Quante sono le isole dell’arcipelago delle Bahamas? L’arcipelago conta ben 700 isole, grandi e piccole (la maggiore è lunga 1223km), tutte bagnate dall’oceano Atlantico. Gli abitanti invece? Sono circa 330mila e sono concentrati quasi interamente in un’unica isola (250mila) lasciando le restanti pressoché inabitate. Ci sono poi alcune terre emerse che vengono considerate solo come grandi scogli. Un pout porri tutto da scoprire. Politicamente sono una nazione insulare autonoma con capitale Nassau che non dipende più dal Commonwealth britannico e il loro maggior introito è dovuto al turismo.
Colombo sbarcò alle Bahamas
Evocate come isole paradisiache, sono rimaste nella memoria per lo sbarco di Cristoforo Colombo nel 1492 in quella che fu poi battezzata come San Salvador, ed in seguito navigate per l’intera estensione da un altro spagnolo Ponce de Leon che, alla ricerca della Fontana della Giovinezza, finì per scoprire l’attuale Florida. Sono infatti meno lontano di quel che si potrebbe pensare. La parte più settentrionale è situata di fronte alla penisola dello Stato della Florida e le sue isole fanno da sponda alla nota Corrente del Golfo che arriva a riscaldare perfino le acque che bagnano l’Irlanda. L’area meridionale dell’arcipelago invece confina con le Turk & Caicos e la ben più nota isola di Cuba da cui è divisa da un insidioso canale costituito da trappole di coralli che emergono fino in superficie.
Come è possibile che questo arcipelago sia ancora così spopolato e incontaminato? E che abbia un mare così ricco e trasparente? La spiegazione è semplice e segue la storia di questo particolare arcipelago: inizialmente colonia britannica, poi terra dei lealisti e quindi base per contrabbandieri di vario genere.
Per via della sua conformazione geofisica l’arcipelago, che si frappone tra Atlantico e Mar dei Caraibi, è talmente esteso, da nord a sud, ed intricato, che ancora oggi è considerato un azzardo navigarci all’interno.
Le Out Islands delle Bahamas, che comprendono tutte le isole ad eccezione di Grand Bahama e Nassau, sono ancora oggi scarsamente popolate ed in gran parte sottosviluppate, ma, da un punto di vista naturalistico, naturalmente meravigliose. Grazie alle intricate e superficiali barriere che rendevano e rendono la navigazione insidiosa e alla loro posizione geograficamente remota, gran parte delle Out Islands sono state protette dallo sviluppo commerciale, diventando così ideali per coloro che vogliono sperimentare ecosistemi incontaminati, pesca di livello mondiale, immersioni al top e spiagge incontaminate.
Le grandi rotte commerciali infatti passano altrove ed anche il piccolo cabotaggio usa altre strade. Nei secoli passati sono stati molti coloro che sono colati a picco in queste zone, tanto che una recente stima sui valori dei carichi sommersi ha dichiarato che, se recuperati, basterebbero a colmare il debito pubblico della nazione. Motivo per cui il Governo da molti anni non concede più alcun permesso né di scavo né di recupero di navi tesoriere.
Nassau, la capitale, è oggi sede del governatore inglese, mentre nei secoli addietro fu la base di mezza pirateria mondiale, patria del famoso Barbanera e di tutti gli altri capitani che issavano il Jolly Roger. Quando questi ultimi se ne andarono, per trasferirsi in Giamaica a Port Royal, considerato più sicuro per le loro scorrerie, sulle isole iniziarono lotte per la conquista di alcune di queste terre emerse, spesso spogli appezzamenti di terra con rada vegetazione. Dalla Virgina invece giunsero i coloni inglesi, che si instaurarono nelle Abacos e dove ancora oggi vivono i loro discendenti, lasciando nelle altre isole un marasma di schiavi africani e pirati. Fino a metà del secolo scorso si produceva molto, in particolare canna da zucchero, agrumi e ananas, mentre dal mare venivano raccolte le famose conchiglie giganti, da cui nel napoletano si lavoravano i cammei, e una grande quantità di spugne.
Inaspettatamente vi fu un declino, difficile da spiegare, l’agricoltura sparì così come la pesca e le isole tornarono al loro vecchio stato. Ciò ha creato gioia per visitatori, ma non certo per i residenti. Le Bahamas sono oggi un paradiso fiscale per chi vuol mettere al sicuro i propri beni e un paradiso incontaminato per coloro che desiderano trascorrervi una vacanza ideale nei moderni resort incastonati in panorami mozzafiato.
