Autore: Cristian Umili
Sul mercato esistono tante ottime custodie di tipo tradizionale che permettono di usare ogni comando della macchina fotografia, esiste però sul mercato una ditta che crea custodie universali potendo sfruttare la quasi totalità dei comandi: l’italiana Easydive, questa ditta partendo con l’esperienza nella costruzione di custodie video ha creato alcune custodie anche per macchine fotografiche digitali usando un sistema di comando elettronico tramite pulsantiere esterne, questo sistema permette di ridurre le vie d’acqua e di poter cambiare modello o marca di macchina fotografica solo aggiungendo nella centralina il software di comando e cambiando la slitta di centraggio, con indubbi vantaggi sul costo.
L’ultima nata dalle menti dei progettisti di Easydive è la LEO 3, questa custodia per DSRL si discosta dalle altre sul mercato sia per i comandi elettronici remoti ma
anche per due scelte costruttive particolari, una è la scelta di incernierare il dorso alla parte anteriore della custodia così da farne un pezzo unico e la seconda è la scelta di incorporare alla custodia le maniglie fatte anch’esse in alluminio come il resto della custodia e dove trovano posto i pulsanti di controllo della macchina fotografica.
PRESENTAZIONE
Esteticamente è molto accattivante con linee sinuose, il colore grigio satinato con particolari e linee rosse che si staccano dal colore di fondo rendono la custodia subito riconoscibile e si nota il gusto italiano nel design; aprendo la custodia, sganciando da prima i due grossi ganci in alluminio e poi facendo pressione su di essi con i palmi delle mani si apre il dorso liscio con un’ampia finestra in plexiglass senza pulsanti o latri comandi dove campeggiano due O-Ring di tenuta radiale. Guardando all’interno c’è un bell’ordine, i cavi dei connettori flash scorrono sulle pareti della custodia per raggiungere la centralina elettronica posta sul fondo della custodia, di
fianco ai connettori flash troviamo le finestre per poter usare i flash in fibra ottica alzando il flash interno della macchina; i cavi che arrivano dalle due pulsantiere si infilano subito anch’essi nella centralina posta sul fondo che occupa tutto il fondo della custodia fatta eccezione per uno spazio dove va inserita la slitta con la macchina fotografica. La centralina è alimentata da tre batterie da 1,5V di tipo stilo, si possono usare sia le alkaline sia le Sanyo Eneloop ricaricabili mentre usando le batterie al Ni-MH che hanno un voltaggio di 1,2 si riduce la durata dell’operatività della centralina, e vicino alla piccola scatola asportabile che contiene le batterie si trova un pulsante per spegnere o mettere in stand-by la centralina.
La slitta della dove va applicata la macchina contiene una scheda elettronica con tre cavi che vi fuoriescono: uno per far scattare i flash attaccati ai connettori flash tradizionali ed è asportabile, un cavo che va inserito nella presa di scatto flessibile e uno che fa alla presa USB della macchina. La slitta deve essere inserita con precisione altrimenti si impunta perché stiamo sbagliando, una volta inserita correttamente la teniamo in posizione con una vite rossa, mentre la spina dei contatti si attacca a quella della centralina.
Fatto questo non ci resta che chiudere il dorso e prenderla in mano, si nota subito che le maniglie in alluminio sono ben sagomate e i pulsanti sono facilmente raggiungibili con il pollice e con l’indice.
Sulla pulsantiera destra troviamo anteriormente il pulsante di scatto e quello per la messa a fuoco indipendente mentre posteriormente i pulsanti di “Mode” per passare da manuale, priorità dei tempi e diaframmi e program, subito sotto quelli per comandare i diaframmi (+,-), tempi (+,-) e gli iso (+,-) oltre al pulsante di accensione e stand-by della centralina.
