Autore: Gianluca Casati
Diversi ittiologi raggruppano gli Eleotridae e i Gobidi in un’unica famiglia denominata Gobiidae (divisa in sottofamiglie, quella degli Eleotridae è denominata Eleotrinae).
Per maggiore chiarezza e vista la particolarità di questi pesci preferiamo attenerci alla vecchia suddivisione in 2 famiglie specifiche.
Diffusione
Gli avvistamenti degli esemplari di questa famiglia sono riconducibili per lo più alle acque dell’area Indo-Pacifica, anche se segnalazioni della loro presenza (in particolare riguardanti Nemateleotris magnificus) provengono da zone diverse: Mar Cinese, Australia, Nuova Caledonia e Mauritius, Kenya e coste africane orientali in generale.
Biotopo
Vivono in zone adiacenti, marginali o interne rispetto alla barriera corallina, per lo più in corrispondenza delle coste; alcuni esemplari proliferano in zone lagunari, presso fondi sabbiosi o dove affiorano formazioni coralline solitarie.
Sono presenti in acque salmastre o addirittura in acque dolci.
A seconda della specie vivono a profondità variabili (dai 10 metri di Pt. tricolor ai 30 ed oltre di N. hellfrichi).
Caratteristiche fisiche
Caratteristiche peculiari degli esemplari di questa famiglia sono le 2 distinte pinne dorsali e le pinne ventrali nettamente separate tra esse.
Le affinità con i Gobidi sono veramente notevoli e hanno indotto vari membri della comunità scientifica, come sunnominato, ad accorpare entrambe le famiglie in una classificazione univoca.
Sussistono, tuttavia, delle differenze sostanziali che rendono la classificazione in un’unica famiglia alquanto sommaria: in primo luogo, gli Eleotridi evidenziano l’unione dell’osso pelvico con la cintura scapolare, inoltre quest’ultima presenta lo sviluppo della scapola.
Altra differenza di carattere anatomico consiste nel fatto che le pinne pelviche non sono collegate tra esse e quindi non formano una ventosa, come invece accade per i Gobidi.
Comportamento in natura
Conducono vita solitaria o in coppia e generalmente ubicano i loro nascondigli in gallerie appositamente scavate nei fondali sabbiosi o sotto rocce o diramazioni coralline.
Per rendere questi passaggi sotterranei più stabili possono rinforzarne le fondamenta mediante la collocazione di frammenti di pietre, coralli e conchiglie raccolti nelle adiacenze.
Il loro territorio di caccia è solitamente circoscritto nelle vicinanze dei suddetti rifugi, necessità che si rende tale per approvvigionarsi di cibo più facilmente ma anche al fine di sottrarsi con maggiore efficacia ad eventuali attacchi di predatori.
Alcuni Eleotridi nuotano anche più liberamente, anche se in caso di pericolo non si ritirano nei cunicoli sabbiosi eventualmente scavati ma in tane ricavate nelle ramificazioni coralline.
Determinate specie affrontano le acque libere organizzandosi in branchi più o meno numerosi, tuttavia non si spingono mai a distanze eccessive rispetto ai rifugi di appartenenza.
Nemateleotris decora – Nemateleotris magnifica (foto Roberto Sozzani)
Le specie che si accalcano sul fondo adempiono a cure parentali: il maschio può curare, con o senza l’aiuto della femmina, le uova deposte in piccoli antri marini o sotto le rocce; naturalmente la difesa dei frutti della riproduzione è a dir poco accanita e si manifesta anche all’indirizzo di esemplari costituzionalmente più massicci di loro stessi.
Nonostante si trattino di pesci sostanzialmente tranquilli, non è escluso che esemplari maschi di alcune specie (in particolare Pogonoculius zebra) adottino posizioni tese a scoraggiare eventuali avversari, come nell’occasione in cui innalzano il tentacolo.
Tale operazione viene eseguita anche nel corso di giochi amorosi: il maschio mantiene la suddetta posizione nuotando intorno alla femmina nell’attesa di essere corrisposto.
Il ciclo vitale di questi animali è proporzionale alla dimensione della specie: maggiore è la grandezza di un’esemplare e più è lunga la prospettiva vitale di quest’ultimo; in definitiva, le specie più piccole compiono una parabola evolutiva destinata a interrompersi dopo 1-3 anni, mentre quelle più grosse si rivelano decisamente più longeve.
Alimentazione
Il fabbisogno nutrizionale è garantito da piccoli invertebrati e larve di pesci che cattura nello zooplancton, nel caso delle specie più piccole, nonché pesci di varia natura e crostacei per quanto concerne quelle più voluminose.
Particolarità
Il nome inglese della specie, "Sleepers", potrebbe essere tradotto in italiano "dormiglione"; tale attributo è derivante dal fatto che i loro bulbi oculari sono ricoperti da un velo, come se fossero accecati.
La velatura degli occhi è dovuta alla presenza di cristalli di guanina nella lente dell’occhio (in anatomia tale lente viene definita cristallino).
