State camminando sulla spiaggia e vedete una meravigliosa conchiglia, lucida, splendente, dalle forme armoniche e dai colori accesi. La tirate su per vederla meglio, ci guardate dentro e qualcosa si muove. Due piccoli occhi incuriositi e alquanto intimiditi spuntano dall’uscio della casetta di conchiolina e vi guardano perplessi. Ad un vostro movimento, anche se impercettibile, la creatura si rintana velocemente, come fosse stata colpita da un terremoto, facendosi scudo con una delle sue chele, quella più grande..aspetta. Chele?
‘C’è un granchio li dentro, dobbiamo tirarlo fuori, si sarà incastrato!’. La cosa più tenera che abbia mai sentito dire a un esser umano. Che avesse 4 anni e due splendidi, enormi occhi verdi poco importa, quel cucciolo d’uomo non ci era andato poi così lontano..
Paguri amici miei, ne avete mai sentito parlare? Ogni volta che vedete una conchiglia scappare velocemente da voi ecco, quello è un paguro. O siete in preda alle allucinazioni. Una o l’altra, non ci sono molte altre ipotesi..
Meglio conosciuto come granchio eremita o paguro bernardo (solo perché il paguro bernardo è una delle specie più conosciute e c’è la tendenza generale di fare di tutta l’erba un fascio), questo animaletto ha certamente una storia da raccontare.
I paguri appartengono allo stesso grande gruppo del quale fanno parte anche i granchi (Crostacei), e se l’idea di toccarli o sapere che vi zampettano intorno vi fa un po’ impressione non vi allarmate, è perfettamente normale. Questi animali sono anche Artropodi, ovvero, sono molto più vicini a ragni e insetti di quanto si creda.
Nonostante la somiglianza e l’evidente parentela, i paguri non si possono considerare veri granchi perché mentre la metà superiore incarna perfettamente l’estetica di un crostaceo, quella inferiore non è ricoperta da una corazza dura e i piccoli paguri sono costretti a nascondere quei sederini nudi in conchiglie che rubacchiano qua e la sulla spiaggia.
La parte inferiore del corpo dei paguri è molle e sprovvista di una corazza, ma essendo asimmetrica e arricciata lateralmente, si adatta perfettamente alla spirale strutturale della conchiglia.
Adesso capite perché i biologi marini danno segni di svenimento ogni volta che qualcuno chiede sommessamente ‘Ma questa..la posso portare via?’ tenendo tra le mani un turbante, una ciprea o un cono..
– ‘Cavolo no che non si può!!’ penso.
– ‘Sarebbe meglio di no, sai, le conchiglie intere vengono usate come rifugi dai paguri e altri piccoli animali marini, quelle rotte invece, una volta sminuzzate dagli agenti atmosferici, ritornano sabbia corallina, quella che stai calpestando proprio in questo momento’ dico, invece.
Il mare ti insegna la diplomazia.
Insomma, un paguro senza conchiglia è un paguro spacciato. I predatori possono facilmente approfittare della sua debolezza ‘posteriore’ e farne preda in pochi istanti. L’unico modo per proteggere i loro corpi è nasconderli in qualcosa di duro e resistente, proprio come una conchiglia vuota, anche se crescendo, l’animale, è costretto a cambiarla spesso. Non lo fa perché odia il color pesca delle tende, la carta da parati o la moquette, è solo pura logistica.
Per capirci, non credo che qualcuno di voi riesca ancora ad infilarsi i pantaloni che portava alle elementari.
Quando la casetta portatile inizia ad andare stretta, e succede piuttosto di frequente, queste creaturine incominciano a guardarsi intorno. Lo fanno sia in acqua che sulla terraferma (i paguri possono vivere in entrambi gli ecosistemi, sono anfibi, per così dire), alla ricerca di qualcosa di appropriato. Sapeste quanto ci mettono a trovare la conchiglia giusta..e quanta fatica fanno quando finalmente ne trovano una di loro interesse!
Prima si avvicinano guardinghi, ci girano attorno con occhio curioso, indagatore, di chi vuole trovare un difetto nella struttura in modo da farne scendere il prezzo e poi, semplicemente..bussano. Con le chele, proprio sulla conchiglia che gli interessa.
Del tipo ‘È permesso? Scusi, sarei molto interessato alla sua proprietà..è in vendita?’
Negli anni ho poi capito che quello è solo un modo del paguro di assicurarsi dell’integrità strutturale della futura dimora, ma nonostante ciò, la prima versione resta sempre la mia preferita..
Tutto suona idilliaco e semplice fino a qui, ma non lo è..non lo è mai! Se la conchiglia è contesa da più paguri infatti..sono guai.
Gli animaletti incominciano una sorta di guerra, a suon di cazzotti che volano a destra e a manca, un po’ per testare la nuova casa, un po’ per scoraggiare i contendenti..