Le principali destinazioni alle Bahamas
Le destinazioni più popolari, ovvero quelle più semplici da raggiungere, sono la Grand Bahama, la capitale Nassau e la piccola Bimini. Il resto dell’arcipelago risulta infatti più difficoltoso da esplorare, pur conservando una natura davvero superba.
Nassau è l’isola, che dà anche il nome alla capitale, abitata da quasi la metà dell’intera popolazione dell’arcipelago. È collegata con le maggiori città nord americane e non solo. Grandi alberghi, lusso, casinò e attrazioni di ogni genere la rendono molto frequentata e forse un po’ caotica. Per questo motivo le acque che la circondano non sono il massimo per esperienze subacquee.
A nord della capitale c’è la piccolissima Bimini, da decenni sede di un centro ricerca sugli squali. Emerge proprio sul bordo della Corrente del Golfo ed un po’ abbandonata a sé stessa, ma la si può raggiungere anche con voli diretti dalla Florida. Celebre non solo per la citata Fontana della Giovinezza, ma anche per una misteriosa strada lastricata visibile a pochi metri di profondità di cui ancora non si è scoperta la vera natura. Le illazioni parlano di Atlantide, ma non vi è nulla di certo. Lo scrittore americano Hemingway soggiornò qui a lungo, vi scrisse celebri romanzi e l’aria che si respira è ancora la stessa di cui si può leggere nelle sue opere. Bimini è una sorta di cartolina dei vecchi tempi, le Bahamas stile anni cinquanta, o forse prima, con qualche pennellata di modernità.
Ancora più a settentrione, a chiudere l’arcipelago c’è la Grand Bahama, lunga e stretta, un paio di metri sopra il livello del mare, confondali profondi davanti e una estesa area di acque ben poco profonde alle spalle. La città principale è Freeport, una cittadina di medie dimensioni con un aeroporto internazionale a meno di 20 minuti da Miami. Il meraviglioso tratto di oceano che fronteggia l’isola è il miglior spettacolo: una lunga e sottile barriera con coralli a corna d’alce e acqua con grande trasparenza.
Qui ci si viene per la qualità delle sue acque turchesi, per le lunghissime spiagge disabitate, per gli ammalianti colori e, ovviamente, per le immersioni. Semplici, godibili, divertenti. Da qualche anno Freeport è infatti diventata la capitale degli squali, se ne incontrano durante le tradizionali immersioni ma, volendo, anche di proposito recandosi in un luogo davvero particolare e ricercato: Tiger Bay, la baia del tigre dove davvero ce ne sono abbastanza da togliersi la voglia una volta per tutte. Questa baia si può raggiungere via terra partendo dal resort sito a Freeport o con crociere che la raggiungono partendo da Nassau o Bimini.
Il resto dell’arcipelago? Di sicuro raggiungibile, ma non con voli diretti, è necessario passare con sosta a Nassau. Da qui partono tutti i voli diretti alle altre isole maggiori come Andros, Eleuthera, San Salvador, Rhum Cay, Great Exuma, fino alla lontana Great Inagua. E tutte dispongono di moderni resort super attrezzati proprio per le immersioni.
Aquadiving Tours propone nel suo catalogo Grand Bahama, con voli da Roma o Milano per Freeport e pernottamento al Viva Wyndham Fortuna Beach Resort, adagiato su una lunga spiaggia fronte oceano. Ottima sistemazione con possibilità di uscite multiple verso i siti d’immersione quasi di fronte al resort. Pochi minuti di navigazione e si è immersi nelle acque chiarissime e ricche di questo straordinario luogo. Oppure estensioni di soggiorno al Bimini Big Game Club Resort & Marina, una delle stazioni di pesca sportiva più quotate. Da qui partono le imbarcazioni per le battute di marlin e pesci vela di cui la Corrente del Golfo è ricca e celebre. Ma per i subacquei è famosa per le immersioni con gli squali martello – Great Hammerhead Shark (Sphyrna Mokarran) – che facilmente si possono avvistare fra Dicembre e Aprile. I fondali sono a cornice della Corrente del Golfo per cui si può incontrare di tutto.