Autori: Davide Lopresti e Marcello Di Francesco
Abbiamo provato Canon Eos 7d con la Custodia Nimar NI7D per noi realizzata in Versione “Black”.
La prima cosa che salta agli occhi guardando la nuova linea di custodie NIMAR è di essere di fronte ad una nuova generazione di prodotti, già ad un primo sguardo si possono apprezzare miglioramenti che manifestano in pieno la voglia dell’azienda emiliana di crescere e migliorarsi continuamente.
Tra le molte novità, i ganci di chiusura della custodia passano da 6 in plastica a 4 in acciaio con chiusura a clip, completamente ridisegnati e riposizionati in modo tale da garantire maggiore stabilità e sicurezza fino ad uno profondità massima operativa di – 60 metri;
I bulkhead di connessione per i flash, anch’essi ridisegnati, diventano in ottone cromato e sostituiscono i vecchi in alluminio, rendendo la comunicazione tra flash e macchina più sicura ed evitando molti problemi di elettrolisi.
Dal punto di vista estetico ci sono miglioramenti grazie anche alla nuova linea realizzata in policarbonato Nero, abbinata alle nuove maniglie ergonomiche alleggerite che le conferiscono maggiore eleganza e professionalità. Altra novità di rilievo è l’inserimento sul coperchio posteriore del nuovo sensore di umidità con relativo kit sonoro e spia luminosa. Il tutto quindi volto ad avere sempre una maggiore sicurezza ed affidabilità.
A sinistra: particolare dei nuovi Ganci in acciaio inox con linguetta di sicurezza
A destra: Bulkhead per connessione syncro flash in ottone cromato
A sinistra: vista frontale del leveraggio che controlla il pulsante di scatto
A destra: la nuova Nimar 3D Black per Canon 7D
Riportiamo alcuni Dati tecnici:
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Materiale custodia: Bayer Makrolon trasparente (High Quality Polymer)
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Profondità massima di utilizzo: – 60mt
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Ingombro con impugnature, occhiello e protezione oculare: L. 34 cm A.17 cm. P. 32 cm
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Peso con impugnature: Kg 3,47
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Assetto in acqua: leggermente positivo
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4 ganci di chiusura Inox Aisi 316 con sicura a clip
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Oblò rimovibile a baionetta
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Mirino oculare rimovibile, ingrandimento 1,5x
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Materiale comandi ed inserti: ottone cromato
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Uscita flash in ottone cromato: TTL 5 pin
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Allarme sonoro di umidità
A sinistra: una delle novità Nimar, il sensore con allarme visivo di umidità
A destra: posteriore della Nimar 3D con tutti i comandi riportati all’esterno
A sinistra: particolare interno del leveaggio di scatto
A destra: mirino magnificatore riportato all’esterno della custodia
La Canon 7D non avrebbe bisogno di presentazioni , ammiraglia di casa Canon tra le reflex a formato ridotto, può contare su caratteristiche di eccellenza come il nuovo sistema di autofocus a 19 punti, fondamento di qualsiasi buona ripresa, precisione dell’esposizione, copertura del mirino al 100%, gamma di sensibilità estesa da 100 a 12800 ISO, doppio processore DIGIC 4 con la possibilità di scatto continuo a 9 fps, calibrazione della messa a fuoco per ogni singolo obiettivo utilizzato sino ad un massimo di 20 ottiche, pulizia del sensore automatica utilizzando vibrazioni ad alta frequenza in grado di distaccare le particelle di polvere dalla superficie del sensore, corpo ed otturatore costruiti per durare e lavorare a lungo, insomma una vera scelta professionale con qualità da vendere. La Canon EOS 7D esibisce in oltre, un display posteriore LCD del tipo ClearViewII con risoluzione VGA di 920.000 punti usato anche per la modalità Live View e ripresa video, uno dei punti forti della casa Canon supportando video in Full HD.
Per queste prove in mare abbiamo deciso di testare la macchina sulla fotografia macro abbinandola all’obbiettivo EF 100mm f/2.8 Macro usm concentrando tutte le uscite su un’unica ottica in modo da poterne apprezzare appieno pregi e difetti; per i flash ci siamo affidati alla ormai consolidata casa Inon adoperando due Z240 collegandoli alla nostra macchina tramite cavo syncro eliminando tutti gli automatismi e lavorando totalmente in manuale in modo tale da avere un maggiore controllo sull’esposizione e sul risultato finale.
