Autore testo: Gherardo Biolla
Autore foto: Waterproof Expeditions
Lontano da tutto…. Sono in volo verso la Patagonia, terra
unica e stupenda ma, come sempre, la mia immaginazione vola verso questo enorme
continente di ghiaccio, ultima meta estrema.
L’Antartide si trova isolata da tutti gli altri continenti, interamente
circondata dall’oceano Antartico ha una superficie che varia dai 14.500.000 Kmq
fino ai 31.000000 Kmq durante l’inverno. Considerato il più alto continente del mondo ha una altezza media di
oltre 2000 m. con catene montuose, la “Cordigliera Transantartica” che superano
i 4500 m. In buona parte ancora da esplorare. Le condizioni climatiche rendono
il continente Antartico una zona particolarmente inospitale, le temperature più
basse, ad esempio, sono state registrate alla base Russa Vostock, ben -89,6 C°, mentre i venti possono raggiungere e superare
i 200 km/h.
Tuttavia, durante l’estate (il nostro inverno) le aree costiere possono
diventare quasi ospitali! Le temperature durante dl giorno sono di alcuni gradi
sopra lo zero e lo spettacolo che si presenta agli intrepidi viaggiatori ripaga
di ogni piccolo imprevisto.
Certo, visitare l’Antartide è possibile per alpinisti e persone dotate di grande
allenamento ma da diversi anni oramai esiste un altro modo per poter godere di
tutta la bellezza di questo continente senza dover essere obbligatoriamente
degli esploratori: le crociere.
Subacquee e non, partendo da Ushuaia ( ma anche da Punta Arenas – Cile o dal Sud
Africa, Nuova Zelanda o Australia ) ti portano fino a toccare le coste
permettendoti di fare alcune uniche escursioni oltre che uniche immersioni!
E’ una fresca giornata di novembre quando mi arriva una telefonata che mi
informa della possibilità di andare a immergermi in uno degli ambienti più
esclusivi al mondo, l’Antartide.
Il viaggio
Ci si organizza e si parte, un lungo volo mi fa atterrare a
Buenos Aires e da qui ad Ushuaia. Sono felice di essere tornato in questa
ridente cittadina, la più a sud del mondo. Circondata dalla parte terminale
della catena delle Ande e punto di ritrovo di alpinisti, esploratori e
viaggiatori. I suoi locali pullulano di energia e vitalità. Qui è possibile fare
incontri veramente particolari… Dopo una notte trascorsa sveglio a girare per le
vie della città, mi reco al porto assieme ad un vecchio amico ritrovato. Sono
ormai tre mesi che vaga per lo Hielo patagonico e si è preso alcuni giorni di
relax prima di ripartire per l’Australia.
Mi imbarco. Una volta partito mi aspetta un viaggio movimentato a causa delle
agitate acque al largo di Capo Horn; ma le robuste navi rompighiaccio sono
estremamente sicure e accoglienti. Mentre lascio la Patagonia vengo accompagnato
da alcuni gabbiani dominicani, cormorani e un albatros che, senza battito d’ali
, ci rimane affiancato per alcuni minuti. Il profumo dell’aria, ricca di
salsedine ed il freddo clima ventoso sono la mia porta di ingresso verso un
altro mondo dominato da forti contrasti.
Durante la navigazione vengono proiettate diapositive accompagnate da
spiegazioni sulla flora, la fauna, condizioni climatiche, storia e scienza. La
cucina a bordo è, a seconda della nave, sempre di discreto livello. Da buon
Italiano non disdegno un fumante piatto di spaghetti anche se “troppo cotti”. Il
giorno seguente, mentre sono seduto comodamente su una poltrona e intento a
leggere “Ande Patagoniche” di Alberto De Agostini (libro che consiglio),
l’Antartide chiama e lo spettacolo è unico. Sono fortunato, il tempo è limpido e
posso ammirare l’incredibile contrasto cromatico tra l’azzurro del cielo, il blu
profondo del mare e l’accecate bianco del ghiaccio e dei numerosi iceberg.
A terra
Le escursioni a terra costituiscono una delle maggiori
attrazioni di questo viaggio, ogni discesa tende a concentrarsi su un punto
specifico, ad esempio una colonia di pinguini, una base scientifica o un
panorama particolare. Prima di scendere vengo adeguatamente istruito su cosa si
farà a terra e cosa potremo vedere. Si parte ben equipaggiati sui potenti zodiac
per raggiungere il ghiaccio su cui sono presenti varie specie di pinguini tra
cui,
Pinguino di Adelia, Pinguino Papua, Pinguino Antartico e Pinguino Reale; Si
avvicinano per nulla intimoriti, loro….. Con un po’ di fortuna è possibile anche
avvistare anche tanti altri animali. Il mio consiglio è di partecipare a tutte
le escursioni; i momenti sono tutti unici e irripetibili.
