Autore: Adriana / Tethys
Research Institute
Lampedusa, 13 marzo 2013. Un avvistamento del tutto
inaspettato ha sorpreso stamane il gruppo di ricercatori che stanno svolgendo
degli studi sui cetacei al largo dell’isola di Lampedusa: è stata infatti
documentata la presenza di una megattera Megaptera novaeangliae – una
“balena” fino ad oggi considerata inconsueta nel Mediterraneo; è una specie
frequente per esempio alle Hawaii o in Australia, che però non vive
normalmente nei nostri mari.
Autori dello straordinario avvistamento sono gli studiosi di
Tethys che, assieme all’Area Marina Protetta Isole Pelagie e all’International
Whaling Commission (IWC) stanno conducendo ricerche sulle balenottere comuni che
in questa stagione vengono ad alimentarsi nelle acque intorno all’isola, grazie
a un finanziamento del Ministero dell’Ambiente.
La sorpresa risale alle 8 di ieri mattina, quando una giovane megattera, lunga
non più di 8-9 metri (contro i 14-15 degli adulti) viene avvistata a circa venti
chilometri a est sud-est dell’isola di Lampedusa, verso la secca di Levante.
L’animale nuotava tranquillo mangiando in superficie; la zona infatti è nota per
l’abbondanza, in questo periodo, di grandi sciami di krill – gamberetti della
specie Nyctiphanes couchii, e che si possono osservare sulla superficie
dell’acqua.
Il cetaceo è stata seguito per circa un’ora e mezza, durante
la quale è stato “foto-identificato”, cioè sono state riprese quelle parti, come
la tipiche chiazze bianche e nere sulla parte inferiore della coda, che
consentono di riconoscere l’individuo ed eventualmente confrontarlo con altri
avvistati.
Considerata visitatrice occasionale in Mediterraneo, negli ultimi 4 anni la
megattera tuttavia è stata osservata ben 10 volte, in Spagna, Francia, Liguria,
Toscana, e perfino in Adriatico. Due mesi fa la carcassa di un esemplare è
arrivata in spiaggia nei pressi di Sirte, in Libia. È un segno che qualcosa sta
cambiando nell’equilibrio dei nostri mari, o c’è solo maggior attenzione a
fenomeni che un tempo sarebbero passati inosservati? A queste e ad altre
domande, sempre finalizzate alla conservazione delle specie e del loro ambiente,
i ricercatori cercano di dare delle risposte.
L’Istituto Tethys onlus (www.tethys.org)
è una organizzazione senza fini di lucro specializzata nella ricerca e
conservazione dell’ambiente marino e in particolare dei cetacei; in estate
conduce, su balene e delfini del Santuario Pelagos, il primo progetto italiano
di citizen-science (ricerche condotte con l’aiuto di non-specialisti).
L’Area Marina Protetta Isole Pelagie (www.isole-pelagie.it)
supporta le campagne di monitoraggio dei cetacei attorno a Lampedusa, e conduce
attività scientifiche di studio e monitoraggio dell’ambiente marino costiero
avvalendosi attualmente della collaborazione della Società Cooperativa Sesto
Continente.
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