profonde.
L’ eccezionalità di Daedalus è data non solo dalla presenza regolare degli squali martello, ma anche per il costante passaggio dei Longimanus, dei quali occorre non sottovalutarne l’indole particolarmente curiosa e a volte aggressiva.
Emozioni a non finire per questo indimenticabile viaggio ormai giunto al termine, ma prima che Aldebaran rientri a terra ci attendono le ultime due discese sul plateau nord di Elphinstone dove, nonostante la massiccia presenza di subacquei, ogni incontro è ancora possibile.