In seguito all’infezione da COVID 19, sta diventando popolare l’uso del saturimetro, strumento che permette di misurare la saturazione di ossigeno nel sangue e di valutare con anticipo complicazioni più marcate.
Il saturimetro, conosciuto anche con il nome tecnico di pulsossimetro, è un dispositivo medico che misura la saturazione di ossigeno nel sangue, cioè la percentuale di emoglobina satura di ossigeno, legata all’ossigeno. I valori normali a livello di ossigenazione si attestano tra il 96% il 98%. Se in condizioni di rilassamento la percentuale scende al di sotto del 90% è il caso di preoccuparsi.
I valori descritti in precedenza di riferiscono ad una condizione per lo più di quiete o di assoluto riposo. Ma cosa succede quando misuriamo la saturazione durante una prestazione sportiva in apnea? Può il nostro fisico sopportare un calo temporaneo fino a valori inferiori al 60%?
Sulla rivista on line Biomedical Cue è stato recentemente pubblicato un articolo, a firma Marco Verrazzo, che ha tentato l’esperimento su se stesso. https://biomedicalcue.it/saturazione-ossigeno-valori-covid-apnea/24032/
Ripubblichiamo il video dell’esperimento con il commento dall’articolo originale.
Durante le fasi immediatamente precedenti ad un’apnea cercheremo di immagazzinare quanto più ossigeno possibile con un respiro completo.
Durante l’immersione assisteremo contemporaneamente ad una diminuzione di ossigeno e ad un aumento dell’anidride carbonica prodotta. Ovviamente in condizioni di assoluto rilassamento la diminuzione di ossigeno sarà decisamente più lenta rispetto al caso in cui si facciano movimenti bruschi o forzati.
Nella prova che ho effettuato ho voluto testare la saturazione di ossigeno e i battiti cardiaci durante l’apnea finale di un allenamento di circa 40-50 minuti. Vi lascio il video di tutta l’esecuzione finale con anche alcuni attimi che precedono e seguono l’apnea, in modo tale da monitorare i due valori su uno spettro più ampio. L’ausilio del grafico è utile per comprendere l’andamento nelle varie fasi.
00.15: inizio dell’apnea. La saturazione di ossigeno è prossima ai valori massimi, i battiti cardiaci sono molto elevati. La causa di questa situazione è dovuta all’iperventilazione effettuata prima dell’inizio della prova; infatti, oltre alla decarbonizzazione descritta in precedenza, l’iperventilazione infatti, pratica sconsigliata, provoca un aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa.
00.30: dopo poco dall’inizio dell’apnea si instaura una condizione di quiete assoluta che favorisce il rallentamento dei battiti fino a raggiungere stabilmente un valore al di sotto dei 60 bpm. Se non avessi effettuato l’iperventilazione avrei potuto rallentare la frequenza cardiaca fino a 40-45 bpm per prevenire il dispendio di ossigeno.
02.10: termina la fase di completo rilassamento. Inizia una prima resistenza leggera che può essere gestita con conoscenza del proprio corpo. In questo momento la saturazione di ossigeno inizia a calare e i bpm tornano a salire, seppur limitati entro la fascia 60/70.
02.55: la prima contrazione diaframmatica. Il corpo si accorge di essere in pericolo e mette in moto i meccanismi di autodifesa, contemporaneamente il battito cardiaco inizia ad aumentare con una più ripida diminuzione della saturazione di ossigeno.
03.40: l’ultima fase dell’apnea, quella più critica. I battiti cardiaci non seguono più un andamento regolare, si alzano e si abbassano con una gestione da parte mia più complicata. La saturazione di ossigeno non va molto meglio, la sua diminuzione assume decisamente un ordine di grandezza superiore: da lì a breve sarà necessario interrompere l’apnea e riprendere a respirare.
04.15: termina l’apnea. Dopo 4 minuti interrompo l’apnea per riprendere fiato e far sì che i miei valori tornino ad essere accettabili. L’aspetto più curioso è legato al fatto che il minimo di saturazione di ossigeno è raggiunto dopo circa 20 secondi che ho ripreso a respirare. Questo probabilmente è dovuto ai tempi fisiologici di scambio e di trasporto di ossigeno, oltre ad un possibile ritardo di risposta dello strumento utilizzato.
Dopo un certo lasso di tempo la saturazione torna a livelli ottimi, così come i bpm tornano ad assestarsi ad una frequenza del tutto più sicura.
Per chi volesse leggere l’articolo completo: Ferrazzo M., 2020 – Saturazione di ossigeno durante l’apnea: come e quanto varia con l’ausilio di un saturimetro. https://biomedicalcue.it/saturazione-ossigeno-valori-covid-apnea/24032/