Autore: Marco Di Palo
Avevo voglia di una meta diversa, la nostalgia dell’oriente mi avrebbe portato ancora dal quelle parti ma una strana voglia di “secco” mi pervadeva.
Tornando in macchina dal lavoro dopo una giornata particolarmente pesante, rimasto senza cd da sentire in macchina, dopo le gallerie che percorro tutti i giorni, accendo la radio e la prima stazione che a casa la ricerca automatica trova trasmette un vecchio pezzo “Hotel California”.
Al momento non ci faccio caso ma arrivato a casa, accendo il pc e penso a dove in realtà era l’hotel di cui parlava la canzone, ma di che california stiamo parlando?
Cercando su internet trovo notizie contrastanti ma i maggiori indizi portano a Baja California Sur, la parte messicana della California.
Improvvisamente capisco che voglio andare lì, ne parlo con mia moglie e subito cerchiamo maggiori informazioni possibili, nel giro di un paio d’ore abbiamo prenotato dei voli destinazione La Paz a Giugno, un posada come bed & breakfast e anche un diving vicino.
L’arrivo a La Paz il mese dopo è abbastanza rocambolesco, il viaggio lungo e arriviamo spossati.
L’aria a La Paz è frizzante, sembra di essere in una Cannes messicana, una lunga e assolata promenade, tanti negozietti e ristorantini alla mano e tutto estremamente facile e alla portata.
Facciamo 5 giorni di diving, sempre in full day,barca tutta per noi, prima immersione nel mar di cortez ci lasci perplessi, acqua a 20 gradi, corrente e scarsa visibilità.
La prima pausa pranzo su un isola deserta ci mette subito a nostro agio, gabbiani e cactus sembrano fondersi in un panorama squarciato da un mare blu notte.
Da qui in poi passiamo i giorni a navigare intorno all’isla de spiritu santo, mettiamo una muta pesante, conosciamo e incontriamo da vicino i leoni marini, creature meravigliose tanto impacciate sulla terraferma quanto veloci e flessuose in acqua.
Qui non siamo ai tropici certo, la barriera corallina non è colorata, ma la vita sotto la superficie è coinvolgente in diverso modo, si danza con i leoni marini, si incontrano sempre i delfini, le mante che planano sopra l’acqua e il nostro sguardo è sempre rivolto nel blu alla vogliosa ricerca del pezzo grosso, squali oppure le regine del mar di cortez : le balene.
La stagione non è quella “giusta” ma un giorno appena fuori dall’acqua, ancora infreddoliti sulla barca, vediamo finalmente una balena, che emerge come un maestoso sottomarino e ci commuove per quanto è “bella e impossibile”.
Dopo qualche immersione impariamo a “sentire” nell’acqua il richiamo dei leoni marini, ora vediamo meglio, sentiamo meglio il mare e loro ci premiano con nuove danze a pochi metri da noi, ci guardano con occhi dolcissimi, baffi buffi e pettinati e canini affilati che mostrano ai nostri occhi uno splendido sorriso e mai ci verrebbe in mente di dubitare delle loro zanne.
Immergersi nei dintorni di La Paz diventa ascoltare la natura, il rumore degli uccelli, lo spruzzo delle balene, il verso dei delfini e guardare negli occhi i leoni marini.
Terminati i giorni di diving noleggiamo un auto, voglio vagare per il deserto e voglio vedere l’oceano pacifico, fingere di essere un surfista che aspetta l’onda sulla spiaggia sorseggiando una cerveza.
A Todos Santos, lonely planet in mano andiamo davanti all’hotel california, piccolo intimo come non ce lo immaginavamo, ma nonostante tutto magnetico, immerso in una cittadina sonnacchiosa nel deserto, per festeggiare l’evento mi compro una maschera da wrestler messicano e così come un folle indossandola riparto in macchina verso il deserto.
Ovunque si trovano un sacco di cactus, come quelli dei cartoni animati o dei film spaghetti western, accosto la macchina, scendiamo e mi avvicino ad uno dei più grandi, devo farmi pungere l’ho sempre sognato da bambino, faccio una foto in fianco, d’ora in poi chiamatemi cico y martinez y Gonzales come il compagno dei fumetti di zagor!
Ci fermiamo a vedere i surfisti, sembra di essere in point break, vedo per la prima volta delle onde a tubo, ci fermiamo in spiaggia intorno al fuoco e finalmente bevo la mia cerveza, io sono dentro nell’onda.
Passiamo velocemente cabo san lucas, poco affascinante esempio di turismo low cost “amerikano” e ci tuffiamo nel fantastico isolamento del parco nazionale di cabo pulmo, una meravigliosa e dimenticata riserva naturale.
Spiaggia deserta, gusci di aragosta, chele di granchio e anche una piccola e vivissima barriera corallina ci attendono , per questa volta da fare solo con lo snorkel in assoluto silenzio senza neanche il rumore delle bolle.
Baja California è un posto per l’anima, che tu sia surfista, sub, kiter oppure solo un comune mortale ci trovi tutto quello ci serve e di sicuro quello che sognavi da bambino, o quello che vedevi nei film si materializza davanti portato dal rumore del mare o del vento.
E se qualcuno ci va deve provare a guardare negli occhi un leone marino, chiedersi cosa gli sta trasmettendo, forse gli sta dicendo solo di smettere di rovinare il mare e la natura, lasciamo tutto così, guardiamo le cose integre.
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