Autori Testo: Flavia Boni e Federico Marietti
Autore foto: Flavia Boni
“La felicità è conoscere e meravigliarsi”.
“Dopo l’istante magico in cui i miei occhi si sono aperti nel mare, non mi è stato più possibile vedere, pensare, vivere come prima”. (Jacques-Yves Cousteau)
In principio fu la Calypso, l’imbarcazione de Le Comandant, a creare una breccia attraverso la barriera corallina. Oggi restano comunque poche le navi da crociera che solcano le acque di quella che è considerata da tutti la scuola della subacquea.
Solo chi è stato in questa parte di Mar Rosso che bagna il Sudan può capire perché negli anni ’60 il comandante Jacques-Ives Cousteau decise di intraprendere qui, e non altrove, una delle sue spedizioni più celebri: in questi ambienti sommersi, per i coraggiosi esploratori che nei 28 giorni di esperimento rimasero sui fondali all’interno del PreContinente II, fu impossibile annoiarsi. Allora come oggi la varietà di vita marina, la sua maestosità, la danza senza fine degli squali, rappresentano al meglio l’attrattiva di cui la maggior parte dei subacquei è in cerca.
Dai tempi del primo presidente della C.M.A.S. fino ai giorni nostri, in cui le didattiche si sono moltiplicate, il culto delle immersioni ha trovato il suo tempio.
Gabbia di Cousteau Sha Ab Rumi
A Sha ab Rumi si possono vedere, anche in notturna, parti della costruzione voluta dal famoso scienziato: la campana, i vecchi acquari, la gabbia antisqualo. Ancora adesso i “grigi” vengono alla ricerca del cibo che per anni gli è stato offerto dagli uomini ai quali si avvicinano senza timore. Basta scendere un po’ di più, poi, per conoscer il vero padrone del Sudan, lo squalo martello. Intere pareti che si muovono uniformemente con eleganza, talmente ampie che risulta difficile fermarsi a contare gli esemplari.
Ben prima del viaggio esplorativo di Cousteau, il secondo conflitto mondiale costrinse il comandante dell’Umbria ad affondare nel 1940 questa imponente nave italiana che, adagiata sul fondo, scende fino ai 35 metri vicino Port Sudan. Al suo interno ospita ancora munizioni, bottiglie e perfino alcune Fiat 1100. Adesso è un’ottima check dive o un’immersione di fine crociera ma sicuramente una tappa obbligata per gli amanti dei relitti che potranno trovare automobili anche dentro il relitto delle Toyota, affondato nel 1977.
Risale al 1906 la costruzione del faro di Sanganeb, imponente struttura di 55 metri dalla vetta della quale si può ammirare la meravigliosa barriera corallina omonima. La salita sulla lunga scala a chiocciola è una fatica che viene ripagata. Il panorama dall’alto non è inferiore a quello sommerso dove oltre alle colonie dei martello esiste quella dei barracuda. Il vortice di esemplari di diverse taglie avvolge l’anima dei sub trasformandoli in un unico elemento con l’acqua.
Banco di barracuda a Sanganeb
Jumna e Pinnacolo sono invece due torrioni sommersi. Due siti roccaforte del Sud famoso anche per le tartarughe che in questa area depositano le uova. La barriera è più colorata, le pareti che scendono nel blu lasciano spazio ad ogni tipo di incontro.
All’opposto Angarosh è il fortino del Nord. In Arabo significa “madre degli squali”. Una traduzione che ha bisogno di poche spiegazioni, è considerato forse l’unico sito dove, anche nei periodi in cui il mare è più caldo, gli squali martello salgono all’interno della curva di sicurezza.
Le rotte da tracciare sono infinite, basta scegliere il percorso sommerso che qualunque esso sia attraversa la storia e la biologia marina del Sudan sottomarino. Oggi come allora.
Barriera corallina
Immersione notturna a Sha Ab Rumi
- Come arrivare. Il punto di partenza per imbarcarsi in una delle navi da crociera è Port Sudan, uno dei più importanti accessi al mare del paese. Via Cairo si vola con la Sudan Airways con gli immancabili ritardi. Altrimenti c’è la Emirates, più confortevole e sicuramente più puntuale, ma gli operativi dei voli costringono ad un giorno lavorativo in più da aggiungere alla settimana di vacanza.
- Quando andare. Il periodo solitamente più consigliato è quello che va da dicembre a maggio. In estate, invece, la temperatura esterna è molto calda al punto che alcune delle navi da crociera si fermano in cantiere. Settembre, ottobre e novembre non è così scontato incontrare gli squali martello.
- I percorsi. Se si ha solo una settimana a disposizione bisogna scegliere tra l’itinerario Nord o quello Sud. Diverso se si hanno due settimane, in questo caso si può decidere di allungare la rotta. Sha ab Rumi e Sanganeb sono comunque tappe imperdibili per chi va in Sudan la prima volta.
- Clima. La temperatura esterna oscilla tra i 25 gradi di dicembre e i 45 di agosto. Quella dell’acqua dai 25 ai 35 gradi. (Basta una muta 3mm, 5 per i più freddolosi).
- Cosa si vede. Il Sudan è la patria degli squali martello, avvistarli è praticamente garantito. Come del resto gli squali grigi e pinna bianca. Inoltre si possono ammirare tutta la flora e la fauna tipica del reef: anemoni, razze, pesci pagliaccio, lion fish,…
- Cosa serve. Per arrivare in Sudan serve il visto sudanese, un passaporto con validità sei mesi, con due pagine libere e senza timbri di Israele.
- Guerre e Pericoli. Nessun pericolo, la guerra civile che ha coinvolto il Sudan è distante da Port Sudan che è una piccola cittadina tranquilla dove possibile girare senza bisogno di particolari precauzioni. I turisti sono rispettati se rispettano a loro volta le tradizioni arabe.
- Con chi andare. Goletta San Marco (un affascinante caicco capace di riportare indietro il tempo), Sherazade (imbarcazione moderna) e Felicidad (un’imbarcazione da pesca riadattata per le crociere) sono le più conosciute. Le alternative sono comunque valide.
Altre foto
Faro di Sanganeb
Port Sudan
Port Sudan
Port Sudan
Per info: Antonio Carascon, il presidente dei mari. www.crazyhorsedivers.com
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