Mentre nella pulsantiera sinistra troviamo anteriormente il pulsante per modificare il tipo di autofocus (AF-S e AF-C) e quello per modificare il bilanciamento del bianco; posteriormente troviamo il selettore del sistema di lettura esposimetrica (centrale – spot – multizona), i quattro pulsanti per spostare il punto di messa fuoco all’interno del mirino (sopra, sotto, destra, sinistra), sotto troviamo i pulsanti per starare l’esposimetro (+,-) utile quando usiamo la macchina con le priorità o in program e per finire un altro pulsante per spegnere o accendere la centralina.
Su questa custodia si possono montare oblò di diverse marche come Subal, Seacam, Underwave e anche una nuova serie di oblò nata per questa custodia con un blocco di sicurezza supplementare.
Sopra la custodia fra le due boccole flash e sopra alle maniglie sono stati creati dei fori per poter applicare o una sfera singola o una slitta a T per poter montare i braccetti flash e la luce di puntamento.
E’ stata prevista anche una placca in zinco sacrificabile per far si che le correnti galvaniche non rovinino la custodia, e vicino un bottone inox per una uscita remota video o un filocomando della macchina.
Con questa custodia è molto agevole anche fare video, se si usa una fotocamera Canon si può passare da foto a video anche sott’acqua mentre per chi ha Nikon deve deciderlo prima perché Nikon non consente lo switch photo/video elettronico (almeno fino ad oggi).
PROVA IN ACQUA
La custodia che testo è per una Nikon D800 e al equipaggio con i miei vecchi e pesanti flash: un Subtronic Alpha e una Ikelite 100. Sono abituato ad avere la macchina a tracolla anche sott’acqua ma questa volta uso solo il lacciolo per tenerla ferma alla mano destra senza altre sicurezza anche se il test è fatto durante una immersione notturna con il mare un po’ mosso.
Scendo e anche con i guanti le impugnature sono comode e i pulsanti sono facilmente raggiungibili e pulsanti scendono fluidi. Usando i comandi remoti si ha la possibilità di scegliere tra due tipologie di scatto, la prima schiacciando il pulsante apposito la macchina mette e a fuoco e scatta subito dopo, mentre nel secondo metodo, finché tengo premuto il pulsante la macchina mette a fuoco e quando lascio questa scatta.
Prima imposto la macchina in AF-S e uso il modo uno di scatto, metto a fuoco prima con il pulsante AF e poi muovo velocemente il dito indice sul pulsante di scatto scattando la foto, essendo uno sopra l’altro e gestibili o con il dito indice oppure anche usando sia l’indice che il medio il tempo tra la messa a fuoco e lo scatto è veramente veloce già al primo utilizzo. Pensando che il metodo 2 di scatto si accoppiasse meglio con un messa a fuoco continua premo prima il pulsante del modo AF e poi tengo premuto il tasto per l’autofocus finchè un led rosso all’interno della custodia non si accende per passare da modo 1 a modo 2 di scatto. Fatto questo cerco il soggetto schiaccio il pulsante di scatto e la macchina mette a fuoco tenendo a fuoco il soggetto anche se sott’acqua era resente un po’ di risacca, lascio e la macchina scatta. Pur avendo usato per più di un decennio custodie con leveraggi meccanici e facendo il fotografo di professione perciò abituato al sistema di schiacciare a metà corsa il pulsante di scatto per mettere a fuoco e poi schiacciare tutto per scattare, non ho avuto incertezze tutto è successo in modo naturale e devo dire che era la cosa che mi spaventava di più il non avere sensibilità sul pulsante di scatto ma dopo aver provato devo dire che sono fisse mentali. Devo dire che questa nuova pulsantiera è molto più pratica e con la corsa dei pulsanti più breve dei modelli precedenti che avevo visto e provato a secco durante le fiere delle subacquea italiana.
