È vero che non saranno proprio sexy, questi due “lumaconi” bitorzoluti che non si capisce quasi dove abbiano la testa e dove i piedi, ma vedere due Umbraculum umbraculum che si accoppiano – per un subacqueo che abbia interessi naturalistici e attraverso le immersioni voglia conoscere un po’ meglio lo straordinario “pianeta nel pianeta” che è il mondo sommerso – è comunque un’esperienza emozionante. Fotografarli poi, dà la bella gratificazione di essere testimone e di documentare un momento importante in natura, grazie alla fortuna di “trovarsi nel posto giusto al momento giusto”. Senza “barare” (si fa per dire) mettendo una fotocamera fissa in un acquario o roba del genere, pratica sicuramente più produttiva dal punto di vista della conoscenza di un semplice scatto rubato nell’infinito blu, ma meno emozionante.
Il “posto giusto e il momento giusto” per quanto riguarda la foto di questo servizio sono Punta Scaletta a Giannutri, sabato 8 giugno 2019, poco prima di mezzogiorno, in immersione con Argentario Divers e con le guide Letizia Mitri e Giovanni Rossi, biologo marino, quasi a fine immersione a una profondità di circa 10 metri. Fidato buddy Maurizio Berruti.
L’Umbraculum umbraculum soprattutto nei mari della Toscana non è difficile da avvistare, in quanto piuttosto diffuso e perché – anche se è abbastanza mimetico – è un gasteropode (una lumaca subacquea, “parente” dei nudibranchi) bello grosso: fino a 19 centimetri dice la “bibbia” di Egidio Trainito e Mauro Doneddu “Nudibranchi del Mediterraneo”, che all’Umbraculum dedica in verità giusto tre righe (sarà sempre perché è bruttarello, poveretto? Mah…), specificando che ha una conchiglia piatta lunga fino a 75mm, spesso coperta di alghe o altri organismi incrostanti, che si nutre di spugne e che è cosmopolita. Anche se per esempio avvistarlo nel Mar Ligure è molto meno frequente.
«Allo stato attuale degli studi sull’Umbraculum le conoscenze sono limitate», dice Giovanni Rossi, biologo marino. «La differenza di colore sembra essere dovuta all’età: gli esemplari più giovani sono arancioni mentre gli adulti diventano marroni. L’ermafroditismo è simultaneo, come in tutto l’Ordine tassonomico dei Notaspidea. Si riproducono in posizione “head-to-head” (testa-testa). La deposizione (trasferimento di uova tra individui) avviene tramite un “nastro” non spiralato lungo circa 100 cm e con 22 mm di diametro».
Quello che sorprende è il numero di uova: «Il numero di capsule che contengono uova per centimetro quadrato del nastro è stimato in circa 46.000 con una media di circa 37 uova per capsula. Per un totale di 4.5 milioni di uova».
Ma i mari della Toscana devono essere particolarmente “piccanti” per i nudibranchi perché lo scorso anno, a metà maggio a Punta della Fica a Capraia, ebbi la fortuna di assistere a uno spettacolo forse ancora più emozionate: cullate dalla risacca, aggrappate alle colonie di idrozoi, decine e decine di “grappoli” di cratene erano intente a un vero e proprio baccanale. Naturalmente in quel momento, in ossequio alla legge di Murphy, il flash era in panne e fui costretto a fare quel che si poteva con la luce pilota, un po’ aggrappandomi con un dito alle rocce un po’ ricorrendo ad apnee e abbandonandomi alla risacca per dondolare insieme a loro. Ma anche se nutrivo poche speranze sul risultato, con i dovuti omaggi a “San Raw”, ne uscirono scatti utili a documentare quel groviglio di rinofori e cerata, con tanto di ovature sparse qua e là a dimostrazione del “fatto compiuto”, foto che anche se non rendono giustizia alla estensione del “festino” (erano distribuite ovunque per quattro o cinque metri) possono comunque dare una idea di quel che stavano combinando lelussuriose lumachette subacquee.
Ermafroditi, dotati di entrambi gli organi sessuali, i nudibranchi sono in grado – pare – di accoppiarsi tra loro così come di “fare da sé” ed autofecondarsi.
Qualcosa in più del banale autoerotismo, insomma, quell’hobby tanto elogiato da Woody Allen che affermava ironicamente che quello sarebbe l’unico modo per “fare sesso con una persona che si stima veramente”! Quello che fanno queste lumachine subacquee è decisamente più evoluto e comunque si può dire che loro, “in bianco”, non ci vanno mai; anche se sono sperduti nel blu dipinto di blu…
E comunque sia, anche se hanno queste chances sconosciute al genere umano, pure loro pare che preferiscano trovarsi uno (o più!) bel partner sexy piuttosto che cantarsela e suonarsela da sé. Così la riproduzione avviene per fecondazione interna attraverso la copula; anzi, dato che sono ermafroditi simultanei, si intrecciano in lunghissime catene e praticano l’accoppiamento incrociato. Altro che Tinto Brass!