Autore testo: Beatrice Rivoira
Autore foto: Aldo Ferrucci
“Ti piacerebbe dare una mano ad organizzare la mostra fotografica sull’Haven?”
Così… una domanda piovuta dal cielo durante una conversazione con un amico. Assolutamente inaspettata e col forte dubbio che mi stesse prendendo in giro. Invece è andata a finire che il 10 maggio mi sono ritrovata con la macchina davanti al Techdiving di Savona e l’attrezzatura nel bagagliaio.
Dopo aver confermato a Felice, il proprietario del diving, che ero lì volutamente e che non mi ero persa, ho quindi cominciato a preparare tutto l’occorrente. Poco dopo sono arrivati anche Aldo Ferrucci e Massimo Mazzitelli, ideatori e fotografi della mostra, e altri due subacquei francesi, Jacques e Alain, che avrebbero dato a loro volta una mano in questi ultimi giorni di preparativi. L’idea alla base di questo progetto era molto semplice: una mostra dell’Haven… sull’Haven!
L’attrezzatura comincia ad accumularsi sul molo
Le varie attrezzature hanno così cominciato ad accumularsi pian piano sulla banchina, formando un ammasso nero visibile fin dall’altra parte del porto! Rebreathers, bibombola, bombole di fase, torce, pinne, retine colme di attrezzi necessari per il fissaggio delle foto…e chi più ne ha, più ne metta. Arriva il momento del briefing e Aldo, con un disegno del castello di poppa dell’Haven sotto mano, si adopera per assegnare a ciascuno il proprio compito e a ripetere il tutto in entrambe le lingue. Le comunicazioni infatti si svolgono un po’ in francese e un po’ in italiano, ogni tanto anche in inglese… ma alla fine la pianificazione è chiara a tutti. Si comincia quindi a caricare l’attrezzatura sul gommone facendo gli ultimi controlli e, una volta che anche le ultime due foto sono a bordo e tutto è bloccato per bene, si decide di partire.
Alcuni dei pannelli pronti per essere fissati sul relitto
Il meteo ha giocato nettamente a nostro favore e usciamo dal porto con una giornata splendente, calda e un mare liscio come l’olio! Nel giro di 15’ scarsi ci ritroviamo sul punto d’immersione e cominciamo a prepararci. Le operazioni da fare sono essenzialmente due: fissare l’ultima delle 15 cornici e inserire un’altra foto nella struttura già posizionata sul relitto. Dopodiché sarebbero stati fatti gli ultimi ritocchi per sistemare le foto già fissate nei giorni precedenti e aggiustare alcuni dei cavi che le sostengono.
Cominciamo a scendere lungo la cima e, dopo una manciata di metri, la visibilità si apre nettamente rivelando una vista mozzafiato. Il castello è visibile nella sua interezza, così come il fumaiolo, e il relitto è letteralmente circondato da nuvole di castagnole rosse (Anthias anthias) e zerri (Spicara smaris). Tuttavia ci sono dei lavori da fare e, si sa, il tempo passa in fretta quando si è sotto! La discesa quindi è veloce e ci si sposta subito a fissare il pannello nella sua cornice, già montata su una delle ringhiere a 33 m. Quest’ultimo purtroppo ha la “pessima” tendenza a galleggiare se non opportunatamente zavorrato o fissato. Conviene quindi sistemarlo per primo, onde evitare di vederlo tornare alla luce del sole prima di noi. Subito dopo è il turno dell’ultima cornice e dei cavi che sostengono le foto appese al fumaiolo. L’immersione prosegue quindi con le ultime modifiche, per tentare di posizionare le foto il più ordinatamente possibile, fino a che non arriva il momento di staccare. Durante la risalita e i minuti di deco mi godo la splendida visione d’insieme e saluto le ricciole di fondale (Centrolophus niger) che nuotano pazienti attorno a una delle taniche fissate sulle cime di risalita. In aggiunta, la temperatura di superficie, si rivela essere attorno ai 18°C, una vera goduria!
