Autori: Vincenzo Sopranzetti, Paola Merola
Le Maldive, grazie ai facili collegamenti ed allo sviluppo del turismo, sono diventate ormai una meta classica per il subacqueo, sia che scelga una vacanza di completo relax in un resort, sia che la scelta ricada in una crociera subacquea per vivere un pizzico di avventura in più. Così non è raro incontrare subacquei che sono stati alle Maldive anche tre o quattro volte, attratti da possibili incontri mozzafiato con grandi pelagici quali mante, squali, carangidi, tonni ed il grande squalo balena. Se di giorno le pass maldiviane sanno accontentare anche il sub più smaliziato, di notte l’immersione in corrente equivale a certezza di emozioni ed adrenalina pura.
Durante una crociera safari sulla Island Safari 1 con White Wave Maldives, facciamo rotta verso l’atollo di Felidhe. Dhecunu Kandu, nella parete nord dell’atollo, è il posto scelto per una notturna dalle mille sorprese. Alberto Gherli, responsabile dell’imbarcazione, guida esperta e premurosa, ci ha parlato della possibilità di osservare gli squali nutrice mentre cacciano di notte, la qual cosa ha destato molta curiosità ed attenzione in tutti noi. Secondo Alberto, la presenza degli squali nutrice a Dhecunu Kandu è legata a due teorie. La prima basata sulla ricchezza di cibo, dovuta ai pescatori locali che sono soliti, la sera, pulire il pescato e buttare i resti in mare, cosa che attira sicuramente ogni tipo di pesce compresi gli squali. Questa tesi è avvalorata dal fatto che gli squali nutrice sono attratti dal rumore dei motori dei dhoni, poiché associano quest’ultimi, alle barche da pesca e quindi all’arrivo del cibo. L’altra teoria consiste nel ritenere che Dhecunu Kandu sia una nursery, dove i nutrice vanno a riprodursi. Gli squali nutrice sono ovovivipari e l’accoppiamento avviene in modo abbastanza violento in acque basse. Eccitati dall’idea di incontrare il Ginglymostoma cirratum, prendiamo immediatamente posto sul dhoni prima che faccia buio. Accendiamo le strobo da fissare sulla bombola ed assicuriamo le torce e l’attrezzatura fotografica con solidi moschettoni a prova di apertura accidentale. Questa immersione deve essere fatta solo con guide esperte che conoscono bene il posto e soprattutto quando non c’è troppa corrente, se quest’ultima è molto forte si deve rinunciare per ovvi motivi di sicurezza. Per fortuna la corrente è in entrata, da est verso ovest, e l’intensità seppur sostenuta non rappresenta un pericolo. Al via ci gettiamo in acqua uno dopo l’altro come un commando di paracadutisti per non essere trasportati troppo lontano dal punto d’immersione.
Le luci dei compagni rischiarano il fondo di sabbia bianca, le torce accese illuminano tutte le direzioni, l’atmosfera è così suggestiva da sembrare un film di fantascienza. Alberto ci fa segno di seguirlo, il computer segna 5 metri, la corrente si fa più intensa e ci lasciamo trasportare senza sforzo. Procediamo attraverso un canale che sembra una strada sterrata tra tanti blocchi di corallo, quando dal nulla spunta una squadriglia di carangidi (caranx caranx), sono enormi e così vicini che ci sfiorano, sono attratti dalla luce che sfruttano per cacciare i pesci più piccoli. Scatto velocemente una foto ed il flash fa risplendere decine di fianchi argentati che con un guizzo spariscono inghiottiti dal buio. Torna la calma, cerchiamo di contrastare la corrente aggrappati al corallo morto, attendiamo pochi secondi e poi ripartiamo. La corrente è tale che non riusciamo a fermarci, improvvisamente mi trovo davanti due esemplari di squalo nutrice, saranno lunghi almeno un metro e mezzo, questione di secondi e quasi entriamo in collisione. Pur essendo noto come uno squalo inoffensivo per il subacqueo, il nutrice se infastidito o spaventato può diventare pericoloso e sferrare dei morsi agli ingenui malcapitati. Tradito dall’emozione e spinto dalla corrente non faccio in tempo a spostarmi e una pinna caudale mi colpisce sul volto, la maschera si allaga e sono costretto a mollare tutto per avere le mani libere, per fortuna macchina fotografica e torcia sono assicurate agli spallacci del gav con moschettoni d’acciaio! Mentre svuoto la maschera penso all’occasione mancata di scattare un bel primo piano al nutrice, spero d’incontrarli di nuovo, e questa volta di essere pronto allo scatto.