Nemateleotris
Diffusione
Oceano Indiano e Pacifico.
Breve descrizione
Tale specie è affine a Ptereleotris: il corpo dei Nemateleotridi è di conformazione fusiforme ed il primo raggio della pinna dorsale è caratterizzato da uno sviluppo decisamente prolungato.
La dentatura è piuttosto pronunciata e si sviluppa in un’unica fila disposta su entrambe le mascelle.
Altri particolari identificativi consistono nel capo assolutamente scevro di squame e nell’alto numero di raggi molli (oltre la ventina) presenti nella seconda pinna dorsale e in quella anale.
Nemateleotris magnifica
Lunghezza
Fino ad un massimo di 6 cm.
Diffusione
Risiede in una vasta area che si estende dall’Oceano Indiano (coste africane orientali, Maldive), passando per l’Arcipelago Indo Australiano e il Mar Cinese, fino all’Oceano Pacifico centrale.
Biotopo
Gli esemplari adulti vivono nella barriera corallina a profondità diverse (dai 10 ai 60 metri), mentre quelli giovani possono frequentare zone poco profonde, tra cui secche (rilievi del fondale marino che impediscono o rendono difficoltosa la navigazione).
Caratteristiche fisiche
Analogamente alla specie succitata denota una colorazione dicotomica: la metà anteriore del corpo è decorata da una tonalità giallo-rosa che ingiallisce uniformemente e si costella di piccole macchie in corrispondenza della testa; la metà posteriore è caratterizzata da una serie di sfumature che partono da un tono arancione rosato e si concludono con uno scuro rosso-marrone.
Anche gli arti evidenziano cromatismi d’indubbio impatto visivo: i primi raggi della pinna dorsale anteriore sono gialli e bordati di rosa; la seconda pinna dorsale e quella anale condividono una colorazione gialla alla base, orlata esternamente da una striscia rosso-marrone.
Comportamento in natura
E’ dedito alla scavatura di lunghi tunnel nel fondale sabbioso, che può rinforzare collocandovi frammenti di pietre, coralli e conchiglie.
Cattura cibo nelle acque aperte, principalmente crostacei e avannotti.
Gli esemplari di questa specie vivono solitari o in coppia e da giovani possono radunarsi in piccoli gruppi che nuotano nelle acque di bassa profondità.
In caso di pericolo, non esitano a ritirarsi tempestivamente nei loro nascondigli celati nella sabbia o sotto i coralli.
Particolarità
Gli esemplari provenienti dalle Mauritius sono affetti da un’infezione parassitaria (un crostaceo) che interessa le branchie e, talvolta, è estesa anche sotto l’opercolo branchiale.
Rispetto a N. decora e N. hellfrichi presenta una pinna dorsale dallo sviluppo verticale prolungato.
Nemateleotris decora
Lunghezza
Misura massima di 8 cm.
Diffusione
I luoghi nativi di questa specie sono ubicati nella vasta zona denominata Indo-Pacifica.
Biotopo
Cavità nella barriera corallina.
Caratteristiche fisiche
Analogamente a N. magnifica presenta una colorazione della livrea, ripartita in due parti: la metà anteriore è caratterizzata da una tonalità dorata che diventa violetta sulla sommità del capo e in corrispondenza della superficie dorsale; la metà posteriore è evidenziata da un’uniforme cromatismo grigio-brunastro.
Diverse tinte (nero, viola e rosso) decorano i primi raggi (di forma allungata) della pinna dorsale anteriore, la seconda pinna dorsale, la pinna anale e la pinna caudale (la cui forma ricorda quella di uno strumento musicale, la lira).
Come per altri Nemateleotridi, la conformazione della pinna pelvica è piuttosto allungata.
Comportamento in natura
Vive in acque piuttosto profonde (ad almeno 30 metri) e si trova a proprio agio nei tunnel che scava nel fondale sabbioso e sotto le formazioni coralline.
Quando si nutre, la pinna più grossa sbatte su e giù, in particolar modo quando cattura piccoli crostacei che unitamente a piccole larve di pesci costituiscono la fonte principale d’approvvigionamento alimentare.
Per liberarsi da eventuali parassiti cutanei può ricorrere all’ausilio di determinati gamberetti pulitori, nella fattispecie Lysmata debelius e Lysmata amboinensis.
Nemateleotris hellfrichi
Lunghezza
Misura massima di 8 cm.
Diffusione
L’area di distribuzione di questa specie è circoscritta alla parte centrale dell’Oceano Pacifico (Arcipelago di Tuamotu, Isole della Società e Isola di Palau).
Biotopo
Barriera corallina, in zone piuttosto profonde (sotto i 30 metri).
Comportamento in natura
Vive esclusivamente a grandi profondità, pertanto rappresenta la specie più difficile da catturare del genere Nemateleotris.
E’ dotato di un senso pericolo particolarmente spiccato che gli consente di eclissarsi rapidamente in cavità presenti nelle pietre e nei coralli.