Una delle foto presenti sul fumaiolo
Il rientro in porto e il lavaggio delle attrezzature non impediscono inoltre di organizzare un veloce banchetto a base di focaccia, formaggio, salamella, vino e cioccolato! Il tutto sotto un sole assolutamente estivo. Una volta ritirata l’attrezzatura, e rifocillata la pancia, ci si mette quindi d’accordo per il giorno seguente, ultima occasione per sistemare tutto prima dell’inaugurazione.
Pannelli sul castello di poppa
Il venerdì mattina si aggiunge al gruppo anche Roberto Rinaldi e sul gommone cominciano a comparire telecamere e macchine fotografiche scafandrate, che vanno ad occupare lo spazio lasciato libero dai pannelli!
Questa volta l’appuntamento è anche con l’Haven diving di Arenzano e con Patrizia Maiorca, madrina della mostra, che oggi dovrà fare le prove di taglio del nastro.
Il meteo, ancora una volta, ci è favorevole e la giornata si rivela essere persino migliore della precedente. Sopra il relitto, il mare è una tavola, la visibilità è migliorata ulteriormente e la temperatura in superficie è di ben 21°C.
Patrizia si prepara per l’immersione
Viene sistemata una cima di discesa per Patrizia e, vicino a questa, il nastro di prova. Nel frattempo proseguono le riprese della mostra e vengono scattate ulteriori fotografie. Il colpo d’occhio è notevole già durante la discesa ma, una volta arrivati sul relitto, le fotografie si stagliano in tutta la loro bellezza. A far da cornice i banchi di pesce che continuano ad animare il relitto con i loro spostamenti in massa e gli zerri, nel periodo degli amori, che sfoggiano coloratissime livree. Come sottofondo si aggiungono poi dei delfini in lontananza che concedono ad alcuni fortunati l’ascolto dei loro versi.
Il risultato? Una galleria di quindici bellissime foto in una cornice marina che rasentava la perfezione!
Al nostro rientro, per aggiungere la ciliegina sulla torta, i brindisi e la focaccia non si fanno attendere e tutto sembra essere pronto per il giorno dopo.
Il sabato mattina infatti arriva in fretta e in banchina c’è un movimento frenetico di gente che si prepara per l’occasione. L’ora dell’inaugurazione non tarda ad arrivare e le varie imbarcazioni lasciano il porto con il rispettivo carico. L’accesso all’area sovrastante il relitto inoltre è stato interdetto per due ore al fine di permetterne lo svolgimento in tutta sicurezza.
Una volta arrivati sul punto si contano due gommoni della Guardia Costiera, un gommone della Guardia di Finanza (con tanto di elicottero), i due gommoni dei diving e un’altra imbarcazione d’appoggio. L’atmosfera che si viene a creare è del tutto simile a quella dei tentativi dei record. I subacquei d’assistenza e i video-operatori sono pronti sul fondo e lungo la cima di discesa, un medico è presente a bordo per motivi di sicurezza, le telecamere e le macchine fotografiche dalla superficie lavorano a pieno ritmo e, con l’avvicinarsi del momento, cala il silenzio assoluto. Patrizia si prende i suoi minuti di concentrazione e poi con un movimento semplice ed elegante sparisce sott’acqua. Effettua la discesa con tutta la tranquillità di una grande esperta e, arrivata sul relitto, taglia con delicatezza il nastro color giallo acceso scelto per l’occasione. Un ultimo saluto ai subacquei presenti sul fondo e comincia altrettanto tranquillamente la sua risalita dalle profondità marine.
Il taglio del nastro
La notizia intanto arriva in superficie, Patrizia sta risalendo. Gli sguardi sono fissi sulla boa attaccata alla cima di discesa e il silenzio cala per la seconda volta. Poco dopo Patrizia emerge con la sua muta nera e azzurra, e il sorriso stampato sul suo volto non lascia dubbi sulla buona riuscita dell’immersione. Scatta l’applauso, la mostra è ufficialmente aperta!
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