Vendo viaggi e vacanze, charter, pacchetti turistici e quant’altro. Da anni.
La mia prima volta a Zanzibar è stata nel 2013, ricordo acqua cristallina e sabbia bianca fine come borotalco, una cucina, quella swahili, eccellente, e i tramonti più belli mai visti.
L’idea di percorrere quei 100 km che separano Zanzibar dalla vicina isola di Pemba, allora, nemmeno mi aveva sfiorato. Sono solo un centinaio di kilomentri, ma in realtà, la distanza che separa Pemba dalla principale e famosa isola dell’arcipelago, mi sono accorta essere ben maggiore.
L’isola è ancora quasi incontaminata ed è lontana dai circuiti del turismo di massa, primo motivo che già di per sè la rende estremamente attraente rispetto alla vicina concorrente.
Ma c’è di più. Ed è quello che più ha catturato la mia attenzione da quando, meno di un anno fa, ho scoperto anche io la passione per la subacquea.
Mentre Zanzibar è un atollo corallino caratterizzato da fondali poco profondi, Pemba è un’isola vera e propria caratterizzata da pareti che sprofondano a picco oltre i 300 metri di profondità. La costa ovest dell’isola offre alcuni siti di immersione adatti anche ai subacquei meno esperti, seppure la maggior parte sia caratterizzata da correnti più o meno forti. La costa est è invece raccomandata a divers con esperienza e abili nelle immersioni in acque profonde, presenta infatti forti correnti sia verso l’alto che verso il basso, pari o superiori a 4 nodi.
Peccato, scarse possibilità di divertirmi con il mio brevetto Open Water, penso io.
Ma come al solito, mi sbagliavo.
Pemba Island
Come al solito, Luca di Click and Travel, il punto di riferimento per ogni mio viaggio dedicato alla subacquea, aveva ragione.
Prima di tutto, memore del mio retaggio professionale e della mia passione per i viaggi di lusso, mi manda al Fundu Lagoon, raggiungibile solo via mare e adagiato su un meraviglioso tratto di costa dell’ancora inesplorata isola di Pemba. Gli piace vincere facile, e anche questa volta, lo ammetto, ha decisamente fatto centro.
Solo 18 bungalows immersi nella natura e arredati nel caratteristico stile locale, la mia Superior Suite con spazioso deck e piscina privata è il luogo ideale dove rilassarmi dopo un’intera giornata ad esplorare i fondali di quest’isola che riserva grandi sorprese anche sott’acqua.
Scopro infatti che il Fundu Lagoon è l’unica struttura nel centro-sud dell’isola dotata di centro diving interno, questo lo rende unico ed esclusivo, oltre a dare a me la possibilità di effettuare bellissime immersioni nella zona centrale, caratterizzata da piccole isolette e barriere che offrono una grande varietà di siti d’immersione.
Lungo questo tratto di costa esploriamo anche Misali Island, diventata parte di un’area di conservazione nel 1998. Qui la pesca è vietata a nord e ad ovest dell’isola, e solo un numero limitato di pescatori ha il permesso di transitarvi. Anche per questo, qui a Misali la vita marina è abbondante e la qualità di coralli eccellente. L’isola da sola offre oltre il doppio delle specie di corallo presenti in altre località della Tanzania, vi nidificano le tartarughe hawksbill ed ospita una popolazione di delfini residenti. Altri avvistamenti includono barracuda, kingfish, wahoo, tonni, jacks, aquile di mare, razze e mante, pesci scorpione, pesci foglia, pesci rana, pesci coccodrillo, pesci pappagallo e seppie. Questa bellissima isola protetta, dalle acque trasparenti e invitanti, oltre a entusiasmanti siti diving come Terraces, Coral Mountain, Fungu Patcha, Coral Garden, offre anche magnifiche opportunità di divertimento per gli appassionati di snorkeling.
Come sempre, torno a casa felice e soddisfatta, con un loogbook sempre più ricco.
Come sempre, affidarmi a Luca e a Click and Travel, è stata la scelta migliore che potessi fare.