Attraversando gran parte della costa Azzurra e decine di chilometri di boschi ci si trova d’improvviso sopra un altopiano con vista panoramica mozzafiato di uno scorcio su di un angolo di Francia poco frequentato dal turismo italiano. Questa zona della PACA, regione della Provenza-Alpi-Costa Azzurra, si apre con uno scenario suggestivo sulle isole d’Oro, ovvero Port-Cros, l’isola del Levante e Porquerolles, proprio ai piedi del Massiccio dei Mauresa.
Scendendo lungo la costa attraversiamo qualche paesino tipico e ci dirigiamo a Le Lavandou che ci ospiterà per qualche giorno in un alberghetto familiare sulla spiaggia bianca di Saint Clair, una distesa di sabbia fine lunga quasi un chilometro, adatta per una tranquilla vacanza con la famiglia.
Il nome della città Lavandou secondo Frédéric Mistral, famoso poeta provenzale, è sinonimo di “lavoir“, ossia lavatoio che era al tempo lo strumento usato dalle mogli dei pescatori per lavare i loro panni. Secondo invece altre correnti di pensiero il nome Lavandou sembrerebbe derivato dato dalla lavanda, una pianta ampiamente diffusa in Provenza.
Le Lavandou pur non essendo una meta molto gettonata per gli italiani, lo è sicuramente per i francesi che la occupano quasi totalmente nel periodo estivo rendendola difficoltosa nelle piccole operazioni di spostamento in auto che è meglio parcheggiare e dimenticare di avere. Anche nei pochi ristoranti di Saint Clair è bene prenotare in anticipo o si rischia di restare a stomaco vuoto. In queste locande si consiglia di gustare soprattutto le portate principali a base di pesce, servito fresco in molte varietà anche se non mancano altre pietanze più o meno tipiche, dalle cozze gratinate agli spaghetti alla bolognese. Per gli appassionati di cibi del posto consigliamo una spesa in uno dei supermercati locali dove si possono comprare vari tipi di paté, di fugasse e altri piatti pronti, ideali per pranzi veloci in barca o in spiaggia.
Immersioni
Per le immersioni ci siamo rivolti ad un diving center trovato su Internet e contattato prima della partenza, Lavandou Plongee. La base delle attività è un locale situato nel porto di Le Lavandou, da dove partiamo con un barcone in alluminio in direzione di una delle isole della zona. La nostra barca sembrerebbe grande e comoda e sicuramente lo sarebbe se non fosse riempita con oltre 30/35 subacquei con le relative attrezzature, davvero troppi, almento per i nostri gusti. Una volta compressi i sub all’interno della barca, l’ordine diventa caos, le attrezzature si mischiano tra di loro e le voci si mescolano al rumore dei motori creando un vociare indistinto di subacquei francesi tra cui spicca ogni tanto quella di una delle guide che richiama l’attenzione per qualche motivo a noi ignoto, salvo una volta segnalarci un banco di delfini che nuota intorno alla barca, un regalo del mare durato qualche minuto di emozione.
In circa 30-40 minuti si raggiungono i principali punti di immersione e le operazioni di sbarco dei grandi gruppi di sub avvengono piuttosto velocemente dopo un briefing rigorosamente in francese, inutile e forse pericoloso per chi non lo capiscee mal potrebbe interpretare qualche indicazione. 60 minuti la durata massima di esplorazioni che si svolgono principalmente entro i 30-40 metri, in base al brevetto. Non abbiamo ben capito se siano previste le guide o meno perchè in alcuni casi ci è stato indicato il percorso e ce lo siamo esplorati da soli, in altri casi invece eravamo accompagnati.
Fantastici i colori soprattutto sui relitti che ormai sono diventati l’habitat di molti pesci e crostacei mentre meno colorate ma sempre interessanti sono le immersioni lungo le pareti delle isole. Orate, dentici, murene, cernie e molte altre specie li abbiamo visti in abbondanza. Dicono che anche i barracuda siano piuttosto frequenti ma noi non possiamo testimoniarlo. Nessuna traccia nemmeno di aragoste o polpi, probabili vittime dei pescatori.
La temperatura dell’acqua anche in Agosto è piuttosto fredda con il minimo registrato di 13°C intorno a 40 metri di profondità. Già però dalla superficie l’impatto è decisamente fresco nonostante avessimo optato per una muta semistagna, scelta di cui non ci siamo pentiti.
Cosa non ci è piaciuto.
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Parlando di immersioni: il briefing in francese, la mancanza del conteggio dei sub dopo l’immersione, un esercito di più di trenta persone, e altri aspetti legati alla sicurezza ci han fatto pensare che l’attenzione per questa fosse più formale che concreta.
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L’affollamento dell’imbarcazione del diving riempita con oltre trenta persone e relative attrezzature è davvero insopportabile e, nonostante la barca sia ben organizzata, lo spazio a disposizione è molto sacrificato.
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Immersioni sconsigliate ai sub meno esperti che dovrebbero comunque rinunciare quantomeno ai relitti, che probabilmente offrono le migliori immersioni da fare.
Cosa ci è piaciuto.
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L’hotel e la spiaggia di Saint Clair con acqua cristallina e sabbia bianca sono una chicca per la tranquillità di un angolo di Francia molto bello.
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Le immersioni soprattutto sui relitti sono sorprendenti per i colori anche se la profondità e le condizioni ne limitano molto la durata.
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Panorami molto suggestivi anche per gite in bicicletta lungo la costa.
Conclusione.
Una gita fuori porta che richiede almeno 3 o 4 giorni a disposizione che consigliamo solamente ai sub esperti che si trovano, come noi, di passaggio per spezzare il viaggio per la Spagna oppure a chi ha già visitato più volte le numerose alternative valide in Italia o comunque più vicine a ‘casa’. Se invece si ha a disposizione più tempo, meglio allungare il viaggio fino alle Isole Medas.
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