La scelta della maschera subacquea è fondamentale anche se non sembra. Dalla maschera dipende in gran parte quanto ci divertiamo sott’acqua.
Potremmo pensare che la maschera non sia una parte così importante della nostra attrezzatura. In apparenza non ha la precisione e la tecnica costruttiva di un erogatore o di un computer, non sembra che da lei dipenda la nostra vita, eppure…
Mi limito a una considerazione: la maschera è la nostra finestra sul mondo subacqueo, dalla maschera dipende quanto vediamo, quanto ci divertiamo sott’acqua, respirando l’aria che abbiamo pagato. Ho visto dei sub risalire con la maschera completamente appannata e lamentarsi di non aver visto niente… e non fatico a crederci!
Non esiste la maschera perfetta per chiunque, esiste la maschera perfetta per ciascuno di noi. Tra noi c’è chi privilegia il campo visivo ampio, chi odia i riflessi di luce, chi cerca la leggerezza di un’attrezzatura da viaggio. Vediamo con ordine quali caratteristiche sono davvero importanti e possono guidarci nella scelta della maschera.
Scelta della maschera perfetta
Adattamento al viso
La prima cosa da guardare è che la maschera si adatti bene al nostro viso. Tutti i manuali consigliano di provarla a secco, facendola aderire al viso senza cinghiolo, inspirando dal naso, e verificando che stia su. Muovete il capo, fate qualche passo, guardatevi attorno. Se entra aria entrerà anche l’acqua, cambiate modello. Ogni faccia ha le proprie caratteristiche e la propria maschera, bisogna provarla.
Verificate anche che il naso sia facilmente raggiungibile dalle vostre dita per compensare. La compensazione si esegue spesso in acqua, deve essere facile e immediata.
Campo visivo
La maschera riduce il vostro campo visivo, sempre, con il tentativo di ottimizzarlo in direzione verticale e orizzontale. La tendenza attuale è di privilegiare i campi visivi sviluppati verso il basso, che permettono di vedere meglio e senza sforzo gli strumenti. Personalmente ho sempre pensato che l’evoluzione ci abbia dotato di un collo per usarlo, se lo pieghiamo verso il basso vedremo bene gli strumenti. Ma ripeto, ognuno ha le proprie esigenze e ne tenga conto.
Volume interno
La maschera a volume ridotto, tipica dell’apneista, richiede meno aria per compensare le variazioni di pressione e per svuotare eventuali ingressi di acqua. Non riduce di molto il campo visivo, perché il vetro frontale è più vicino ai vostri occhi. Attenzione a chi ha il naso prominente, controllate che sia contenuto comodamente.
Elastico
Come tendenza le maschere moderne hanno cinghie facilmente aggiustabili anche con una mano sola, ma verificatelo. I vecchi modelli a volte da questo punto di vista sono difficili e possono essere molto noiosi da usare.
Montatura (skirt)
La montatura delle maschere moderne è in silicone, e generalmente dalla parte del viso è più morbida e si adatta bene senza lasciare brutti segni. LiquidSkin, TruFit, High Seal e marchi simili indicano proprio l’uso di siliconi morbidi che non vi scaveranno il viso.
La montatura può essere nera, trasparente, negli ultimi modelli in certi casi avere colori diversi che possono essere graditi se fate da modella/o per delle foto. La differenza di base è che la luce ambiente penetra attraverso il silicone trasparente, diminuendo la sensazione claustrofobica di un lago torbido ma aumenta i riflessi interni indesiderati, specie in acque limpide e luminose.
Come la stragrande maggioranza dei fotografi preferisco la concentrazione sul soggetto che il silicone nero può dare, ma ripeto, ognuno ha i suoi gusti.
