Ovvero: Attenzione alla chiusura o apertura del musone (per chi ce l’ha apribile ) del DPV, perché la differenza di pressione potrebbe fare dei brutti scherzi alla tenuta dell’attrezzo. Infatti, la casa madre consiglia: o lo tieni sempre chiuso dalla pianura alla montagna e viceversa , oppure lo apri prima di salire e dopo l’utilizzo lo tieni aperto mentre torni in pianura… insomma … AAAHHHH … sempre concentrati !!!!
E rieccoci quindi poco sopra i 2000 mt , ma … underwater !!!
Eh si , dopo la pandemia e tutti i problemi collegati ad essa, (chiusura confini , mascherine, vaccinazioni …) siamo ritornati al Lago Moesola al Passo San Bernardino dopo tre anni, per effettuare il nostro oramai consueto tuffo di fine stagione qui, prima che arrivi la neve e il Cantone Grigioni Elvetico chiuda la strada di accesso… beh… però, per la inossidabile Legge di Murphy, la neve l’abbiamo trovata ugualmente, inaspettatamente ed in anticipo, e pure la strada chiusa, per sgombero di pochi ma bianchi centimetri, che hanno creato un vero ambiente fiabesco tutto attorno: una grande e smisurata sensazione di silenzio e pace… proprio nessuno, solo noi… neanche i soliti corvi neri da alta montagna !!!!
L’aiuto di Marco Boldini provvidenziale per salire al Passo, ci ha consentito di sfoderare in tutta tranquillità, abbigliamento tecnico, termico, scooter, bibo, mono , erogatori antifreeze, retino (non quello per le farfalle!!) e quant’altro, per la ricognizione nelle acque a 5° e nel contempo, anche condurre “ L’operazione lago pulito “ con raccolta di spazzatura di vario genere , sui fondali erbosi dello specchio d’acqua .
Insomma , con l’immancabile Ivan Rolli non ci siamo fatti mancare nulla ,come al solito una ottima simbiosi ed organizzazione con un bel da fare , ma divertimento assicurato: oltre un chilometro di water-tour alla profondità di 5-15 mt girovagando qua e la anche alla ricerca di forme ittiche, per poter confrontare le immagini dei video delle scorse annate, con la ricognizione odierna.
Questa volta però durante la navigazione, ci siamo soffermati su un aspetto particolare dell’ambiente lacustre subacqueo, osservando in particolar modo le alghe che vivono sul fondo , ma più ancora ,“ attaccate “ alla parete rocciosa esistente . Svolazzando in prossimità della prateria , al passaggio del DPV di Ivan , notavamo che una sorta di “pseudo mucillaggine “si sollevava dal fondo, come se fossero tanti piccoli fiocchi di alghe . Ancora più particolare e per noi curioso, è stato osservare la roccia della piccola paretina presente in senso longitudinale del lago. Infatti, la quasi totalità della roccia, era ricoperta da una specie di spessa pellicola… quasi un drappo o una tappezzeria spessa anche qualche millimetro, che anche al tocco del guanto , tendeva a rimanere integra.
Siamo riusciti a contattare il biologo Dott. Emilio Mancuso presidente della Associazione onlus “ Verdeacqua” trasmettendogli foto e video di quanto osservato e così facendo, ci ha potuto fornire una indicazione di quanto visto .
**Trattasi di “tappeto algale” e molto probabilmente di alghe brune.
Le alghe, prosegue Emilio, hanno bisogno sempre di un substrato duro su cui attecchire, ecco perché quelle mucillaginose si trovano sulle foglie delle piante di quella bella prateria sommersa, mentre queste altre, creano quel tappeto fitto e corposo sul substrato che è la paretina di roccia.
Quando inizia a staccarsi è perché han raggiunto il peso critico… e forse vanno verso la fine del ciclo vitale.
Si trovano in questa stagione perché l’alta insolazione e i nutrienti creano le condizioni ideali per lo sviluppo; tra l’altro in particolar modo le condizioni estreme di alte temperature anomale registrate in questa lunga estate appena terminata , anche a queste quote hanno contribuito ad una maggiore profilazione…**
Altre fonti autorevoli , discorrono riguardo “ L’esistenza di un’alga verde di acque fredde (era stata notata una cosa simile in un laghetto in Valbondione, genere Mougeotia), oppure potrebbero essere cianobatteri… L’unico modo per saperlo è metterle sotto un microscopio, infatti è difficile dirlo senza un’analisi microscopica : sono pochissime le macroalghe che si identificano a occhio nudo. “
A questo punto, vorrà dire che approfondiremo meglio in futuro… e non si sa mai che scopriremo finalmente l’elisir della giovinezza ????? AAAAHHHH !!!!
Beh… dopo aver giochicchiato un pochino con questi boccolotti ciondolanti e penzolanti, avevamo raggiunto un run-time di 65 min, ed era venuto il momento di chiudere l’immersione .
All’uscita, siamo stati accolti dallo sguardo sempre incuriosito di alcuni impavidi motociclisti di passaggio, ma soprattutto dalla cortesia del Sig. Marco Albertini, gestore dell’Ospizio San Bernardino (cosi’ si chiama qui il rifugio/ristorante) il quale prontamente ha recuperato la spazzatura rinvenuta, per procedere subito allo smaltimento , ed offrendoci una bollente tazza di cappuccino e torta di mele fatta in casa … WHAT ELSE ????