in Messico un squalo bianco stacca la testa a un sub.
Sta facendo il giro del web una notizia tragica: in Messico un pescatore di molluschi (in certe zone la raccolta con le bombole è consentita), Manuel Lopez, è stato attaccato da uno squalo bianco che gli ha staccato la testa a morsi davanti a dei testimoni.
L’articolo, per quanto diffonda una notizia reale e, appunto, triste, ha certamente una finalità click-bait. Infatti se da una parte sui titoli è evidenziato il particolare della decapitazione della vittima, scorrendo nel testo si trovano diverse imprecisioni che mirano a ingigantire l’evento con il risultato di demonizzare un animale che, sì è predatore, ma abbiamo sempre conosciuto in modo ben diverso.
Lo squalo bianco: i dati
Esaminiamo criticamente gli articoli apparsi: Molti riportano nel titolo che la lunghezza dell’animale fosse di 19 m, dato chiaramente assurdo per uno squalo bianco. Forse dovuto a un errore nella traduzione, è probabile che la misura reale dello squalo si identifichi in 19 piedi (= 5,79 m). Ricordiamo che secondo Randall il record affidabile di lunghezza per uno squalo bianco è 5,94 m misurato in Australia nel 1987. Molte lunghezze superiori sono riportate dalla letteratura ma si potrebbe trattare di esagerazioni.
19 m, se consideriamo per esempio che è la misura di uno yacht di grandi dimensioni, è un’evidente esasperazione.
Sempre negli articoli che raccontano l’evento, si parla come modus operandi di non utilizzare mute di un certo tipo per non dar modo all’animale di confondere il subacqueo con un animale preda. Tuttavia vogliamo evidenziare che un predatore di 6 m possa fare molto male a una vittima umana, con un attacco magari portato per gioco o per assaggiare una preda sconosciuta. In un tentativo di comprendere la psicologia di un predatore di vertice come lo squalo bianco dovremmo sempre tenerne conto.
Da predatori a preda: Le specie in via di estinzione e la sostenibilità
Un articolo che riguarda sempre gli squali ma è passato in sordina, fa riferimento a quello che è il noto piatto nazionale australiano, detto flake composto da filetti di pesce impanati e fritti. Questa specialità è preparata con una specie in particolare il cui prelievo è considerato sostenibile (Mustelus anctarticus o palombo australiano). In realtà a causa di errori nelle nell’etichettatura i filetti usati per il flake provengono da molte specie, incluse specie minacciate di estinzione come il pesce martello liscio o il mako, col risultato che i consumatori mangiano inconsapevolmente delle specie protette. Questo significa che se è vero che immergendosi le probabilità di un attacco di morire attaccati da uno squalo è di 1 su 3.748.067 (fonte International Shark Attack File) è altresì vero che il nostro modo di vivere non è altrettanto magnanimo con un animale che rischieremo di vedere nei nostri mari sempre meno.
Condividiamo dunque il dolore per il tragico evento con i familiari e parenti della prima vittima messicana di quest’anno, ma vorremo ancora una volta mettere in evidenza come la nostra specie, con comportamenti poco sostenibili, si rende responsabile dell’eliminazione di grandi quantità di squali.