Ad un certo punto, dopo essersi trascinati per le chele, pizzicati e presi a pugni, il classico ‘terzo’ tra i due litiganti, se la gode, e con estrema nonchalance, mentre intorno a lui c’ è una rissa da bar stile western, si tuffa nella conchiglia tanto desiderata, fonte delle dispute.
Afferra il bordo dello stoma (la ‘bocca’ della conchiglia) e con uno slancio atletico si infila nella sua casetta nuova, come facevano i fratelli Duke di Hazzard quando entravano nel Generale Lee a piedi pari, dal finestrino aperto. Io ci ho provato una volta e ho quasi perso due incisivi ma sono sicura che ai paguri riesca meglio.
Badate bene, non è sempre il più forte che vince. Charles Darwin infatti, diceva ‘il più adatto’ che potrebbe anche essere, semplicemente, il più furbo.
Ricordate, in Natura c’è spazio per tutti, perciò siamo così diversi e ognuno a modo suo, speciale.
E tutti gli altri? Eh beh, loro se ne cercano un’altra o si battono per quella che è appena stata lasciata vuota, e così via..Alla fine tutte le conchiglie che erano arrivate lì con le loro ‘gambe’ erano buone conchiglie, perché mai lasciarle disabitate?
Ogni tanto in assenza di meglio i paguri finiscono per abitare gli oggetti più disparati, come lattine vuote o tappi di bottiglia, ma si sa, di necessità virtù.
Ora capite perché le cose vanno lasciate al loro posto? Se ci pensate, a casa vostra stanno solo a prendere la polvere su una mensola mentre da dove provengono appartengono a qualcuno e servono a qualcun altro. In fondo è giusto così..
Che poi, la volete sapere la verità? Non appartengono nemmeno ai paguri, quelle conchiglie! Sono Crostacei e i Crostacei non le producono affatto. Le trovano vuote, sulla spiaggia o nell’acqua, proprio come facciamo noi e la quasi totalità di esse viene prodotta da Molluschi (Phylum Mollusca) e nello specifico, da Molluschi Gasteropodi (classe Gastropoda).
Sono un grande gruppo, molto eterogeneo, che comprende animali terrestri e marini che a grandi linee somigliano tutti a delle ‘lumache’ – passatemi il termine!
Per farvi capire meglio volevo far leva sulla conchiglia, ma alcune forme di Gasteropodi non la possiedono, in altri non si vede o è presente solo nelle forme giovanili per poi sparire in età adulta..Natura così non mi aiuti.
Insomma, focalizzandoci sul mondo marino, in questi Gasteropodi la conchiglia è secreta da strati superficiali dell’epidermide, proprio come accade per noi con le unghie. Questa è quindi ‘attaccata’ alla pelle dell’animale, parte dell’organismo stesso che la produce, nel corso della vita, depositando strati su strati di matrice di carbonato di calcio. Questa sostanza, dal nome conosciuto e dall’imbarazzante formula bruta CaCO3 , è la stessa che costituisce la struttura portante dei coralli.
Nel corso del tempo il carbonato di calcio si combina in modo sempre più complesso, formando sostanze come conchiolina, aragonite e calcite, insomma..conchiglie dure come il cemento!
Essendo parte integrante dell’animale che la produce, il nostro paguro in cerca di casa entra in possesso della conchiglia solo dopo che il precedente proprietario viene a mancare, per cause naturali o perché predato. A quel punto i resti dell’animale spariscono dissolvendosi e lasciando la conchiglia linda e pulita pronta per essere riutilizzata. In mare non si butta via niente
Conchiglia del genere Conus, di chi era e di chi è. Formalmente prodotta da un gasteropode (la nostra lumaca di mare) acquisita in seguito da un paguro pronto a tutto per tenersela. Guardatelo in faccia. Non sarà semplice sfrattarlo da lì.
Al mondo ci sono circa cinquemila specie conosciute di paguri, la quasi totalità delle quali vive in ambiente acquatico mentre ai tropici ne esistono anche di tipo terrestre. Vanno da pochi mm a qualche decina di cm dove il Birgus latro, detto anche granchio ladro o granchio dei cocchi raggiunge quasi il mezzo metro di lunghezza. Questa specie non ha una conchiglia e dubito fortemente che qualche predatore possa approfittare della famosa debolezza ‘posteriore’ tipica dei paguri. Altri non avendo questa stazza, usano un elegante giardino di attinie urticanti che si portano sulla schiena per difendersi dai predatori (paguro delle anemoni) o si nascondono stabilmente in tunnel lasciati liberi da vermi marini all’interno della struttura del corallo, anch’esso urticante. Ce ne sono migliaia di specie, con altrettante storie diverse.
Detto questo, se Dwebble è l’unica tipologia di paguro che conoscete, magari è il caso che alzate la testa da quel cellulare, disinstallate Pokemon Go e vi fate un giro al mare.