Estate (di meduse) 2020. Con le limitazioni alla mobilità ci sembra ancora più evidente: molte località nei nostri mari ciclicamente si riempiono di meduse, a volte tanto da impedire di fare il bagno.
Ma perché ci sono più meduse di una volta?
Qualcuno sostiene che il cambiamento climatico le abbia favorite, altri puntano l’indice piuttosto sulla rarefazione per pesca eccessiva del loro predatori (soprattutto pesci) e dei loro competitori (pesci mangiatori di plancton come acciughe e sardine). Diminuiscono le acciughe, c’è più da mangiare per le meduse, il ragionamento fila.
Come evitare di farsi pungere?
Meduse 2020. Noi consigliamo di fare il bagno con una maschera in presenza di meduse, in modo da vederle e tenerle sotto controllo. Le meduse non ci attaccano mai, ma le correnti che le trasportano le possono muovere verso di noi. I tentacoli delle meduse hanno delle cellule urticanti, dette nematocisti, che se toccate reagiscono meccanicamente iniettando nelle carni dell’”aggressore” il loro contenuto di veleno. Al limite una mutina leggera può ripararci dalle punture.
Tra le meduse mediterranee una in particolare, Pelagia noctiluca, visibile nelle foto di questo articolo, infligge punture molto dolorose, con nematocisti spesso localizzate su finissimi e lunghissimi tentacoli marginali, che possono essere difficili da vedere per noi. Altre meduse, come le grandi e bellissime Rhizostoma pulmo (Polmone di mare) e Cotylorhiza tuberculata (Cassiopea) lo sono pochissimo, a meno che le afferriamo per i tentacoli.
Una volta che siamo stati punti che fare?
- Sciacquiamo bene la parte lesa con acqua di mare (se siamo stati punti in mare), non con acqua dolce che, per reazione osmotica, farebbe esplodere le nematocisti che ci sono eventualmente rimaste addosso.
- Applichiamo calore (senza scottarci), che provoca la disattivazione del veleno.
- Calmiamo l’irritazione con una crema a base di cortisone.
L’applicazione di aceto o di altre sostanze acide, che resta consigliabile per le punture di altri cnidari, nel caso specifico della Pelagia è sconsigliabile.
Meduse 2020 – non uccidiamole
Un po’ tutti siamo stati testimoni di tristi mattanze di meduse, con i bagnanti che, al grido di “vogliamo fare il bagno” pescano i poveri animali e li allineano a morire sulla spiaggia, a soffocare lentamente sulla sabbia, sotto il sole. Vogliamo spezzare una lancia in favore della medusa, che noi subacquei conosciamo come danzatrice elegante e leggiadra, che i fotografi ricercano per giocare con le trasparenze dei tentacoli e con arditi controluce. Non le uccidiamo, se decidiamo di entrare in acqua siamo noi ospiti che invadiamo la loro casa, e se anche inavvertitamente ne tocchiamo una non dovremmo lamentarci, l’unica cosa che possiamo aspettarci è di essere punti.
Quando le correnti le spingono verso la spiaggia nella quale volevamo tanto trascorrere la giornata è inutile accanirsi con i retini. Per cento che ne uccidiamo altrettante saranno sospinte fin tanto che la corrente cambierà. Talvolta basta aspettare qualche ora.
Quando tutto ciò non bastasse a convincerci che è eticamente corretto lasciarle dove si trovano ricordiamoci che è la legge ad impedirci di causare sofferenza e uccidere le meduse. L’Art. 544 ter del Codice penale punisce i trasgressori con multe salate e con la reclusione.
Dopo aver letto questo articolo invitiamo chiunque si trovasse ad assistere a mattanze di meduse nelle spiagge ad informare i bagnanti delle cause della presenza e delle ragioni che dovrebbero farli desistere dall’ucciderle.
Nel caso di reiterazione del comportamento si può chiamare senza timore la Guardia Costiera (numero 1530), o rivolgersi all’avvocato.
Le foto di questo servizio sono state fatte all’isola d’Elba, grazie alla collaborazione con Biodivers.