Al giorno d’oggi è facile trovare video sui social media e su internet, dove si vedono animali terrestri e marini che a causa dell’impatto antropico sul nostro pianeta affrontano una morte lenta e dolorosa. Tuttavia, quando arriva il giorno in cui ti trovi davanti al pesce più grande del mondo bisognoso di aiuto le cose sono ben diverse rispetto ad essere a casa comodamente seduti sul divano a vedere la TV.
Una bellissima immersione. L’incontro con uno squalo balena, uno squalo volpe, una gigantesca manta oceanica nella punta nord dell’isola di Fuvahmulah, all’estremo sud delle Maldive. Mentre i subacquei stavano lentamente risalendo sul nostro Dhoni, la nostra guida Gianluca, che si trovava già a bordo, ci urla: “squalo balena!”. Rimetto la maschera sul viso e guardo sott’acqua. Un maestoso animale si dirige verso di noi con una cima enorme attorno al collo incastrata sulle pinne pettorali.
Quasi tutti gli squali, a causa della loro morfologia, hanno pinne pettorali fisse e sono obbligati a nuotare incessantemente per respirare, quindi era praticamente impossibile che si riuscisse a sfilare la grossa cima dalla parte anteriore del corpo.
Il salvataggio del gigante
Senza pensarci due volte, metto l’erogatore in bocca, sgonfio il GAV che mi faceva galleggiare in superficie e mi immergo nuovamente andando in contro a questo enorme animale di sette metri circa. Era una femmina e non sembrava affatto spaventata dalla mia presenza anzi sembrava chiedermi aiuto. Decido, a quel punto, di intervenire, sfodero il coltello subacqueo che ho sempre con me, mi attacco con una mano alla grossa cima che avvinghia l’animale e inizio a tagliare.
Dopo pochi istanti mi raggiunge il mio collega ed amico Antonio Di Franca. Tutti e due ci siamo fatti trasportare da questo gigante degli oceani per circa dieci minuti arrivando ad una profondità massima di quattordici metri. Antonio fortunatamente riesce a tagliare la cima, l’animale per un momento si ferma, si mette in verticale e capisce che è libero. Ci allontaniamo subito perché possa andarsene. Invece lei si gira piano, resta ferma un attimo… e poi va giù verso il blu degli abissi. È libera.
Eravamo lontani dalla barca, da soli, e non sapevamo nemmeno dove, ma avevamo una quantità enorme di adrenalina in corpo. Eravamo commossi e pieni di gioia per essere riusciti a liberarla.
L’autore fa parte dello staff di un’imbarcazione di Macana Maldives, un operatore che si distingue per l’attenzione e la sensibilizzazione verso le tematiche ambientali.
Guarda il video con le fasi del salvataggio: