Da alcuni anni molte associazioni per la conservazione della natura hanno scelto la data del 14 luglio per la giornata mondiale dello squalo, lo Shark Awareness Day. Noi come subacquei siamo gli unici che, l’ho già detto altre volte, quando qualcuno grida “Squalo” andiamo verso l’acqua, muovendoci controcorrente rispetto alla folla che se ne allontana. Ma perché abitualmente ha la fama di mangiatore di uomini, di mostro marino affamato di carne umana?
Nel Mondo del Silenzio, il famoso e per molti versi magnifico documentario del 1956 di Jacques Cousteau e Luis Malle, che aprì gli occhi di molti sulla bellezza di tutti i fondali, ad un certo punto un piccolo capodoglio, ferito da una manovra incauta della nave, è attaccato dagli squali, e contro i “mostri del mare” si scatena l’odio dei marinai, che si concretizza in una mattanza feroce. Purtroppo ai tempi nella percezione comune lo squalo (in genere) era visto come un mostro ottuso e miope, capace di attaccare e divorare qualsiasi cosa, inclusi bagnanti e subacquei. La scarsa conoscenza (si era agli albori dellla subacquea) portava a dipingere il mostro a tinte fosche.
E chi, almeno della mia generazione, non è stato terrorizzato dal film Lo Squalo di Steven Spielberg (1975), in cui l’animale è mostrato come una spietata macchina assassina, un simbolo, ma per la maggior parte del pubblico diventa un pericolo concreto, che mentre facciamo il bagno ci potrebbe addentare i piedi e tirare giù.
Per fortuna le cose stanno lentamente cambiando: ci si è accorti che per 5-6 persone uccise ogni anno dagli squali circa 100 milioni di squali sono pescati e uccisi, spesso barbaramente, dall’uomo. E allora chi è il vero mostro?
Lo squalo di solito non attacca l’uomo: delle oltre 500 specie di squalo esistenti la maggior parte si nutre di pesci, o, nel caso dello squalo bianco di mammiferi marini con molto tessuto grasso, altamente energetico. Se uno squalo assaggia un uomo di solito lo fa perché lo scambia per qualcos’altro, o per provare qualcosa di nuovo. Ovviamente però un morso di squalo, anche se dato per errore o per gioco, può avere effetti devastanti, non dimentichiamolo. Rispetto dovrebbe essere la parola magica, verso chi può farci molto male.
Oggi la biologia sa che lo squalo è un animale intelligente e vigile, che i suoi sensi molto acuti lo rendono capace normalmente di non identificarci con una preda e di scartarci a priori.
C’è bisogno di una Giornata Mondiale dello Squalo?
Al contrario noi cacciamo attivamente molti squali. Lo facciamo per le pinne, ingrediente apprezzato di una zuppa cinese, che alimenta un traffico sotterraneo e molto remunerativo, per cui spesso gli squali sono sottoposti alla pratica del finning, cioè il taglio delle pinne dell’animale ancora vivo, che poi è ributtato in mare dove morirà di una morte lenta e atroce. Le pinne si disseccano e si nascondono, mentre il corpo dell’animale, di poco pregio, è ributtato.
Ma gli squali sono pescati anche con strumenti (spesso banditi) come reti derivanti o palamiti pelagici, e sono venduti a tranci, etichettati con nomi che il consumatore medio spesso non associa con lo squalo (verdesca, palombo, nocciola) o anche come pesce spada (frode alimentare molto comune).
Oggi esiste una giornata mondiale dello squalo. Oggi sono diverse le specie classificate dalla IUCN a vari livelli di pericolo di estinzione e protette dalla CITES, che ne regola o impedisce il commercio. Ma questo continua, in modo più o meno sotterraneo.
Gli squali sono animali che maturano sessualmente in età avanzata (15-20 anni, o anche più in certe specie) e che, da questo momento, producono discendenti con un ritmo molto lento: in certi casi come quello dello spinarolo partoriscono 1-2 cuccioli dopo una gravidanza di 24 mesi. Quindi anche in caso di sospensione della pesca sarebbero necessari tempi molto lunghi per vederne gli effetti.
I movimenti ambientalisti negli anni ’60 e ’70 ottennero successi importanti sulla conservazione dei cetacei, ma delfini e balene hanno il vantaggio di avere gli angoli della bocca girati in su, in un sorriso perenne, fanno simpatia. Lo squalo ha la bocca in giù, denti minacciosi, non attacca quasi mai l’uomo ma se lo attacca fa molto male e finisce su tutti i media con molto clamore. Le cose stanno cambiando per lui, ma molto lentamente, troppo.
Per celebrare la giornata dello squalo noi subacquei, che lo cerchiamo attivamente, che facciamo il possibile per incontrarlo e vederlo, che sappiamo quale tragedia sarebbe la sua scomparsa, possiamo impegnarci e fare del nostro meglio per spiegare a chi sub non è, a chi non l’ha mai visto, che lo squalo è bello, è un magnifico e antichissimo predatore, intelligente e con sensi acutissimi, e ha un ruolo prezioso nell’ecosistema.
Scubazone n. 45, è dedicato agli squali, contiene spunti interessanti, molti articoli e testimonianze.
Scubazone n. 39 ha un interessante articolo di Laurent Ballesta su un esperimento fatto a Fakarava, in Polinesia.