Non sono un fanatico, uno che si porterebbe a letto l’erogatore, ma sono convinto che alla fine dell’immersione sia buona norma dedicare un poco di tempo al risciacquare, asciugare, e riporre con attenzione l’attrezzatura. Per prolungarne la vita e per mantenerla efficiente.
Se qualcosa ti abbandona nel momento in cui ne avresti più bisogno, di solito è colpa tua! Dal buon funzionamento della tua attrezzatura subacquea dipendono la riuscita dell’immersione, il tuo divertimento durante la pratica del tuo hobby, e, senza voler fare per forza la parte del saccente, la tua sopravvivenza o per lo meno il modo di evitare incidenti e stress.
I nemici principali della tua attrezzatura, come saprai dal tuo corso, sono il sale e il sole.
Il sale disciolto nell’acqua di mare può accelerare l’ossidazione dei metalli. Con l’evaporazione dell’acqua (dovuta al calore del sole) forma cristalli che possono bloccare i cursori delle zip, le valvole delle bombole, le valvole degli erogatori (che per fortuna sono costruite in modo da bloccarsi solo in posizione aperta, di flusso continuo). Il sole di per sé stinge e invecchia i materiali delle attrezzature sub.
risciacquare e riporre l’ attrezzatura sub
Sciacquare bene ogni parte dell’attrezzatura in acqua dolce è il solo rimedio valido. E ricordati che non è vero che dopo un’immersione in piscina non si debba sciacquare l’attrezzatura, è sempre meglio farlo, per togliere i residui di cloro.
- Sciacqua subito dopo l’immersione o appena puoi: se lasci asciugare senza sciacquare il sale cristallizzerà.
- L’acqua tiepida è più efficace nello sciogliere i cristalli di sale. Ogni tanto, soprattutto se l’abbiamo trascurata per un po’, facciamo fare un giro in acqua tiepida alle nostre attrezzature.
Poi dobbiamo farle asciugare. OK, il modo più veloce per asciugare le attrezzature è metterle al sole, ma i raggi UV hanno un altro effetto: stingono i colori, li sbiadiscono. La luce del sole può danneggiare le mute, le fruste, tutti gli oggetti di gomma o di plastica, gli o-ring, anche rendendoli rigidi e fragili.
Quindi appendi la tua attrezzatura a sgocciolare all’esterno, meglio se all’ombra. Uno spazio coperto e ben ventilato è l’opzione ideale, tienila lontana dalle fonti dirette di calore.
Rovescia la muta (dentro/fuori) prima di asciugarla: se hai una muta umida, specialmente se devi usarla di nuovo, è meglio che si asciughi bene l’interno che va a contatto con la pelle, no? Se hai una muta stagna appendila ad asciugare a testa in giù per evitare che l’acqua che sgocciola bagni l’interno.
Molti diving center mettono a tua disposizione vasche per il risciacquo, ma se l’acqua non è cambiata spesso con i risciacqui continui si riempie di sale e perde efficacia. È il motivo per cui molti centri forniscono una vasca separata (e vi cambiano l’acqua spesso) per gli oggetti più sensibili al sale, come erogatori, computer, attrezzature fotografiche. Una doccia o un semplice tubo può essere una scelta preferibile, permette tutto sommato di risparmiare acqua e di togliere bene il sale. Se devi usare la vasca, per praticità, lascia a bagno la tua attrezzatura almeno per qualche minuto.
Il GAV va sciacquato con cura anche all’interno, riempito e svuotato. Infatti se vi penetra un po’ di acqua salata, i cristalli di sale possono pregiudicarne la tenuta. Poi il problema diventa asciugare la parte interna, che resta facilmente umida e diventa un terreno di coltura ideale per funghi e batteri. Il modo migliore per asciugare la parte interna è gonfiare il GAV un paio di volte e lasciarlo asciugare gonfio.
