Subacquea tecnica, quali abilità sono richieste?
Quando impariamo ad andare sott’acqua, apprendiamo tutto un nuovo set di abilità.
Svuotamento della maschera, controllo dell’assetto, recupero dell’erogatore, tutto quello che impariamo al corso open water è l’essenziale per immergerci in sicurezza. Poi passiamo a abilità avanzate, come usare una muta stagna, esplorare un relitto o soccorrere il compagno.
Con l’immersione tecnica, ecco che dobbiamo ricominciare a imparare. Ma il punto è un altro: le abilità non vanno solo imparate, ma anche provate e riprovate fino a dominarle, e messe in pratica in continuazione anche se non sembra necessario.
L’immersione con decompressione introduce una copertura virtuale, o un soffitto di vetro, che aumenta il rischio connesso con l’immersione e le possibili conseguenze di un problema. Nell’immersione ricreativa la superficie è sempre a pochi minuti di distanza, raggiungibile senza rischi in caso di problema. In un’immersione con deco il subacqueo non può risalire direttamente senza andare incontro a rischio di sindrome da decompressione. In certi casi può rendersi necessaria una sosta di un’ora o più.
Di conseguenza bisogna essere preparati per ogni situazione, saper rispondere nel modo corretto a qualsiasi imprevisto per portare a termine la decompressione pianificata. E questo è possibile solo se le abilità sono praticate in continuazione.
Galleggiamento nella subacquea tecnica
Il controllo del galleggiamento è un’abilità fondamentale, che si raggiunge per gradi. Il sub principiante ha uno scarso controllo, spesso non capisce come modificare il proprio galleggiamento, che fattori lo influenzano, addirittura non si rende conto se sta affondando o risalendo.
All’ottenimento del primo brevetto, il sub dovrebbe essere passato al secondo livello, cioè capire come si controlla il galleggiamento. Il resto… lavori in corso! Molti tengono costantemente la mano sul VIS, e lo sforzo per modificare il galleggiamento è un processo consapevole.
Al terzo livello, raggiunto solo dopo un po’ di pratica, il controllo del galleggiamento diventa automatico. Adesso il sub si muove avanti e indietro e mantiene un assetto neutro senza fatica, quasi senza pensarci, a condizione che il resto vada bene. Questo è il livello raggiunto da molti sub esperti.
Ma attenzione: quando un problema si manifesta, o comunque qualcosa richiede tutta la sua capacità di concentrazione, il controllo del galleggiamento inizia a mostrare dei limiti.
Il subacqueo tecnico deve raggiungere un quarto livello, nel quale si può affrontare uno o più problemi sempre mantenendo il controllo del galleggiamento. Ora il sub può concentrarsi sulla soluzione del problema. Questo livello è la base su cui costruire tutte le altre abilità richieste dall’immersione tecnica.
Controllo della velocità di risalita nell’immersione tecnica
Controllare la velocità di risalita è una delle abilità chiave nell’immersione tecnica, che richiede in pratica sempre soste di decompressione. Tutte le tabelle o i computer si basano su una velocità di risalita, è essenziale che il subacqueo la rispetti. Né troppo veloce né troppo lento.
C’è stata nella subacquea una spinta graduale verso un rallentamento della velocità di risalita, cosa che è senz’altro buona nell’immersione ricreativa. Ma nel settore tecnico si aggiungono nuove complicazioni.
Molti ricreativi che iniziano l’immersione tecnica, risalgono di gran lunga troppo lentamente in profondità, e troppo velocemente dall’ultima sosta decompressiva alla superficie. L’esatto opposto di quello che dovrebbero fare. Infatti così facendo in profondità prolungano il tempo di fondo e rimangono poi penalizzati in deco.
Il subacqueo tecnico deve risalire sempre alla velocità giusta. Non veloce, ma alla velocità stabilita dal modello di decompressione che sta usando. Molti algoritmi usano una velocità di risalita di 10 m/min dal fondo alla prima sosta di decompressione.
Soste di decompressione (deco stop) nella subacquea tecnica
Una volta che il sub abbia raggiunto la quota del deco stop, avrà bisogno di un sufficiente controllo del galleggiamento per mantenere la quota.
In una fermata di sicurezza non è essenziale mantenere esattamente la quota per tutta la durata della fermata. Diversa la storia per un deco stop obbligatorio, che va eseguito esattamente a quella quota. Se il sub va un pochino più profondo non rilascerà il gas assorbito dai tessuti con la sufficiente velocità, se si tiene più verso la superficie lo rilascerà troppo velocemente, con il possibile risultato di contrarre una malattia da decompressione (MDD). La quota va mantenuta con uno scarto massimo di più o meno mezzo metro, e chiaramente il controllo del galleggiamento è essenziale.
Cambi di miscela nell’ immersione tecnica
Nella maggior parte delle immersioni tecniche, il sub deve cambiare dalla miscela di gas respirata nella parte profonda a un gas decompressivo separato, che accelera il rilascio dei gas accumulati dai tessuti e riduce la necessità di soste.
Il gas usato per la decompressione è un Nitrox ricco. Il pericolo nell’uso di queste miscele è di incorrere nel rischio di tossicità dell’ossigeno verso il sistema nervoso centrale (SNC) se il subacqueo scende inavvertitamente oltre una certa profondità. Una ragione in più per essere certi di mantenere la quota.
