Registrato movimento a 230° sulla mia destra. L’occhio composto percepisce i minimi movimenti, avvisandomi quando il soggetto passa dal campo di un’unità al successivo, anche se questo avviene nella parte periferica.
Il filtro polarizzatore circolare, attivo su tutto il campo delle radiazioni visibili (per me dall’ultravioletto all’infrarosso) aumenta il contrasto, elimina i riflessi e mi aiuta a localizzare quello che è organico. Potete pensare a un occhio che da solo faccia ruotare il piano della luce polarizzata, da lineare a circolare a seconda di cosa voglio mettere a fuoco? Mi fanno ridere i vostri occhiali da sole!
Dirigo i recettori visivi in modo da inquadrarlo frontalmente in tetrascopia (questo ve lo spiego dopo). Lo scanning all’ultravioletto mi mostra un gamberetto trasparente, credeva di sfuggirmi, forse non sa che la luce ultravioletta gli forma un alone luminoso tutto attorno. Il vigliacco sta immobile, aspetto il minimo movimento e lo blocco per sempre prima che se ne possa accorgere.
Un momento, l’antenna olfattiva mi segnala la presenza di un mio simile, maschio adulto, nel raggio minimo di 50 metri. Potrebbe avere intenzioni aggressive, meglio aspettare, non vorrei espormi al rischio di un attacco alle spalle.
Voi umani avete il vizio di considerare l’evoluzione come un processo direzionale, una gerarchia che parte dai batteri e conduce (ovviamente) a voi, e questo vi porta a etichettare tutto quello che non è umano come inferiore. Se vi dico che i miei primi antenati hanno fatto la loro comparsa nel Devoniano, circa 400 milioni di anni fa, probabilmente penserete che io sia primitivo. Primitivi sarete voi! 400 milioni di anni sono il tempo necessario per evolvere un modello valido, per testarlo, per perfezionare i dettagli che ne fanno una macchina perfetta. E io mi sono evoluto lungo un ramo diverso da quello che porta ai vertebrati, a voi, quindi non illudetevi che la vostra evoluzione possa avere sfruttato e migliorato le mie scoperte…
Adesso guardate le foto di questo articolo. Vedete che ognuno dei nostri occhi composti risulta suddiviso in due emisferi, separati da una specie di cintura? I due emisferi e la cintura sono tappezzati di ommatidi, ognuno dei quali è un occhio funzionale a tutti gli effetti, con una forma nel complesso conica (voi vedete la base di piccoli coni, capovolti, che si innestano tutti sul peduncolo dell’occhio).
Se voi avete due occhi, io ne ho circa 20.000, che coprono complessivamente un campo visivo di quasi 360°, tutto attorno a me. Se guardate bene, in ciascuno degli emisferi vedete un’area scura: questa, che possiamo chiamare pseudopupilla, è la zona formata dagli ommatidi che stanno guardando verso di voi, di cui potete vedere il fondo.
Quante pseudopupille vedete? Quattro? Ecco cosa intendevo parlando di tetrascopia. Se voi, per valutare le distanze, usate i due punti di vista delle vostre misere pupille, potete immaginare cosa possono fare 4 punti di vista contemporaneamente?
E a me servono tutti, per coordinare uno dei movimenti più rapidi del mondo animale: da 0 a 85 km/h in 3 millesimi di secondo per slanciare il mio primo paio di zampe verso la preda. Nel mio gruppo, gli arpionatori hanno arti a punta che infilzano la preda e la bloccano in una morsa mortale. Ma forse i più fantasiosi sono i martellatori, che con arti a clava prendono a mazzate prede come granchi o molluschi, spaccando allegramente le loro corazze con un colpo che libera la stessa potenza d’urto di un proiettile di piccolo calibro.
Usiamo queste armi anche negli scontri tra di noi, e adesso forse capite perché la presenza di un mio simile fosse preoccupante.
Ho sorvolato sulle antenne e sui peli sensitivi, che registrano odori, movimenti dell’acqua, vibrazioni, suoni… diciamo che non voglio infierire, ma la Natura è stata generosa con noi. Lasciatemelo dire chiaramente: non ci sono molti invertebrati in grado di competere con i vertebrati (superandoli in sensorialità e coordinazione dei movimenti, facendone una preda). E li troviamo proprio in un gruppo di crostacei che voi considerereste primitivi. Sì, perché il mio nome non è Mazinga, né Terminator (anche se devo ammettere che non mi dispiacerebbe). A seconda dei casi ci chiamate cicale di mare, canocchie, gamberi mantide, chi ha studiato biologia ci chiama stomatopodi.
Gli stomatopodi costituiscono un ordine della classe malacostraci. Sono crostacei per molti versi primitivi, ma che hanno raggiunto un livello di perfezionamento del sistema sensoriale e del collegamento di questo con gli arti rattori che non ha uguali in altri gruppi animali. La sistematica interna del gruppo è piuttosto complessa, è comodo distinguerle in base alla modalità di alimentazione in arpionatori (con arti a punta, che infilzano le prede, pesciolini e gamberetti) e martellatori (con arti a clava per rompere conchiglie e esoscheletri di altri crostacei). Di solito vivono in gallerie a U, solitari o in coppia.
Un’ultima annotazione: la straordinaria capacità di cambiare il piano di polarizzazione della luce è attualmente allo studio per le possibili applicazioni che avrebbe nella tecnologia delle nuove generazioni di DVD.
Articolo pubblicato in origine su Scubazone n. 4, ancora scaricabile qui