Alberto come un segugio si mette a caccia dei nutrice. Prima attraversa un pianoro di coralli, poi raggiunge un altro canalone sabbioso sui 15 metri, e infine si abbandona di nuovo al flusso della corrente. I carangidi sono sempre intorno e sfrecciano come saette sotto le nostre torce. Improvvisamente spuntano davanti ai nostri occhi quattro squali nutrice che non sembrano per nulla infastiditi dalle luci. Lentamente si avvicinano, così mi fermo sul fondo e provo ad inquadrare la scena. Aspetto che arrivino alla distanza giusta e con decisione scatto, immortalando questi cacciatori notturni sui pixel della fotocamera. Lo spettacolo continua saltando da un canale sabbioso all’altro, e ogni volta i nutrice sono lì, in un turbinìo di fughe e giochi all’aspetto, alla fine ne contiamo almeno una ventina. Lo squalo nutrice ha gli occhi molto piccoli e sul muso presenta due piccoli barbigli. Di giorno si rifugia dentro spaccature o grotte a volte in compagnia di molti altri esemplari.
Durante la notte, all’alba e al tramonto inizia a cacciare nutrendosi di crostacei, molluschi, tunicati e pesci, aiutato dalla grande cavità all’interno della gola che gli permette di risucchiare le prede. Purtroppo lo spettacolo sta per terminare, i manometri segnalano la riserva, si risale. Ma ancora qualcosa attira la mia attenzione, una nuvola di sabbia si solleva dal fondo. Non resisto alla tentazione di avvicinarmi e di vedere cosa stia accadendo. Così mi ritrovo faccia a faccia con un’enorme trigone che si solleva dal fondo, volteggia con grazia e poi plana di nuovo sulla sabbia, dove cerca di nascondersi dalla luce della torcia.
Mi godo quest’ultimo incontro prima di accorgermi che le strobo dei compagni sono molto distanti, così lascio sul fondo l’ultimo protagonista di questo spettacolo e risalgo. Una volta in superficie non riusciamo a trattenere l’eccitazione e con le torce puntate sopra le nostre teste, esultiamo per le meraviglie del carosello notturno che la natura ci ha regalato. Alberto è molto soddisfatto, e si unisce al nostro contagioso entusiasmo. Mentre riponiamo l’attrezzatura ci accorgiamo di un serpente di mare che attratto dalle luci del dhoni nuota sinuoso sulla superficie, l’ultimo brivido prima di dirigere la prua verso la nostra barca. Durante la navigazione chiedo ad Ezio, prezioso collaboratore di Alberto, se avevano mai incontrato gli squali nutrice di giorno, ma la risposta di Ezio è negativa. Nonostante le ricerche effettuate in tutti gli anfratti di Dhecunu Kandu, di giorno gli squali nutrice spariscono, si ipotizza che vadano in una grotta sotto il reef, a circa 55 metri, dove qualcuno dice di averli visti. Lasciando al mare il compito di custodire il mistero del nascondiglio dei nutrice, torniamo sulla Island Paradise 1, dove accarezzati dalla brezza marina ci abbandoniamo al piacevole ricordo di questa immersione da brivido, una cinque stelle, come qualcuno scriverà sul proprio logbook.
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