Autore: Gianluca Casati
Classificazione
La
famiglia Acanthuridae appartiene al sottordine Acanthuridei
dell’ordine Perciformes.
Talvolta la famiglia Zanclidae
viene classificata come sottofamiglia della famiglia
Acanthuridae.
Acanthurus lineatus (Foto Roberto Sozzani)
La famiglia
Acanthuridae si suddivide nei seguenti generi: Acanthurus,
Ctenochaetus, Paracanthurus, Zebrosoma, Naso e Prionurus. i primi 4
raggruppano i pesci chirurgo veri e propri, quelli muniti di aculeo mobile; gli
ultimi 2 sono caratterizzati dai pesci dotati di aculei o spine
immobili.
Nota * I 4 generi classificati come pesci chirurgo
sono muniti di aculeo mobile; quelli che non rientrano in questa classificazione
sono dotati di spine immobili.
Ordine
|
Perciformes
|
|
Sottordine
|
Acanthuroidei
|
|
Famiglie
|
|
Acanthuridae
|
Zanclidae
|
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Generi
|
N.specie
|
Acanthurus *
|
34
|
Ctenochaetus *
|
6
|
Naso
|
circa 17
|
Paracanthurus *
|
1
|
Prionurus
|
–
|
Zebrasoma *
|
–
|
Area di diffusione
La maggior parte delle specie di questa
famiglia prolifera nei fondali tropicali dell’Oceano Indiano e del
Pacifico.
Vivono, in esigue quantità, nelle zone tropicali dell’Oceano
Atlantico e del Mar dei Caraibi.
Caratteristiche fisiche
Gli
Acanturidi sono muniti di aculei affilati racchiusi in un solco, ai due
lati del peduncolo caudale.
Quando queste lamette sono alzate, costituiscono
un valido strumento di offesa e difesa, rendendo particolarmente pericolosi gli
attacchi laterali eseguiti con la coda. Data la forma acuminata di questi
aculei, gli Acanturidi sono denominati anche pesci chirurgo.
Tramite
le pinne pettorali, eseguono movimenti natatori di natura ondeggiante, a volte
possono raggiungere un’elevata velocità. Questi arti vengono usati per pulire
gli occhi e addirittura il capo, caratteristica ravvisabile anche in altri pesci
come i Labridi e alcune specie della famiglia Nemipteridae.
Per
muoversi in determinate direzioni, gli Acanturidi impiegano la pinna
caudale come se fosse un timone.
Biotopo
Gli Acanturidi vivono nella
barriera corallina, talvolta in corrispondenza di zone di risacca e di forti
correnti.
Alcune specie sono rintracciabili, seppur in quantità minime, a
grande distanza dal reef.
Comportamento in natura
Di
norma, vivono in grandi branchi in cui si consumano innumerevoli scaramucce di
natura perlopiù intimidatoria: quando 2 esemplari entrano in stretto contatto,
tendono ad abbozzare degli attacchi, senza però toccarsi.
In genere, questo
comportamento è sufficiente ad allontanare i 2 contendenti senza conseguenze
dannose per entrambi.
Pertanto gli esemplari di questa famiglia sono da
considerarsi relativamente pacifici.
Acanthurus blochii (Foto Roberto
Sozzani)
Alimentazione
In età adulta gli
Acanturidi si nutrono prevalentemente di alghe, e gradiscono, talvolta,
crostacei e organismi di vario tipo.
La loro particolare conformazione
dentale, a forma di spatola seghettata, permette ad essi di tagliuzzare anche i
campioni vegetali più piccoli.
Grazie ad una tonaca muscolare spessa situata
nello stomaco, alcune specie possono inghiottire sostanze dure e sabbia, utili
per macinare le dure pareti cellulari delle alghe e rendere la digestione più
agevole.
Viceversa, le specie che non sono dotate di tonaca muscolare
robusta, evitano l’ingestione delle sostanze succitate.
Comune a tutti gli
Acanturidi, è un apparato intestinale di forma allungata, così formato
per favorirne l’assimilazione di sostanze
vegetali.