Un’altra preoccupazione che avevo prima di scendere in acqua era la mancanza di un mirino magnificatore, che ho sempre usato nelle mie precedenti custodie, sott’acqua già dal primo soggetto che ho fotografato ho trovato subito il mirino e riuscivo a vedere bene l’immagine ma anche i dati di scatti all’interno, così permettendomi anche di spostare tempi e diaframmi senza togliere l’occhio dal mirino.
Prima di acquistare la custodia chiesi al costruttore se era possibile montare il mirino magnificatore, mi disse che era possibile ma non serviva ed in effetti aveva ragione.
Per chi fa gare di campionato fotosub o di safari sente la mancanza di poter vedere e cancellare le fotografie sott’acqua (comandi che si possono montare a discapito della universalità della custodia), ma per i fotosub che la usano in immersioni di piacere non è una gran mancanza, impostando un preview della foto scattata lungo ci permette di valutare la foto e applicare delle correzioni per rifarla e con il costo abbordabile delle schede di memoria di grossa capacità non abbiamo problemi di spazio anche scattando in RAW.
Odio memorizzare la posizione dei comandi della macchina fotografica come nelle custodie sub, mi piace che tutto sia naturale e perciò sono sceso in acqua sapendo la posizione del pulsante di scatto e sapendo che i tempi e diaframmi erano a destra; usando i flash in manuale anche nella macrofotografia mi sono trovato a dover cambiare velocemente i diaframmi, la prima volta nell’immersione è stato panico … avevo un bel punto di domanda sul mio volto, ho preso la torcia ho guardato la pulsantiera destra e ho visto quali erano e da lì non li ho più persi nel corso dell’immersione, e appena sotto ci sono i tempi. La posizione è molto comoda anche il pulsante più lontano (quello per aprire il diaframma) lo si raggiunge con il pollice senza necessità di fare contorsionismi con la mano.
Stesso discorso vale per il cambio del punto di messa a fuoco nel lato sinistro tutti i tasti sono a portata di pollice.
Confronto alla mia vecchia custodia con all’interno una Nikon D80 questa Leo 3 con la D800 usando gli stessi flash e braccetti l’ho trovata leggermente più pesante ma dopo più di un ora in acqua tra la risacca e tenendola tutto il tempo con la mano destra il braccio era solamente un po’ affaticato, per essere obiettivi c’è da precisare che anche la macchina fotografica pesa di più.
CONCLUSIONI
Dovevo aggiornare la mia vecchia custodia e ho optato per la LEO 3 perchè facendo il fotografo in altri settori aggiorno le macchine ad un ritmo un po’ più elevato e questa mi permette con poco di usare la macchine di ultima generazione. L’avevo preso in mano solo alla fiera della subacquea, quando ho deciso avevo tanti dubbi sui comandi elettronici, sulla mancanza del magnificatore ma questa prima immersione mi ha tolto ogni dubbio. Per lavoro reputo la macchina fotografica un mezzo per fare ciò che ho in testa e lo stesso trattavo le custodie ma questa prima immersione con la LEO 3 mi ha messo la bramosia di utilizzare questa custodia, non so perché saranno le maniglie sinuose e sensuali, l’elettronica ….
Un accessorio che consiglio è la valvola Vacuum che crea il vuoto all’interno della custodia è stato un vero sollievo toccare l’acqua senza la paura che si accenda l’allarme acqua; questa valvola con una apposita pompa crea il vuoto all’interno della custodia e tramite due led (uno rosso e una verde) ci dice se la custodia è ben pressurizzata oppure no.
Per chi volesse passare a questo tipo di custodia mi permetto di rassicurarlo su eventuali dubbi, verranno sfatati dalla prima immersione.
Visto l’imponenza della custodia per via delle sue maniglie in alluminio mi sono permesso di creare una tabella di comparazione con varie altre marche in commercio che producono custodie in alluminio per vedere la differenza sia in dimensioni che peso. A occhio sembra più grossa ti tante altre ma poi è in linea, mentre per il peso si è leggermente più pesante ma di poco.
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