Autore: Simonetta Troiani
Cosa fare quando ti capita una bella convention
di lavoro proprio nel cuore del Mar dei Caraibi? Ci si documenta immediatamente
per capire se al posto della valigia con dentro il tailleur e le scarpe eleganti
sia più opportuno portare la borsa dell’attrezzatura subacquea. E sia! Location:
Repubblica Dominicana, Bayahibe. Siti di immersione interessanti: presenti!
Dunque si procede con la ricerca di un diving che abbia buone valutazioni, ci si
mette subito in contatto via email e presi accordi si preparano i bagagli: 18 kg
attrezzatura subacquea e miseri 4 kg abbigliamento da congresso. Non sarò la più
elegante del convegno ma sicuramente mi divertirò un mondo! Obbiettivo: passare
sott’acqua tutto il tempo che posso sottrarre ai lavori ed alle relazioni.
Ovviamente nei limiti della decenza.
Il secondo giorno dall’arrivo faccio conoscenza con il Coral Point Diving, al
quale mi appoggio per le immersioni. Loro stessi mandano una navetta a prendere
me e le mie solite amiche “subbe” all’hotel nell’ora già stabilità via email,
puntuali come orologi svizzeri, monitorati dalla precisione della bellissima
Diana, che con competenza ed estrema pazienza si occupa dell’aspetto
organizzativo-amministrativo. L’ambiente è molto carino, i locali si trovano
direttamente sulla spiaggia di Bayahibe. E’ una piacevole struttura composta da
tre case di legno bianche e blu, una per la segreteria, una che funge da
deposito attrezzature ed una per la reception, quest’ultima sormontata da una
fantastica veranda panoramica che guarda il Mar dei Caraibi e che viene
utilizzata come aula didattica. Più un gradito bar.
A pochi metri pronta la barca da sub ormeggiata
proprio davanti i locali del diving. Tutti gli spazi all’ aperto sono coperti da
tettoie, dunque le operazioni di montaggio/smontaggio dell’attrezzatura e
vestizione muta sono sempre, con sollievo enorme, effettuate all’ombra e questo
sotto il sole caraibico non è poco.
Con enorme piacere mi rendo conto che lo staff
è composto soprattutto da italiani, a cominciare da Gianluca, il titolare,
istruttore sub e biologo marino che, unendo le sue competenze tecniche a quelle
accademiche, ha dato vita ad una intensa collaborazione scientifica con
l’Università di Santo Domingo per monitorare, salvaguardare e ripopolare la
barriera corallina della zona. Davvero un bel lavoro e motivo di orgoglio che
sia proprio un gruppo di connazionali a portarlo avanti.
Viva Shallow, Dominicus Reef, Catalina Wall, Catalina Acquarium, El Penon.
Le immersioni vengono effettuate nell’area del
Parque Nacional del Este, riserva naturale dal 1975 che occupa la zona sud
orientale della Repubblica Dominicana comprese le isole di Saona e Catalina e
che copre una superficie di 792 km2 dove la natura è generosamente rigogliosa
dentro e fuori dall’acqua, con distese di palme e di mangrovie su spiaggie di
fine sabbia bianchissima, uccelli migratori ed endemici, nonchè rettili
peculiari come una specie di iguane, non più numerose purtroppo, che vivono
sulla costa ed all’interno del Parco. Sull’Isola di Saona, in un villaggio
chiamato Mano Juan un pescatore locale ha istituito il Santuario delle
Tartarughe (una semplice capanna di legno ed onduline) e raccoglie le piccole
tartarughe Caretta Caretta, le verdi e le embricate appena le uova si schiudono,
le cura amorevolmente finchè, entro poche ore, quando le condizioni sono
favorevoli, le libera in mare di notte, salvandone molte dall’attacco di uccelli
ed altri animali che se ne cibano nel mentre che compiono il percorso periglioso
dalla spiaggia.
