I finali ad effetto sono la mia specialità. Ma siccome non vivo nell’illusione che aspettiate con il fiato sospeso e in trepidante attesa i miei racconti, vi tolgo subito dall’imbarazzo, e al gigantesco punto interrogativo che vedo palesarsi all’interno dei vostri occhi rispondo con un semplice ‘Un meraviglioso arcobaleno di cazzotti PARTE I’. Rileggetevelo e vedrete che tutto vi sarà più chiaro! Comunque siccome sono un ‘dio magnanimo’ (come dice Serse, in pieno delirio di onnipotenza, rivolgendosi a Leonida, nel film 300) provo a riprendere il discorso per voi, in modo che possiate seguirmi con più facilità.. Il gambero-mantide per eccellenza, detto anche gambero assassino, ‘pugile del mare’ e ‘sfasciapollici’. Ricordate? Questo qui. Crostaceo Stomatopode, affine alle nostre canocchie, parente prossimo della mantide religiosa, e dotato di colori meravigliosi, con un sistema di percezione del mondo circostante senza paragoni. Abbiamo parlato a lungo di come questi animali percepiscono l’ambiente e di che prodigio della tecnica siano i loro occhi. Ma se rileggete con attenzione la famigerata PARTE I, noterete subito che non ho parlato affatto della ragione reale dei truci soprannomi che sono stati affibbiati a queste creature.. Un animaletto di poco più di 20 cm come può avere una fama così brutta? ‘Non può essere vero’, penserete voi. ‘Cavolo si!’ vi dico io. Perché gente, il gambero mantide è davvero così come viene descritto. Una leggendaria, spietata macchina da guerra dai mille colori. Ed io lo adoro per questo! Lasciate che vi spieghi. Delle 10 paia di appendici che questi animali possiedono, 6 paia sono posizionate sotto il corpo e servono alla locomozione, il primo paio posizionato appena sotto gli occhi è utile all’avanscoperta e il secondo paio..eh. Il secondo paio. Queste tenere zampine che il gambero-mantide tiene vicine al corpo, nella postura tipica degli insetti dai quali prende il nome, sono composte da tre segmenti. Questi ultimi vengono ripiegati e mantenuti vicini al corpo in postura di riposo, ma scattano con una velocità impressionante nel caso vi sia necessità, con un meccanismo simile a quello di un coltello a serramanico. Troviamo appendici di due tipologie principali: quelle a ‘martello’ simili a randelli, con l’apice espanso o quelli ad ‘arpione’, dove la chela si presenta puntuta e con un margine uncinato, con aculei che puntano all’indietro. Queste variazioni, come sempre in Natura, hanno una funzionalità ben precisa, con diversi tipi di chele per altrettanti stili di caccia. Gli ‘arpionatori’, maestri dell’imboscata, colpiscono al volo pesci di passaggio, che transitano inconsapevoli sui loro tunnel scavati nella sabbia. Gli ‘smembratori’ invece, che vivono tendenzialmente in spaccature nelle rocce, mangiano bivalvi e altri crostacei, distruggendone il carapace a suon di cazzotti, come fa, guarda caso, la nostra Odontodactylus scyllarus.. Questi colpi sono talmente veloci e potenti da aver scatenato la fantasie più sfrenate e le superstizioni più insolite. Tra il mito e la realtà, riguardo queste insolite creature, ci sarebbe la capacità di sferrare colpi velocissimi, micidiali e più veloci di un proiettile calibro 22, che rompono i vetri degli acquari.. I WISH!! Ne catturerei un camion per avere la mia personale armata di ‘smembratori’ se così fosse. Altro che rivolta delle macchine ribelli, qui bisogna stare attenti ai gamberetti! Fortunatamente per noi sono più leggende metropolitane che altro e il colpo del gambero mantide non ha una potenza tale da rompere il vetro spesso di un acquario. Ma il vetro di una maschera si. E anche un dito o due. Il colpo di uno smembratore infatti arriva sul bersagli in brevissimo tempo, nell’ordine di millisecondi e può arrivare a colpire con una potenza di 1500 Newton. Per quanto forza e velocità siano state mitizzate e sovrastimate, resta comunque che una cartella che ti arriva in piena faccia con la forza di 150 kg nel giro di meno di un secondo lascerebbe orizzontale chiunque. Sono convinta che il calcio di uno struzzo faccia molto più male, ma questi sono veri e propri record per un animaletto che pesa solo pochi grammi.. E c’è di più! C’è sempre di più. Il colpo inflitto, essendo il meccanismo a scatto, caricato a molla e simile ad una balestra carica, è dato con una forza tale da produrre cavitazione. Questo processo descrive la formazione improvvisa di bollicine all’interno di un liquido come conseguenza di un cambiamento repentino di pressione ovvero, in soldoni, i loro arti si muovono talmente velocemente che l’acqua intorno a loro ‘bolle’! Quando queste bolle esplodono producono un’onda d’urto che stordisce le prede, arrivando persino ad ucciderle, anche quando il gambero dovesse mancare fisicamente il bersaglio. L’attacco è quindi doppio, il pugno vero e proprio e l’onda d’urto conseguente. Sono stati registrati in laboratorio due picchi a distanza ravvicinatissima, uno dietro l’altro, che descrivono appunto questo attacco duplice, in modo che la preda sia neutralizzata ancor prima di sapere cosa stia accadendo. Questa onda d’urto produce suono, luce e calore, quest’ultimo nell’ordine di migliaia di gradi Kelvin (700° Celsius), due volte il calore del forno per la pizza. Il colpo segreto del nostro crostaceo ninja che rompe il guscio di una vongola è quindi accompagnato da piccolissime esplosioni, un flash luminoso e rumoroso, caratteristica UNICA nel regno animale. Queste creature sono incredibili. ‘La regione d’impatto delle chele presenta idrossiapatite, minerale noto per dare la durezza nelle ossa umane. La parte immediatamente inferiore presenta invece del chitosano, una molecola che offre resistenza alla cuticola dei crostacei, disposto in vari orientamenti in modo da ridistribuire l’impatto. La parte terminale è infine costituita da strati di rinforzo che impediscono la formazione di crepe, come delle bande attorno ai pugni dei pugili’ dice David Kisailus, dell’Università della California, Riverside. Lo scienziato statunitense ha studiato la composizione molecolare delle chele, ed è un ingegnere lui. Sostiene che ci sia il modo di creare delle super armature resistenti a tutto, o protezioni, per macchine e persone, che siano indistruttibili. Il gambero-mantide può scazzottare tutte le volte che vuole, perché nella peculiarità della struttura che compone le chele, le piccole crepe che si formano non diventano mai fratture consistenti. Nel senso, ‘mi piego ma non mi spezzo’. Tagliando corto? Se vi viene voglia di maccheroni con le canocchie badate bene che sia della specie giusta, la bestia che state comprando. Perché se sbagliate amici miei, quello che tentate di metter in padella potrebbe uscire, riempirvi di mazzate, distruggervi i soprammobili e andarsene dalla porta dalla quale siete entrati. La prossima volta che mangiate in un ristorantino sul mare quindi, riflettete bene. E soprattutto, guardatevi le spalle!
Un meraviglioso arcobaleno di cazzotti. The Peacock Mantis Shrimp PARTE II
01/11/2018