Particolarità
In alcune specie di
Acanturidi, il colore dell’aculeo o del solco, in cui è celato, nonché
della pelle circostante varia sensibilmente; questa variazione cromatica
rappresenta per il pesce che ha saggiato la punta dell’aculeo, una sorta di
monito a evitare in futuro ulteriori scontri.
Le specie appartenenti ai
generi Naso e Prionurus sono sprovviste di aculeo, ma ne
compensano la mancanza con la presenza di spine immobili, talvolta
identificabili in piccole formazioni ossee gibbose che riescono, tuttavia, a
danneggiare l’avversario.
Questa differente conformazione anatomica degli
esemplari Naso e Prionurus, è stata sufficiente per alcuni
scienziati che hanno classificato questi ultimi 2 generi in un’unica famiglia
denominata Nasidae, classificazione che è stata prontamente confutata
dalla maggior parte degli esperti di tassonomia.
I generi Acanthurus e
Paracanthurus denotano un elevato grado di vivacità che li induce a
nuotare molto rapidamente e a muoversi con disinvoltura tra ostacoli di varia
natura.
Gli esemplari del genere Zebrosoma e Ctenochaetus
effettuano, al contrario, con movimenti più calmi e tendono a districarsi tra i
coralli con maggiore prudenza.
I pesci del genere Naso vivono nelle
acque sovrastanti le barriere coralline e, nuotando lentamente, compiono
movimenti più compassati rispetto alle specie Acanthurus e
Paracanthurus.
Acanthurus coeruleus (Foto Roberto
Sozzani)
Riproduzione
Durante il periodo della
riproduzione, formano grossi branchi che nuotano compatti in modo frenetico,
finché al tramonto, gruppi sparuti di pesci abbandonano il branco per dirigersi
verso la superficie, dove espellono le uova e lo sperma.
L’espulsione delle
uova e dello sperma è probabilmente facilitata dalla diminuzione della pressione
all’interno della vescica natatoria, quest’ultima operazione resa possibile dal
moto rapido verso la superficie.
Le uova galleggiano sulla superficie marina
con l’ausilio di una particolare goccia oleosa e in poco tempo si schiudono
rivelando le larve.
Il tempo di sviluppo di queste ultime è di 26 ore e si
manifesta in varie fasi: inizialmente la larva, lunga appena 2 mm, trae
sostentamento, per alcuni giorni, dal sacco vitellino, dopodiché evolve al
secondo stadio denominato Acronurus.
Dopo poche settimane, la larva
assume le fattezze di un minuscolo pesciolino, lungo circa 20 mm, che si nutre
principalmente di piccolissimi organismi planctonici.
Anatomicamente
parlando, la larva Acronurus non è munita di squame bensì di listelli
cornei posti verticalmente sui fianchi.
Essa ha un aspetto trasparente e
presenta raggi veleniferi nella prima pinna dorsale, in quella anale, nonché in
quelle pettorali.
Molte specie di Acanturidi (ad esempio,
Acanthurus coeruleus, A. olivaceus e A.pyroferus) hanno una livrea
di colore giallo che muta cromaticamente in modo definitivo quando l’animale
raggiunge una lunghezza di 8 cm.
La radicale differenza d’aspetto tra questi
organismi e gli Acanturidi adulti ha indotto, in passato, gli esperti di
tassonomia a classificare le larve Acronurus in un genere indipendente
denominato con il termine omonimo.
Analogamente, le larve di Naso non
erano associate agli Acanturidi e venivano classificate sotto il nome
Keris.
Specie
Vediamo nel dettaglio le varie specie più note di Acanturidi.
Acanthurus Achilles
Lunghezza
Fino a circa 18 cm.
Biotopo
In prossimità di
forti correnti e zone di risacca e delle barriere
coralline.
Diffusione
Soprattutto attorno agli atolli della zona
tropicale delle Hawaii e, più in generale, nell’Oceano
Pacifico.