Sott’acqua
La massima concentrazione di vita però è sotto la superficie
dell’acqua. I pochi fortunati che sono riusciti ad immergersi lungo le scoscese
coste o sotto i ghiacci ne hanno riportato un
esperienza unica. Il mondo sommerso è ricco di invertebrati tra cui spugne,
celenterati, anellidi, echinodermi e molluschi come i calamari. Circa 100 sono
le specie di pesci presenti, il merluzzo ben adattato al freddo grazie al suo
sangue che non contiene emoglobina ne è un esempio. Con un po’ di fortuna si
possono incontrare alcuni mammiferi come le Orche e le Balene.. non vedo l’ora!
Il giorno successivo ci viene comunicato che le condizioni sono ideali per
immergerci. Faremo due tuffi: il primo sotto una scoscesa parete rocciosa che
scende a picco nell’oceano. Ci prepariamo, vesto la mia fida muta stagna e
salgo, assieme ad altri cinque amici sul gommone che ci porterà sul punto di
immersione. Una capriola e via, la parete rocciosa continua la sua folle corsa
verticale verso l’abisso ma noi ci fermiamo ad ammirare lo spettacolare lavoro
di levigatura che il ghiaccio è riuscito a fare su questa parete. Anche le
immersioni sono caratterizzate da violenti contrasti di colore. Una semplice
stella marina appoggiata ad una sporgenza potrà regalare forti emozioni. Dopo
circa 40 minuti il freddo inizia a farsi sentire ed i consumi consigliano di
rientrare alla base. Tornati sulla nave, una bella doccia e andiamo a pranzo
mentre il comandante sposta il rompighiaccio in una zona ricca di iceberg
protetta dai venti che caratterizzerà la nostra seconda immersione serale.
Durante la cena l’altoparlante avvisa di un avvistamento, ci dirigiamo sul ponte
e a un centinaio di metri ammiriamo una balenottera azzurra. Mi pento di non
avere sempre con me la mia macchina fotografica, eppure me lo avevano ben
suggerito! Manca poco più di un ora al tramonto quando ci prepariamo per la
seconda immersione, obiettivo iceberg. Il pinneggiare all’interno di un “tunnel”
ghiacciato, lavorato dalla sapiente mano del mare, mi fa dimenticare il freddo e
le preoccupazioni di tutti i giorni. A differenza di quello che si possa
pensare, l’acqua non è poi tanto più fredda dei nostri laghi ma la visibilità
impagabile. La sensazione per chi guarda è quella di essere sospesi nell’aria.
Ad un certo punto mi rendo conto che il sole è bassissimo sull’orizzonte, gli
effetti della luce radente che rimbalza sul ghiaccio creano un ambiente unico e
magico. Mi sono immerso in moltissimi mari del mondo ma l’ emozione che provo in
questi luoghi è irripetibile.
Nei giorni successivi I punti di immersione vengono decisi di volta in volta dal
capo spedizione che, a seconda delle condizioni meteomarine potranno variare in
maniera imprevista.
Il ritorno al porto di Ushuaia è più tranquillo dell’andata. Di nuovo in
Patagonia, un ultima sosta a Rio Gallegos per salutare alcuni amici e mangiare
un po’ di ottimo asado alla “Casitas”.
Per i subacquei
Per potersi immergere in sicurezza godendo appieno delle forti emozioni che
questi fondali ci possono regalare è importante seguire alcune precauzioni e
regole. E’ indispensabile
essere in possesso almeno di un brevetto advanced o equivalente ed un minimo di
40 immersioni.
La muta da utilizzare dovrà essere ovviamente una muta stagna con un pesante
sotto-muta. La stessa dovrà essere in ottime condizioni ma non nuova. Per chi ne
ha la possibilità è consigliabile una seconda muta stagna di riserva in quanto,
un accidentale rottura di “un polsino in lattice”, potrebbe rovinare il viaggio.
I guanti potranno essere stagni o
umidi da almeno 5mm. Ottimi sono le muffole a tre dita.
Gli erogatori devono essere due, con due primi stadi e due secondi stadi. Non è
consigliabile l’octopus e i primi stadi devono essere rigorosamente anti-freeze.
Pinne: potete usare quelle che avete con l’accortezza di portarvi dietro dei
laccioli di ricambio. Alcune volte il freddo gioca brutti scherzi alle gomme già
un po’ usurate. In alternativa pinne con molloni sono l’ideale. Per il resto
l’attrezzatura classica va più che bene.
Con chi organizzare
Per il nostro viaggio ci siamo appoggiati a Mastrosommerso
“ www.mastrosommerso.it
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attenzione a siti particolari e nuove destinazioni.
Ringraziamo il nostro Partner tecnico Styled Illuminatori a
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ha permesso di illuminare questi stupenti luoghi.
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