Scrivere sott’acqua?
In fondo noi biologi lo abbiamo sempre fatto, ed è una parte molto importante del nostro lavoro.
Teniamo presente che, volere o no, sott’acqua per l’effetto dell’azoto respirato sotto pressione siamo tutti un poco più stupidi. Anche fuori dell’acqua, se facciamo delle osservazioni interessanti ci insegnano che è meglio scriverle, annotarle, anche in fretta perché se non scriviamo tutto a fin giornata ci dimenticheremo molte cose importanti. Figuriamoci se aggiungiamo anche un pochino di effetto Martini.
Osserviamo un fenomeno interessante, una specie sconosciuta, un comportamento mai visto prima? Una breve annotazione, magari accompagnata da uno schizzo, ci aiuterà a ricordarlo e a ricostruirlo. Già, uno schizzo aiuta molto la memoria. Non c’è bisogno di essere Giotto. Vediamo un pesce mai visto prima, con una macchia in posizione particolare? In un attimo il profilo del pesce è schizzato sul foglio, con la sua macchia nella posizione corretta, con cui andremo poi, all’asciutto, a sfogliare libri e siti web.
tutti scrivono
Non siete biologi? Non importa, tutti possono avere il desiderio di ricordare, di fissare in due parole e un veloce disegno le nostre osservazioni. Non tutti siamo fotosub, ma in cambio tutti facciamo osservazioni interessanti, che non è facile comunicare sott’acqua al nostro buddy o memorizzare nel dettaglio. La memoria dura poco (mannaggia, cosa volevo dirti?), una annotazione rimane.
Lo abbiamo sempre fatto dicevo, e il nostro foglio era la lavagnetta di plastica, che a fine immersione spesso sembrava un campo di battaglia, coperto di annotazioni, schizzi, note scritte in ogni direzione che solo noi avremmo saputo decifrare, e non sempre. Atlaua ha concretizzato una buona idea, che riprende in un certo senso il modo di lavorare di molti giornalisti e scrittori on the road del secolo scorso: rendiamo impermeabile il taccuino. Atlaua è un marchio che crea articoli di cartoleria destinati ad un uso in condizioni estreme, grazie all’utilizzo di materiali altamente tecnologici.
taccuino subacqueo, il test
Ho avuto modo di provare e far provare il taccuino subacqueo nel corso di un workshop sui pesci di reef organizzato dall’università di Milano – Bicocca, a cui ho preso parte come insegnante, e poi in Indonesia, in un tour fotografico. In entrambe le situazioni ho usato in modo intenso il taccuino per le mie annotazioni, apprezzandone molto e mettendo a dura prova alcune caratteristiche.
Il taccuino atlaua è forte: anche sottoposto a continue prese e strattoni con le mani resiste, le pagine non si staccano. La malleabilità fa in modo che lo si possa maltrattare, sfogliandolo malamente per cercare una pagina bianca, come un poco tutti facciamo sott’acqua. La copertina in neoprene lo rende galleggiante, ed è facile trovarlo appeso al GAV, ma non è troppo leggero, ha l’assetto giusto per maneggiarlo bene. La carta di origine minerale è anche una scelta ecologica, che risparmia gli alberi.
E a fine giornata la lavagnetta andava cancellata, copiata in bella e ripulita con il sapone dei piatti per poterla riutilizzare. Il notes subacqueo non si cancella mai, le annotazioni originali rimangono fissate sulla pagina, non sbiadiscono. Si gira pagina e si ricomincia.
Un piccolo suggerimento per migliorare un prodotto già ottimo: l’aggiunta di un segnalibro che aiuti a ritrovare le ultime cose scritte, potrebbe essere utile in qualche occasione.