Comportamento in natura
Vive in branchi composti da
diverse decine di esemplari.
Particolarità
Gli esemplari più
piccoli (meno di 6 cm di lunghezza) non presentano la tipica macchia rossa dei
pesci adulti.
Acanthurus coeruleus
Lunghezza
La lunghezza massima è di 37 cm.
Diffusione
Nella parte tropicale
occidentale dell’Oceano Atlantico e nel Mar dei Caraibi.
Vengono avvistati
anche attorno alle Bermuda, a Rio de Janeiro e a New York, nel periodo
estivo.
Biotopo
L’habitat naturale di questa specie è la barriera
corallina con alghe e, in generale, le aree caratterizzate da vaste praterie di
alghe.
Comportamento in natura
Tali pesci non hanno sviluppato uno
stomaco predisposto all’ingestione di sostanze solide o mescolate con sabbia,
pertanto si alimentano di alghe e piante marine
tenere.
Particolarità
Esistono differenze cromatiche di livrea in
base all’età degli esemplari: quelli giovani, lunghi fino a circa 10 cm, sono di
colore giallo con una striscia blu nella pinna dorsale e in quella anale; quelli
più piccoli hanno una livrea celeste.
Acanthurus japonicus
Lunghezza
Misura fino a circa 18
cm.
Diffusione
Vivono sicuramente attorno alle isole Riu-Kiu e
nelle acque territoriali delle Filippine.
Biotopo
Come le altre
specie di Acanturidi, essi nuotano nelle zone contrassegnate dalla
barriera corallina.
Comportamento in natura
Gli esemplari di questa
specie nuotano in grossi branchi (composti, massimo, da 60 pesci) e, molto
raramente, in minuscoli gruppi di poche unità.
Occasionalmente tollerano la
presenza di esemplari Acanthurus glaucopareius all’interno del
branco.
Particolarità
Questa specie è particolarmente somigliante a
Acanthurus glaucopareius, e , per questo motivo,in passato, è stato
scambiato per esso.
Acanthurus leucosternon
Lunghezza
Lungo massimo 30 cm.
Diffusione
La specie vive nelle acque
dell’Oceano Indiano e dell’Arcipelago Indo-Australiano.
Biotopo
Gli
esemplari vivono nelle barriere coralline (anche morte) e in zone rocciose dove
la concentrazione di alghe è più intensa.
Comportamento in natura
I
branchi di questa specie sono composti da un minimo di 6 pesci a un massimo di
30.
In genere prediligono acque calme e, nel caso di esemplari giovani,
nuotano in acque bassissime nei pressi della costa, nonché in pozzanghere
lasciate dalla bassa marea.
Analogamente ad altre specie, quali Acanthurus
glaucopareius e Acanthurus japonicus, mantengono una distanza
minima di 40 cm l’uno dall’altro.
Acanthurus lineatus
Lunghezza
Misura circa 20
cm.
Diffusione
Tale specie prolifera nelle acque dell’Oceano
Pacifico e Oceano Indiano.
Biotopo
Gli esemplari vivono nelle
barriere coralline e gradiscono anche le zone di risacca e di forti correnti nei
reef.
Comportamento in natura
Le alghe e gli organismi derivanti da
esse rappresentano il fabbisogno alimentare di questa specie, i cui esemplari
vivono in branchi di una certa grandezza.
Acanthurus sohal
Lunghezza
Lungo fino a circa 40 cm.
Diffusione
E’ presente unicamente nelle acque del Mar
Rosso.
Biotopo
Come gli altri Acanturidi, vive nelle
barriere coralline.
Comportamento in natura
Vive in piccoli gruppi
sopra i grossi coralli a forma d’ombrello, di cui predilige gli esemplari
Acropora corymbosa e Acropora pharaonis e trae sostentamento
dalle alghe.
Naso brevirostris
Lunghezza
Fino a 60 cm.
Diffusione
Mar rosso, Oceano Indiano e
Pacifico.
Biotopo
Barriere coralline e barriere
morte.