Effettuiamo le immersioni sotto la supervisione e la guida di Stefano,
affidabile istruttore proveniente da quel di Velletri con un bagaglio zeppo di
avventure ed esperienze di vita, che ne rendono la compagnia interessante anche
fuori dall’acqua durante i tragitti in barca verso i siti. Tuffi rilassanti,
acqua 28 gradi, bassa profondità (difficilmente si superano i 20 mt), niente
correnti, adatte a divers di ogni livello, tutte caratterizzate dalla presenza
di spugne di ogni forma, dimensione e colore adagiate tra cespugli di corallo di
vario genere, duro, molle, corallo nero, verde, alte colonne di dendrogyra
cylindrus, ricoperte di corti e fitti polipi che le fanno sembrare quasi
rivestite da una sorta di pelliccetta semovente.
Tra spettacolari gorgonie che formano ventagli
ricamati di colore indaco ti imbatti in spugne tubulari azzurre di varia altezza
disposte una vicina all’altra a sembrare le canne dell’organo della Sirenetta.
Altre spugne color giallo intenso o arancio con la forma di enormi vasi ospitano
spesso al loro interno un bel gambero arancione in compagnia di una lumachina,
vicini vicini chissà cosa si diranno….
ancora spugne dalle forme piu strane, a
volte grandiose come monumenti, quasi fossero castelli o cattedrali. Anche le
aragoste sono numerosissime, di dimensioni davvero ragguardevoli ed agitano
elegantemente le loro antenne fuori dalle spelonche dove hanno trovato casa e
riparo.
Tra tutto questo colore c’è il via vai dei pesci della barriera, damigelle,
sergenti maggiori, pesci farfalla, pesci angelo, branchi di azzannatori gialli a
righe azzurrine.
Tra i coralli si affacciano murene grandi e
piccole, marroni, maculate, zebrate, alcune talmente sottili da sembrare
serpenti rigati, pesci palla e pesci scatola e, semiricoperti di sabbia, si
mimetizzano dei bei trigoni bianchi dai contorni fosforescenti pronti a
svignarsela con disinvoltura se il sub diventa particolarmente invadente.
Numerosi pesci trombetta belli cresciuti danzano insieme dondolandosi intorno ai
cespugli di corallo, mentre con un buon colpo d’occhio ed un pizzico di fortuna
ci si può imbattere in un piccolo graziosissimo cavalluccio marino avvinghiato
col codino ad un’alga.
Ospite decisamente sgradito in questi luoghi è, invece, il lion fish, che per
una serie di circostanze, per lui fortunate, ha trovato un ambiente molto
favorevole e si sta riproducendo fuori controllo mettendo in serio pericolo
l’esistenza di altre specie endemiche che fungono da lauto pasto. Per questo
motivo viene pescato senza rimorsi per essere consumato a sua volta, cotto a
puntino da chi lo sa cucinare e, a detta della nostra guida l’ istruttore
Stefano da Velletri, la sua carne è molto gustosa. E se lo dice lui ci possiamo
credere davvero.
In ogni modo i lion fish con quello spiegamento dei raggi delle pinne sono
sempre molto belli da osservare e sono tra i soggetti preferiti per uno scatto
fotografico, soprattutto quando ne trovi tre o quattro vicini vicini in un
angoletto o sotto un bel Pachyseris a spettegolare sul vicinato.
Questo coloratissimo ecosistema dà sfoggio di
se su pareti, come Catalina Wall o pianori sabbiosi, come Acquarium, Dominicus
Reef, Viva Shallow, quest’ultimo di discreto interesse per essere stato anche
dichiarato museo sommerso, in quanto luogo di naufragio nel 1724 del galeone
spagnolo Nuestra Senora de Guadalupe, affondato in seguito ad un violento
uragano. Purtroppo del galeone è andato tutto perduto a parte i cannoni ed una
enorme ancora che giacciono ancora sul sito.
In altri casi l’allegra compagnia di coralli, spugne, pesci and co.
colonizza relitti di navi piu recenti come la St George e la Atlantic Princess,
ricoprendo i resti di ferro arrugginito con nuove forme e colori, ridando vita a
ciò che sembrava perduto per sempre.
Dunque se state pensando ad una bella vacanza rigenerante vi consiglio di
prendere seriamente in considerazione Bayahibe, Repubblica Dominicana:
immersioni coloratissime e rilassanti di giorno e ritmi latino americani, mojito
e pina colada la sera, in un cocktail strepitoso di rhum, azoto e tanta tanta
allegria. Ricordatevi però di andare a dormire ogni tanto!!!
L’irresistibile staff del Coral Point Diving
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