Clara Sonzogni, 41 anni, si occupa di IT & Web marketing, grafica e pubblicità, dal 2014 presso la Nosytour. Laureata in Ingegneria informatica al politecnico di Milano, gestisce, insieme a Fulvio Paparella, il Libeccio Tek Diving a Genova. Istruttore CMAS e PADI e subacquea tecnica sia in circuito chiuso che in circuito aperto.
L’ho conosciuta come cliente del mio diving in Indonesia, una buona decina di anni fa. Poi l’ho rivista più volte collaborando con Nosytour, la rincontro molto volentieri nella veste di subacquea tecnica e di manager di un diving center per questa intervista.
Clara soprattutto è una donna che ha fatto carriera, con successo, in un campo che è ancora di dominio maschile, o per lo meno così è considerato.
Subacquea tecnica: perché, come è nata la passione.
Ho cominciato a fare immersioni ricreative all’inizio del 2000, in Mar Rosso e ho subito continuato con i corsi avanzati. Con l’idea di fare del mio hobby un’attività professionale è venuto spontaneo approfondire l’immersione tecnica, che in quel momento era in forte crescita.
La subacquea tecnica è spesso vista come un’attività da “uomini duri”. Sei d’accordo? Come vedi la donna nella subacquea tecnica?
Quello che dici è ancora vero, almeno in Italia. A praticare l’immersione tecnica sono soprattutto gli uomini, il numero delle donne è ancora decisamente inferiore, ma in crescita.
Senza dubbio, questo è un dato oggettivo, le donne non possono essere paragonate per forza agli uomini e il fatto di dover trasportare e indossare attrezzature certamente più pesanti rispetto al classico “mono” tende a scoraggiarle dall’intraprendere il percorso tecnico.
Un’altra delle ragioni deriva dalla maggior propensione degli uomini a voler dimostrare qualcosa a sé stessi (e agli altri), a volersi distinguere e a voler superare i propri limiti (troppo spesso infatti si vedono foto di profili di immersione e di profondità raggiunte), comportamento che nella donna è meno presente. La donna è adattissima all’immersione tecnica, per la sua grande concentrazione, per la meticolosità con cui apprende e applica le tecniche di immersione, per la capacità di problem solving e, non per ultimo, per la costituzione fisica che la porta a consumare meno gas.
Ho precisato all’inizio che questa è la situazione italiana: nelle nazioni del nord Europa la differenza è minore, sovente mi capita di vedere gruppi in cui il numero delle donne eguaglia o addirittura supera quello degli uomini.
Libeccio Tek Diving è un diving tutto dedicato all’immersione tecnica?
Come Libeccio “Tek” Diving nasciamo con lo scopo di dare supporto a tutti i subacquei tecnici di qualunque didattica e con qualunque livello di brevetto, sia che si immergano a circuito chiuso che in circuito aperto, offrendo un adeguato supporto logistico e tecnico oltre a dei bellissimi siti di immersione. Siamo completamente equipaggiati per ricaricare qualunque miscela nitrox/trimix e ossigeno puro e possiamo fornire stage/bailout, bombolini e materiale filtrante per i rebreather (che sono un po’ la nostra passione e la nostra specialità). Abbiamo un grande gommone da 10 metri con una comoda spiaggetta posteriore e una robusta scala in acciaio a pioli appaiati studiata e costruita su misura proprio per permettere comode risalite a tutti anche con pesanti attrezzature.
Il nostro punto di partenza, nella marina del porto di Genova, ci consente di poter raggiungere con brevi tempi di navigazione, tutti i principali e più bei relitti del golfo Genovese, dall’U-boot U-455 alla Haven passando per il VAS, l’UJ-2208, l’Ischia e molti altri. Nel golfo di Genova riposano molti relitti, carichi di storia, quasi tutti affondati nella seconda guerra mondiale, e noi siamo da sempre grandi appassionati di relitti.
Però non ci limitiamo alla sola immersione tecnica: siamo aperti anche alla subacquea ricreativa che, soprattutto nei mesi più caldi, diventa una componente fondamentale della nostra attività. Operiamo all’interno della Area Marina Protetta di Portofino, ricchissima di interessanti siti di immersione naturalistica, ma non solo! Organizziamo anche immersioni inedite lungo la Crena, una spettacolare dorsale rocciosa che si estende da Bogliasco fin quasi al promontorio, e per i sub più esperti sulla Secca dei 2 balconi, davanti ad Arenzano, che con le sue bellissime gorgonie non può mancare nella lista delle immersioni da effettuare in Liguria.
Rebreather e fotosub. Sembrerebbe la soluzione ideale, qual è il tuo parere?
Da un lato devo dire che col rebreather ci si muove sott’acqua perfettamente integrati nell’ambiente circostante quasi senza emettere bolle, e si sa che le bolle fanno rumore e sono l’elemento principale che mette in fuga i pesci. Quindi sì, chi ama fotografare i pesci si innamorerà del reb a prima vista (o almeno per me è stato così).
D’altro canto il mantenimento dell’assetto con il rebreather, soprattutto a basse profondità, che poi sono quelle dove si scattano le migliori fotografie naturalistiche, risulta meno automatico rispetto al circuito aperto così come più difficoltosa risulta la gestione della corrente che spesso è teatro dei migliori incontri subacquei. Insomma, ognuno dovrebbe cercare la soluzione migliore in base alle proprie caratteristiche e alla circostanza.
Non stai mai ferma, hai sempre nuove idee, che mi dici di x-trim divers?
Nell’ottica di diversificare l’offerta di Nosytour, abbiamo creato un brand specializzato nell’organizzare viaggi verso alcune destinazioni particolarmente gradite ai subacquei tecnici. Si tratta per lo più di zone con molti relitti, come Coron alle Filippine o la laguna di Truk in Micronesia, o con grotte spettacolari, come lo Yucatan con i suoi Cenotes. La nuova attività sta ingranando molto bene con i gruppi precostituiti, purtroppo con i subacquei singoli si scontra con gli interessi dei diving center locali che privilegiano i subacquei ricreativi, che rappresentano il grosso della loro clientela. Non possiamo mandare 2 subacquei tecnici sulla stessa barca con dei sub ricreativi, che hanno tempi completamente diversi (45-60 minuti di immersione). Ma crediamo fortemente nell’idea per cui andremo avanti!
Qual è la tua immersione preferita?
Come hai capito amo i relitti, ma è difficile fare una graduatoria. Non sono una fanatica del “ferro” fine a ste stesso, amo piuttosto l’atmosfera generale che il relitto offre, un misto tra il relitto con la sua storia spesso tragica e la vita che lo ricopre e lo circonda. In Italia l’immersione che ho amato di più è senza dubbio quella sul relitto del Valfiorita nello Stretto di Messina, mentre uscendo dai limiti del nostro mare il mi tuffo prererito resta, nonostante i miei numerosi viaggi in giro per il mondo, Kandooma Thila in Maldive, atollo di Male Sud, per la grandissima concentrazione di grossi pelagici (che trovo sempre molto attraenti) e soprattutto per la varietà degli incontri.
Il mio grande sogno nel cassetto però, sin da quando ho iniziato a fare immersioni tecniche, è quello di scendere sul relitto dell’U-boot U-455, un sommergibile carico di storia e di fascino (per via della sua unica e inusuale posizione) e fiore all’occhiello del nostro diving … che il 2019 sia l’anno giusto?
Progetti per il futuro?
Ingrandire il diving, come vedi siamo ancora un poco allo stretto, ma… stiamo crescendo.