Frameless
Ultimamente alcune marche hanno lanciato modelli che eliminano la cornice (frame) di materiale plastico che unisce la montatura di silicone al vetro, fissando direttamente il vetro al silicone. Personalmente apprezzo questi modelli, semplici, robusti e che non hanno mai fughe di bollicine d’aria possibili a volte con il frame, e che fanno arrabbiare il fotografo (parlo per esperieza, a parte questo il frame non ha altri inconvenienti).
Uno o due vetri
Questa è una caratteristica che dipende moltissimo dalle preferenze individuali. Personalmente amo le maschere a vetro singolo, la presenza di un setto opaco davanti al naso mi distrae, mi concentro sul setto e perdo di vista l’ambiente. Preferisco avere un campo visivo continuo davanti a me. Ma mi rendo conto che la maggior parte delle case produttrici si concentra piuttosto su modelli a vetro doppio, dove la scelta è più ampia. Credo che sia molto un fatto di abitudine.
Correzione ottica
Infine, molte persone possono avere difetti visivi che influenzano la loro visione del mondo sottomarino. Io non ho mai avuto difetti visivi, ma con l’età sto diventando presbite, e sto passando ad una maschera ottica che mi consentirà di trovare ancora i soggetti delle mie macrofotografie. So che è un costo aggiuntivo, ma penso che valga la spesa: paghiamo per l’aria che respiriamo (l’ho già detto), io pago volentieri qualcosa di più se è necessario per vederci bene. Tornando per un attimo al punto sopra, per chi ha difetti diversi da compensare sui due occhi un modello a due vetri è quasi d’obbligo.
La scelta della maschera è importante ma la cosa non finisce qui. Abbiate molta cura della vostra maschera, in fase di scelta, di acquisto, di manutenzione. Davanti a molti strumenti più “tecnici” può sembrare meno importante, ma come ho già scritto è la nostra finestra sul mondo subacqueo, magari non ci salverà la vita ma da lei dipende gran parte del nostro divertimento. E ricordatevi sempre di disappannarla, con i liquidi in commercio o con la vecchia buona saliva, prima di immergervi!
Vorrei aggiungere una caratteristica di alcune maschere da poco presenti sul mercato che spesso viene ignorata: da un po’ si trovano in giro delle maschere con il vetro che si “allunga” fino ai lati del viso, per quasi un paio di centimetri. In questa maniera si guadagna una migliore visione periferica.
Ad esempio io utilizzo da un paio d’anni la CrystalVu della Scubapro (ma ce ne sono di altre marche) e ammetto che la mia esperienza sott’acqua è sensibilmente migliorata.
Entra più luce, ma non direttamente sugli occhi (quindi non rimango accecato nemmeno in superficie) ed ho più consapevolezza di quel che mi accade attorno: più di una volta ho avuto l’opportunità di notare con la coda dell’occhio i movimenti della fauna marina e/o dei miei compagni mentre mi sono di fianco… cose che con una normale maschera mi sarebbero certamente sfuggite. Francamente consiglio tantissimo a tutti di considerare anche le maschere a visione periferica estesa quando fanno un nuovo acquisto.
Riguardo al salvare la vita, vorrei raccontarvi una mia esperienza diretta: qualche anno fa in un’immersione lungo una cigliata di circa 24 mt di profondità, al mio compagno d’immersione, probabilmente per una scelta errata nell’acquisto, cominciò a filtrare acqua nella maschera con conseguente senso di fastidio evolutosi, come mi ha poi raccontato, in senso di soffocamento tanto da causargli un attacco di panico. Vistolo in difficoltà mi sono diretto immediatamente verso di lui, giusto in tempo per riportarlo sul fondo dopo che era scattato verso la superficie, accompagnandolo poi lentamente rassicurandolo, non senza difficoltà, durante la risalita riuscendo a fargli fare delle manovre di svuotamento durante i 3 minuti di sosta di sicurezza (fortunatamente eravamo ancora in curva).
Fate quindi tesoro dei consigli di Massimo, dal momento che in un ambiente a noi ostile non c’è spazio per la superficialità.