Se si trasporta più di una miscela decompressiva, ognuna avrà la sua profondità massima operativa, e il sub deve essere sicuro di non usare mai la miscela sbagliata alla profondità sbagliata. Tutti i cambi di miscela vanno eseguiti alla corretta profondità, che il sub deve mantenere con la tolleranza massima di mezzo metro in più o in meno.
Sistema di coppia nell’ immersione tecnica
Durante il cambio di miscela, il compagno deve controllare che il cambio avvenga nel modo corretto. È solo un esempio del livello di abilità richiesto al buddy dall’immersione tecnica.
Il sub tecnico deve sempre essere attento al compagno, entrambi devono lavorare in squadra per anticipare e evitare problemi. Sarebbe facile concentrarsi solo sui tuoi compiti e dimenticare di avere un buddy. Non importa cosa stai facendo, devi sempre essere attento al tuo compagno e pronto ad assisterlo in caso di bisogno.
Nel caso peggiore, il tuo buddy esaurisce la miscela respiratoria e deve condividere la tua. Questo è indice di una seria mancanza di programmazione e di attenzione, in quanto il sub tecnico dovrebbe pianificare l’immersione e controllare il consumo in modo da non andare mai in esaurimento di miscela. Ma è successo, il tuo compagno è senza miscela, adesso dovete risalire rispettando tutti i deco stop fino alla superficie o almeno fino al punto in cui lui possa continuare con una delle sue bombole decompressive.
In questi casi una frusta lunga sull’erogatore che doni al compagno renderà tutto più facile.
Non parlo di pochi centimetri di differenza, una frusta veramente lunga permette ai due sub di lasciare abbastanza spazio tra loro, per una risalita e deco stop confortevoli.
Ancora una volta sottolineo la necessità di un perfetto assetto durante la risalita e le soste, mentre si condivide la miscela.
Galleggianti di superficie nell’ immersione tecnica
L’uso di un pedagno da profondità elevate è pratica comune nell’immersione tecnica. Non sempre si può tornare all’ancora, e comunque una decompressione lungo la cima dell’ancora in caso di corrente forte può essere poco confortevole o pericolosa. Le procedure sono varie, ma una procedura comune consiste nell’inviare alla superficie un pedagno prima di iniziare la risalita e lasciarsi andare in drift mentre si eseguono le soste lungo la cima. In caso di una lunga decompressione il pedagno permette alla barca di seguire i sub, anche se la corrente è forte; inoltre la cima dà un riferimento ai sub.
È necessario che il sub tecnico faccia pratica nel mandare un pedagno alla superficie, finché lo sappia fare facilmente e senza pericolo.
In immersioni molto profonde la cima del pedagno può non essere abbastanza lunga per raggiungere la superficie dalla massima profondità. In questi casi occorre saper inviare il pedagno durante un deco stop, o risalendo tra due deco stop successivi. Il sub tecnico deve impratichirsi nelle due abilità individualmente prima di combinarle.
Conoscenza della propria attrezzatura nell’ immersione tecnica
Il sub tecnico deve avere familiarità, oltre che col pedagno, con tutta la propria attrezzatura. In caso di un problema deve saperne trovare e usare ogni elemento. Inutile avere tutte le parti di backup e non aver mai fatto pratica nell’usarle. Nessuno garantisce che nel momento del bisogno la risposta sia quella attesa.
Molti sub hanno un pedagno e un reel di backup ma non li hanno mai usati. Quando il reel primario ha dei problemi non è il momento migliore per cercare di ricordarsi come funziona il reel di backup. Allo stesso modo molti hanno una maschera di backup senza aver mai provato a toglierla dalla tasca e indossarla in acqua. Quando perdi la tua maschera, non è il momento migliore per scoprire che non è così facile togliere l’altra dalla tasca.
Esercitarsi sempre
Avete capito perché i sub tecnici ripetono sempre le abilità? Dietro a ciò è la consapevolezza che il peggior momento per provare qualcosa per la prima volta è quando se ne ha davvero bisogno. Allo stresso modo ci arrugginiamo se non proviamo un’abilità per molto tempo. La ragione per fare pratica non è il pensiero di doverla usare regolarmente; al contrario speriamo di non averne mai bisogno, ma in caso di necessità saremo felici di saperla mettere in pratica senza problemi.
Per esempio, molti corsi tecnici insistono sulla rimozione e il riposizionamento della bombola con la miscela deco. Ecco una cosa che non farai mai nella pratica, ma il giorno che la bombola per la deco resta impigliata in una lenza abbandonata, o devi passarla al tuo buddy, il fatto di aver provato in precedenza e saper cosa fare non avrà prezzo!
La subacquea tecnica si basa su abilità chiave che bisogna conoscere ad ogni livello, ma ancora più pone enfasi sulla pratica e la capacità di eseguire ogni abilità. Le implicazioni di non aver fatto allenamento con un’abilità sono potenzialmente più serie nella subacquea tecnica che in quella ricreativa, ma una pratica regolare delle abilità e una programmazione fatta tenendo presente il caso peggiore sarebbero utili a ogni livello di immersione.
Articolo di Mark Powell, pubblicato su ScubaZone n. 34 – Traduzione Massimo Boyer