C’erano una volta una maschera e uno snorkel… e ci sono ancora, dopo molti anni. Ho sempre messo la testa sott’acqua, non ricordo quando ho iniziato, credo di esser stato davvero molto giovane. Mio figlio lo fa da quando ha due anni, io penso di aver avuto più o meno la stessa età. Forse è una cosa naturale, che si fa dandola per scontata, come correre, camminare, nuotare, andare in bicicletta e sciare. O forse no o, per lo meno, non per tutti. In effetti a qualcuno non piace mettere la testa sotto l’acqua perché non lo trova così naturale. Per noi lo è stato, naturale, un po’ come la simbiosi tra la maschera e il tubo da cui si respira. Negli ultimi anni ho notato sempre più persone galleggiare in superficie con un boccaglio in bocca e vagare alla ricerca o all’inseguimento di qualcosa, per lo più radenti ai reef o alle pareti rocciose che scendono nel blu, a volte negli abissi, a volte su fondali poco profondi che raggiungiamo in apnea. In Italia ma soprattutto nei mari caldi, alle Maldive, a Sharm, ai Caraibi c’è moltissimo da esplorare e il modo più semplice e immediato per farlo è proprio lo snorkeling.
Da 0 a 100 anni di età, lo snorkeling è fattibile da tutti.
Facile, non richiede un addestramento particolare e anche l’attrezzatura è ridotta al minimo: maschera, snorkel e pinne e se fa freddo un mutino leggero per poter rimanere in acqua più a lungo.
Personalmente lo vedo per me molto utile come una prima esplorazione, prima di mettermi sulla schiena una bombola pesante. Mi piace farlo con mio figlio perché la sua curiosità e stupore sono fantastici e unici. Mi piace però farlo al caldo e dove c’è qualcosa da vedere altrimenti mi annoio dopo poco. Mi piace farlo quando si trasforma in un gioco. Mi piace farlo da solo ma anche in gruppo per condividere le scoperte. Mi piace farlo se c’è il sole altrimenti preferisco starmene altrove.
Oggi credo che lo snorkeling abbia un po’ cambiato motivazione e abbia aggiunto allo scopo di esplorazione, uno spirito ‘eco’, una sensazione di libertà e di leggerezza che solo gli sport easy possono dare come la corsa o il trekking per esempio. Running e snorkeling credo siano tra le attività che hanno avuto la maggior diffusione negli ultimi anni. E’ una mia sensazione, non ha base statistica, ma se mi guardo in giro vedo molta più gente correre e molta più gente galleggiare in superficie del mare. La crisi forse ha aiutato a spingere nella direzione di attività sane e facili che non richiedono né troppa preparazione né troppa attrezzatura, sport o hobby a contatto con la natura. Anche la maggior cultura e attenzione al rispetto per la natura ha avuto un’impennata negli ultimi anni e questi sport sono appunto ecologici e non invasivi per la natura stessa. Qualche volta mi infilo la bombola per vedere cosa fanno gli snorkelisti, io osservo loro e loro finiscono per osservare me che dopo un’oretta di immersione torno ad unirmi a loro, alla mia famiglia che mi spiava dall’alto e che ha molta più aria di me. Ognuno ha le proprie buone ragioni per appassionarsi allo snorkeling. Sta di fatto che forse sta diventando una moda e qualcuno lo sta già sfruttando come business, dai produttori di attrezzatura ai centri per snorkelisti. All’estero sono già attivi molti siti web dedicati e ora anche in Italia c’è un riferimento per il settore, www.passionesnorkeling.com, che raccoglie testimonianze, informazioni e racconti a tema. E anche su Facebook non mancano pagine dedicate e tra queste: Passione Snorkeling. C’erano una volta una maschera e uno snorkel… e ci sono ancora, dopo molti anni, anzi, ora sono molti di più e se ci pensate anche voi siete stati contagiati.