Gli alimenti ambiti da N. hellfrichi sono piccoli crostacei e larve di pesci raccolte nello zoo-plancton.
Particolarità
Si distingue dalle altre 2 specie per la colorazione della testa (gialla) e dell’addome (violetta).
Ptereleotris
Diffusione
Oceano Indiano e Pacifico.
Breve descrizione
Tali pesci presentano una corporatura affusolata e, come Nemateleotris, denota una testa priva di squame e la seconda pinna dorsale e quella anale sono conformate in modo accentuato.
Le 2 pinne pelviche sono separate e l’efficiente vescica natatoria consente ad essi di nuotare in acque aperte senza particolare sforzo.
A differenza di altri Eleotridi, alcune specie non costruiscono (necessariamente) rifugi nel fondale sabbioso, ma trovano riparo nelle crepe e nelle incrinature tracciate nelle formazioni coralline.
Solitamente vivono in coppie, rintracciabili a basse profondità (anche in secche) e, per contro, in acque profonde fino a 70 metri.
Similmente ad altri Eleotridi, si procacciano alimenti necessari al proprio fabbisogno, predando crostacei e larve di pesciolini.
Ptereleotris grammica
Lunghezza
Fino a circa 13 cm.
Diffusione
Davvero enorme l’area di distribuzione di questa specie: si estende dall’Oceano Pacifico occidentale fino alle coste africane orientali.
Biotopo
Barriera corallina, a grandi profondità (40 metri).
Comportamento in natura
La sua fonte d’alimentazione principale è costituita da crostacei e larve di pesci; quando sono allarmati si rifugiano in cavità presenti nelle ramificazioni coralline.
Particolarità
A seconda dell’ubicazione di provenienza ( ad esempio, Okinawa e Mauritius), le specie presentano differenze cromatiche nella livrea, inoltre le specie originarie dell’Oceano Indiano sono denominate P. grammica melanot
Ptereleotris evides
Lunghezza
Poco più lungo di 12 cm.
Diffusione
Oceano Indiano e Pacifico.
Biotopo
acque sovrastanti la barriera corallina.
Caratteristiche fisiche
Questo pesce è poco più spesso di una penna ed è decorato da una vasta gamma di sfumature di grigio ad eccezione degli occhi che denotano una bordatura di un blu splendente.
La bocca è di forma obliqua ed è caratterizzata dalla mascella inferiore decisamente prominente.
Comportamento in natura
Nuota generalmente in coppia, in direzione della parte superiore della barriera corallina caratterizzata dalla presenza della luce e si incunea nei coralli e nelle cavità presenti nelle rocce calcaree.
Quando allarga la seconda pinna dorsale e quella anale procede a velocità elevata e sembra un torpedo che scompare alla distanza.
Conformemente ad altri Eleotridi si nutre di crostacei e di avannotti.
Particolarità
In virtù del notevole sviluppo che caratterizza la seconda pinna dorsale e la pinna anale, la forma del suo corpo palesa una notevole similitudine con la foggia di un torpedo (siluro): somiglianza da cui trae origine il nome inglese (Fish Torpedo) con il quale vengono indicati generalmente anche gli esemplari del genere Ptereleotris.
Ptereleotris zebra
Lunghezza
Fino a circa 13 cm.
Diffusione
Oceano Indiano e Pacifico, nonché Arcipelago Indo-Australiano.
Biotopo
Cavità nella barriera corallina.
Caratteristiche fisiche
Una tonalità blu-verde contraddistingue gli esemplari di entrambi i sessi.
Sui fianchi di essi sono palesi una ventina di barre (verticali e diagonali) colorate di rosso e di rosa.
Davanti alla base della pinna pettorale è evidente una striscia verticale rossa piuttosto luminosa orlata in entrambi lati da una riga blu.
La pinna pettorale e quelle pelviche sfoggiano un cromatismo incolore mentre gli arti rimanenti sono caratterizzati da una colorazione gialla.
Le pinne anali e dorsali passano inosservate quando sono inattive e spiccano solamente quando l’animale le agita costantemente, in tal caso risalta la colorazione di questi arti: la pinna anale è orlata da una banda rossa e la dorsale denota una riga nera in corrispondenza dell’orlo esterno.
Comportamento in natura
Quando intende impressionare un avversario erige il proprio barbiglio e in segno di sfida seguita a girargli intorno.
L’ innalzamento del barbiglio è attuato (unitamente al dispiegamento costante della pinna dorsale e di quelle anali) anche nel corso di approcci amorosi: il maschio "corteggia" la femmina che mima gli stessi movimenti in segno di approvazione.
In conformità agli altri Ptereleotridi trovano riparo in fessure incavate nei coralli e traggono sostentamento nutrizionale da crostacei e avannotti raccolti nel plancton.
Particolarità
Si differenziano dalle altra specie di Ptereleotris per via del barbiglio che erigono in occasione di schermaglie con altri esemplari o come atto preliminare amoroso.
Ringraziamo Roberto Sozzani per le foto fornite.
Se volete vedere altre incredibili foto, visitate:
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