La morale di questa storia potrebbe essere: si può amare qualcosa fino alla morte. Un componente comune di molte creme solari usate dai turisti che visitano le barriere coralline può accelerare la scomparsa di questi ecosistemi in pericolo. Le sorprendenti scoperte, pubblicate su Science, potrebbero aiutare a guidare lo sviluppo e la commercializzazione di creme solari efficaci e sicure per i coralli.
Fino a 6.000 tonnellate di crema solare si disperdono sulle aree della barriera corallina degli Stati Uniti ogni anno, secondo il National Park Service. Gli scienziati sanno da tempo che l’ossibenzone, un composto organico presente in molte creme solari, può danneggiare i coralli. Di conseguenza, le creme solari con questo composto sono state vietate nelle Isole Vergini americane e nelle Hawaii, nell’isola nazione di Palau e a Bonaire, Antille olandesi.
Tuttavia, i meccanismi con cui l’ossibenzone fa male sono rimasti finora in gran parte oscuri, rendendo difficile garantire che i componenti di protezione solare proposti come alternative sono veramente più sicuri per i coralli.
Nel loro nuovo studio i ricercatori hanno usato anemoni, molto vicini ai coralli, ma più semplici da mantenere in acquario. Esposti all’ossibenzone in acqua di mare artificiale sotto la luce solare simulata, gli anemoni sono tutti morti entro 17 giorni, mentre gli anemoni esposti all’ossibenzone in assenza di luce solare simulata sono rimasti vitali.
Insomma, l’ossibenzone ha reso la luce del sole, normalmente necessaria, tossica per i coralli.
L’ossibenzone è sintetizzato per assorbire la radiazione UV e dissipare l’energia luminosa come calore, prevenendo le scottature. Gli anemoni e i coralli, tuttavia, metabolizzano l’ossibenzone in modo tale che la sostanza risultante forma radicali dannosi quando esposti alla luce solare.
Le alghe simbiotiche nei coralli (e negli anemoni) sembrano proteggere i loro ospiti, sequestrando dentro di sé le tossine che i coralli hanno prodotto. Purtroppo il surriscaldamento delle acque in corso provoca l’espulsione dei partner algali e il conseguente sbiancamento (bleaching) di coralli e anemoni. oltre ad essere più vulnerabili alle malattie e agli shock ambientali, i coralli sbiancati sarebbero più vulnerabili all’ossibenzone, senza le loro alghe a proteggerli.
L’ossibenzone può non essere l’unico ingrediente di protezione solare a mostrarsi dannoso. Le stesse vie metaboliche trasformano l’ossibenzone in una potente tossina per i coralli possono fare qualcosa di simile con altri ingredienti comuni di protezione solare, molti dei quali condividono strutture chimiche simili.
Molte creme solari commercializzate come sicure per i coralli sono basate su metalli, come lo zinco e il titanio, piuttosto che su composti organici, come l’ossibenzone. Anche se questi filtri solari sono fondamentalmente diversi nel loro funzionamento, non è chiaro se sono effettivamente più sicuri per i coralli, secondo i ricercatori, che stanno progettando di indagare ulteriormente la questione.
Per chi volesse approfondire:Djordje Vuckovic, Amanda I. Tinoco, Lorraine Ling, Christian Renicke, John R. Pringle, William A. Mitch. Conversion of oxybenzone sunscreen to phototoxic glucoside conjugates by sea anemones and corals. Science, 2022; 376 (6593): 644 DOI: 10.1126/science.abn2600