Amo aprire il mio passaporto, guardarlo e ripensare ai miei viaggi, sfogliarlo e contarne i timbri.
Ad oggi, ben otto sono dell’Egitto.
Da addetta del settore, lavoro alla programmazione di un grosso tour operator, lo dico con cautela, ma l’estate 2018 sembra finalmente aver convinto tutti, operatori e vacanzieri, di un fatto: l’Egitto muove verso la ripresa. E se i numeri della passata stagione sono stati incoraggianti, quelli previsti per il 2019 fanno ipotizzare un ritorno ai tempi d’oro.
Dopo tre anni di assenza e quella voglia improvvisa di prendere il brevetto di sub, Sharm el-Sheikh è stata fin da subito la mia prima scelta. È stato un viaggio deciso all’improvviso, fuori da ogni programma, dettato dalla voglia di imparare qualcosa di nuovo, qualcosa che un po’ mi spaventava e un po’ mi affascinava.
È nato un paio di mesi fa, mentre mi trovavo alle Maldive a bordo di una crociera subacquea, io semplice “snorkelista” a pelo d’acqua, loro, i sub, decine di metri sotto di me. Avrei avuto voglia di seguirli, di scendere con loro, di osservare tutto quel mondo che è già così suggestivo visto dall’alto, figuriamoci da così vicino.
L’idea di respirare con bombole e erogatore mi aveva sempre terrorizzata. Quella di essere decine di metri sott’acqua e senza il pieno controllo di quello che poteva succedermi non ne parliamo. Mai avrei scommesso su me stessa, la subacquea era una di quelle cose che mi affascinava, ma che sarebbe sempre rimasta al di fuori della mia portata. Invece Luca di Click and Travel, tour operator specializzato in viaggi per subacquei e che mi ha seguita e supportata in tutta questa esperienza, con il suo entusiasmo e i racconti dei suoi viaggi, mi convince quantomeno a provare.
Open water a Sharm El-Sheikh
A Sharm mi appoggio ad un Diving Center Italiano, facendo letteralmente impazzire la mia istruttrice Federica.
Tante erano le cose che non avevo immaginato né calcolato prima di partire.
La sveglia alle sette ogni mattina, gli esercizi sott’acqua, lo svuotamento della maschera in profondità, la scomodità di una muta noleggiata che non ti calza mai perfettamente, il peso del Gav e delle bombole sulla schiena. Mi sono lamentata, ho sbuffato a più non posso, ho fatto incazzare tutti.
E alla fine ho imparato.
Ho imparato che se anche togli la maschera sott’acqua, l’acqua nel naso non entra.
Che se anche togli l’erogatore sott’acqua, l’acqua in bocca non entra.
Che la muta più comoda la si può sempre comprare, che le bombole pesano solo in superficie e se ci si tuffa dalla barca invece che da riva è tutto molto più facile.
Ho preso il mio brevetto Open Water Diver in tre giorni, con estrema soddisfazione, contro ogni aspettativa e grazie alla professionalità dello staff che un po’ mi aiutava e un po’ mi prendeva bonariamente in giro.
Mi sono finalmente goduta i due giorni successivi sott’acqua, niente più esercizi, solo silenzio, il blu del mare e la barriera corallina tutt’intorno. Uno spettacolo unico. Una sensazione incredibile.
Prima a Ras Umm Sid e Near Garden, due dei più bei siti di tutte le immersioni Local, poi tra le miriadi di pesci a Shark & Jolanda, da molti ritenuta una delle immersioni più belle al mondo, e tra i pinnacoli pieni di vita, gorgonie, coralli di fuoco di Ras Ghozlani, caratterizzato da un fondale sabbioso e da una grotta accessibile a tutti dove all’interno un muro di pesci vetro rende l’atmosfera quasi surreale.
Nonostante i miei problemi da principiante, la fatica di trovare la pesata giusta e la difficoltà a mantenere il giusto assetto, sott’acqua è stato uno spettacolo. Che è valso i giorni di esercizi, il sole non preso, il tornare a casa bianca per la prima volta da una vacanza, la sveglia presto ogni mattina.
C’è stato il mare e poi c’è stata Sharm, con le sue luci, i suoi locali e la sua vita notturna. E quanto mi era mancata. C’è stato il mare e poi c’è stato l’Egitto, finalmente di nuovo alla ribalta, finalmente con gli aerei pieni di turisti che trovare posto all’ultimo momento è stata un’impresa.
Me ne torno a casa con un po’ di nostalgia e con la voglia di tornare, con la voglia di ringraziare Luca e Click and Travel che mi hanno convinta a partire, e con l’augurio e la speranza, ma ormai quasi una convinzione, che il Mar Rosso continui a registrare anche in futuro gli ottimi segnali di ripresa di questi ultimi mesi.