Computer: dedica un minuto ad asciugare i contatti, magari con un poco di cotone o di carta igienica: se restano umidi in molti modelli faranno rimanere acceso il computer esaurendone più in fretta le pile. In linea di principio evita di usare alcol, benzina o solventi, che potrebbero corrodere certe parti. Certi costruttori consigliano di tener puliti i contatti del computer con poco alcol, applicato appunto con un batuffolo di cotone, che asciuga subito e toglie l’umidità. Se vuoi usarlo, fallo, ma senza esagerare, avendo cura di limitare l’applicazione alle sole parti metalliche e di togliere gli eccessi con cotone asciutto.
Erogatore: va sciacquato con attenzione perché ha molte parti dove possono formarsi cristalli di sale. L’acqua non deve entrare nel primo stadio, che quindi va sciacquato chiuso, col suo tappo in posizione (ricordalo, prima di lasciare l’erogatore nella vasca). Il pulsante del secondo stadio non va premuto durante il risciacquo: se manca la pressione dell’aria così facendo si provocherebbe la risalita di acqua nella frusta e verso il primo stadio.
La muta si può mettere in lavatrice? E i calzari, che dopo qualche uso puzzano? Io lo faccio a volte (magari di ritorno da un viaggio), per comodità, usando poco detersivo per capi delicati e una centrifuga molto debole.
Devo ammettere che personalmente non uso quasi mai disinfettanti, ma molti li raccomandano specie per boccagli, maschera, interno del GAV. Usali con moderazione, anche per evitare di immetterne grandi quantità in ambiente.
I cristalli di sale ma anche depositi di calcare, sabbia, sporcizia, possono bloccare la zip, tutte le zip di mute, calzari, borse. Puliscile sempre con cura, periodicamente applica un poco di olio o silicone lubrificante per mantenere il meccanismo efficiente.
Tutto quello che resta nelle tasche del GAV di solito non è mai sciacquato. Vuoi pensarci ogni tanto? Almeno alla fine di una serie di immersioni dedichiamo un minuto anche a srotolare e sciacquare con cura il pedagno, eventuali coltelli o simili (oggetti metallici andrebbero trattati bene per evitare che si ossidino). Appendi il pedagno ad asciugare parzialmente gonfio.
Maschera: asciuga bene con un asciugamano la parte tra vetro e silicone (gomma), dove più facilmente si deposita il calcare che ne accorcia la vita, e proliferano batteri e funghi.
Pinne: sono resistenti, ma non amano il caldo. Se messe in posizione sbagliata (fai riferimento anche alle istruzioni specifiche del costruttore) possono incurvarsi e diventare meno efficienti.
Infine è il momento di riporre le attrezzature, tra un’immersione e la successiva
Il GAV si mette via parzialmente gonfio e appeso, gli erogatori idealmente andrebbero appesi, si possono anche riporre in una scatola o in una borsa facendo attenzione che le fruste non prendano una piega troppo stretta.
La muta stagna va riposta quando è asciutta, dentro e fuori, meglio se appesa a testa in giù con le cerniere chiuse. In alternativa coricata su un piano, ma attenzione a non impilarla sotto oggetti pesanti. Attenzione sempre alle zip, a non dar loro pieghe innaturali, tienile pulite e lubrificate. Usa talco (meglio se non profumato) sulle guarnizioni di lattice per evitare che si incollino tra loro.
Torce: se vengono riposte per un lungo periodo meglio togliere le batterie, che potrebbero rilasciare acidi.
Un discorso a parte lo meritano le bombole: è quasi impossibile evitare che ci entri umidità. Una buona norma è di non lasciarle mai svuotare completamente perché quando la pressione interna diventa uguale a quella esterna l’acqua può entrare dalla rubinetteria. In tutti i casi un poco di condensa si può formare anche durante la ricarica. Quando le riponi, evita di svuotarle completamente, e anche di riporle coricate, riponile in piedi. Se c’è dentro un poco di umidità che promuove corrosione, è meglio che corroda il fondo della bombola, più spesso delle pareti laterali.
Quindi meglio metterle via in piedi, assicurandoti che non possano cadere.
Se le lasci per molto tempo cariche, considera che processi di corrosione (= ossidazione) a lungo andare potrebbero ridurre la percentuale di ossigeno nella miscela.