Autore: Marco Daturi
“…sto scrivendo un romanzo…” mi dice Massimo e dopo poche settimane ci troviamo per un’immersione e con l’occasione me ne regala una copia autografata.
“Fantastico” penso io “ma ora mi toccherà leggerlo”… e non sono un grande amante dei romanzi.
Forse un po’ per curiosità e un po’ per rispetto di un amico la sera stessa decido di tuffarmi nella lettura. L’inizio del libro mi incuriosisce molto e subito ho il vago sospetto di conoscerne il protagonista.
Scilla, questo è il titolo, intreccia le storie di un biologo marino, Gabriele Vergas, e di uno squalo bianco femmina di 32 anni. La lettura si fa avvincente e se forse ho capito chi si nasconda dietro il protagonista maschile, ora dovrò scoprire chi c’è dietro a Scilla, lo squalo appunto.
Le pagine girano veloci e in poche ore mi trovo immerso nella storia purtroppo molto attuale.
Dopo la metà circa resto colpito dal racconto “Faccia a faccia col mostro” perché è una storia che ho vissuto in prima persona un paio di anni fa: la storia di qualche giornalista che per cercare la notizia sensazionale a tutti i costi si inventa la storia o partendo da qualcosa di vero la altera con informazioni sbagliate, forse un po’ per ignoranza ma probabilmente anche in malafede. Uno squalo in sé non fa notizia,
uno squalo killer si.
Durante la lettura parto così per la tangente e col pensiero torno ad un dicembre di qualche anno fa quando uno squalo diffuse il panico in una nota località turistica. I media non persero l’occasione per parlarne e anche in quel caso se ne lessero e sentirono di tutti i colori e tra molti giornalisti che
documentarono la situazione in modo onesto, più o meno corretto, un giornalista
de La Stampa si inventò di sana pianta un’intervista a me intitolandola “Io ho nuotato per 10 minuti vicino al mostro” e virgolettando una serie di cazzate che mai avrei detto, come se invece fossero
uscite dalla mia bocca.
Estratto dalla falsa intervista. Vergogna!!
Purtroppo questa marea di stupidate finisce sempre per rovinare l’immagine degli
squali soprattutto agli occhi di chi non pratica attività subacquea:
nell’immaginario collettivo, infatti, gli squali hanno già una pessima fama creata anche da alcuni film che tutti ben conosciamo.
Per fortuna invece c’è anche chi, come Massimo Boyer in questo caso, con il suo romanzo cerca di rimettere ordine nelle idee confuse dei lettori. Per fortuna c’è anche chi, come noi, lo regalerà ad un amico non sub perché dietro alla veste ufficiale di romanzo si cela in Scilla in realtà un documento di
divulgazione scientifica e naturalistica scritto con uno stile che lo rende interessante e piacevole da leggere.
“Non possiamo cambiare l’opinione pubblica da un giorno all’altro. Dobbiamo procedere per piccoli passi, poco per volta portare qualcuno dalla nostra parte.
Da questo punto di vista la storia di Scilla, la sua parabola da mostro ad ambasciatore della sua specie, non sarà decisiva ma sicuramente ha fatto pensare qualcuno, e lo farà ancora.”
Lo consiglio di cuore a tutti gli amanti degli squali, ai sub e alle persone intelligenti.
Gli squali ringrazieranno.
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