Comportamento in natura
Gli esemplari giovani (lunghi circa
15 cm) si nutrono di alghe brucate nelle praterie marine o nei pressi di reef
morti.
Pare che i pesci adulti si nutrano principalmente di zooplancton e
formano grossi branchi che nuotano nelle zone sovrastanti le barriere
coralline.
Naso lituratus
Lunghezza
Fino a 50 cm.
Diffusione
Mar rosso,
Oceano Indiano e Pacifico.
Biotopo
Vive nelle barriere coralline,
perlopiù a grandi profondità, nella zona in alto mare.
Comportamento in
natura
Da quel poco che sappiamo, pare che tali esemplari vivano solitari
oppure in coppia.
E’ stata accertata la presenza di pesci giovani (in gruppi)
nelle acque a bassa profondità, che si nutrono prevalentemente di
alghe.
Zebrasoma flavescens
Lunghezza
Misura appena 18
cm.
Diffusione
Oceano Pacifico, per lo più in corrispondenza delle
isole Hawaii.
Biotopo
Vive nelle barriere coralline in acque non
agitate.
Comportamento in natura
I branchi di questa specie rari,
poiché sono animali solitari o che nuotano in coppia.
Traggono sostentamento
da alghe e alcuni microrganismi (invertebrati).
Paracanthurus hepatus
Lunghezza
fino a circa 18
cm
Diffusione
Oceano Pacifico e
Indiano
Biotopo
Barriere coralline
Comportamento in
natura
Vive anche in grandi branchi composti da centinaia di
esemplari.
Come per la maggior parte degli Acanturidi, le alghe
rappresentano l’obiettivo principale di sussistenza.
Zebrasoma scopas
Lunghezza
fino a 18
cm.
Diffusione
Oceano Pacifico e
Indiano.
Biotopo
Barriere coralline e lagune con coralli
solitari.
Comportamento in natura
Gli esemplari più giovani (lunghi
fino a 12 cm) vivono tendenzialmente in branchi di 20 individui a differenza
degli adulti che prediligono una vita solitaria, in coppia o meno frequentemente
in gruppetti di non oltre 5 unità.
Le alghe sono nel mirino alimentare di
questa specie.
Particolarità
Diversi ittiologi classificano, a
tutt’oggi, Zebrosoma scopas come una varietà di Zebrasoma
flavescens.
Zebrasoma veliferum
Lunghezza
Fino a circa 30
cm.
Diffusione
Mar Rosso, Oceano Indiano e Pacifico.
Biotopo
Vive in barriere coralline.
Comportamento in natura
Vive
prevalentemente solitario: la parola branco non ha alcun significato per questa
specie che solo occasionalmente vive in coppia.
Particolarità
Tale
specie differisce da Zebrasoma desjardinii (Bennett la classifica specie
propria, la cui area di diffusione è nel Mar Rosso e in prossimità di Mauritius
e Zanzibar) per il maggior numero di raggi molli nella pinna dorsale e in quella
anale.
Piccole differenze si possono notare anche nel disegno della livrea,
particolarmente in quella giovanile.
Zebrasoma xanthurum
Lunghezza
Fino a 20 cm.
Diffusione
Mar
Rosso, Golfo di Aden e Sri Lanka (Ceylon).
Biotopo
vive in barriere
coralline, specialmente nelle acque più profonde, verso il mare
aperto.
Comportamento in natura
La ricerca di alghe e piccoli
animali avviene durante il giorno; in questa fase l’esemplare nuota solitario o
in coppia.
Comportamento radicalmente differente quello del tardo pomeriggio:
i pesci si radunano numerosissimi in grossi branchi che stazionano sopra il
reef.
Zebrasoma desjardinii
Lunghezza
Fino a circa 30 cm.
Diffusione
Mar
Rosso.
Biotopo
Vive in barriere coralline.
Comportamento in
natura
Vive prevalentemente solitario: la parola branco non ha alcun
significato per questa specie che solo occasionalmente vive in
coppia.
Ringraziamo Roberto Sozzani per le foto fornite.
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