Iniziamo a prendere confidenza con la nuova custodia, e già dalla prima volta che inseriamo la macchina nel suo interno apprezziamo la nuova basetta in acciaio che conferisce una maggiore stabilità interna alla macchina evitando problemi di spostamento al momento dello scatto. Come sempre tutti i comandi sono perfettamente riportati sul dorso della custodia per garantire un totale e veloce controllo di tutte le funzioni. Iniziando a fare qualche foto di prova a secco risalta immediatamente il nuovo leveraggio del pulsante di scatto, il quale consente una maggiore precisione nel momento della messa a fuoco, e la grande velocità di utilizzo della doppia ghiera, una per regolare i tempi e l’altra per regolare i diaframmi, cosi da poter cambiare rapidamente le impostazioni della nostra macchina fotografica ed essere sempre pronti a scattare in qualsiasi momento.
A sinistra: attrezzatura assemblata pronta per il primo test
A destra: primi scatti e grande libertà di movimento con il sistema reflex
A sinistra: un bell’esemplare di nudibranco – Dondice Banyulensis
A destra: particolare dell’occhio di un polpo
Altro aspetto fondamentale è la completa rivisitazione dei materiali degli O- ring, un dettaglio non molto percettibile al primo sguardo ma sicuramente apprezzabile nel momento della manutenzione della nostra attrezzatura, infatti l’O- ring si adagerà perfettamente alla sua sede senza correre rischi di errati posizionamenti e conseguenti infiltrazioni.
A conferma dell’elevato standard che NIMAR ha voluto conferire, insieme alla custodia troveremo un completo kit di manutenzione e parti di ricambio per poter conservare al meglio nel tempo l’intera funzionalità della nostra custodia facendo piccoli interventi di ingrassatura e risciacquo.
Se all’asciutto questa nuova custodia ci ha completamente convinto non rimane altro che iniziare a fare sul serio e portarla in immersione.
La prima location sarà il parco marino del promontorio di Portofino, appoggiandoci alla professionalità del diving Abyss di Rapallo; come punto di immersione scegliamo la secca Gonzatti, a pochi minuti di navigazione dal diving, sapendo che con la sua parete sempre ricca di nudibranchi e qualche gobide ci fornirà sicuramente ottimi spunti per poter testare le capacita macro e i limiti operativi della nostra Reflex.
Bavosa Bianca, in questo scatto si può apprezzare l’ottimo dettaglio anche ad ingrandimenti spinti
La macchina in acqua si presenta leggermente negativa, fortunatamente ci vengono in aiuto gli stick galleggianti da applicare ai bracci di sostegno dei flash per poter riportare il tutto ad un assetto neutro al fine di garantire un’elevata maneggevolezza e facilità di utilizzo consentendoci anche gli scatti nelle posizioni più complicate.
Come al solito appena entrati in acqua un veloce check di conferma del corretto funzionamento di tutti i tasti e leveraggi e si parte.
Anche in questo caso rimaniamo facilmente colpiti dall’ottima visione del mirino della reflex attraverso l’oculare della custodia, molto luminoso e con un angolo di visuale che copre il 100% del nostro fotogramma, il quale ci faciliterà la verifica delle nostre foto e la corretta messa a fuoco e composizione d’immagine.
Fin dai primissimi scatti appezziamo l’ergonomia delle nuove maniglie alleggerite e l’estrema precisione del leveraggio del pulsante di scatto che ci consente un completo e facile controllo della sua corsa cosi da poter gestire al meglio la messa a fuoco e, se necessario, la successiva ricomposizione della foto.
Già visualizzando le foto sul monitor della nostra reflex ci rendiamo subito conto del buon risultato ottenuto, complice sia la macchina fotografica ma anche ad uno custodia che ci permette massima libertà di movimento rispondendo in maniera ottimale anche alle esigenze più sofisticate.
Ritornati in superficie davanti al nostro monitor i 18 mpx della Canon 7D si fanno sentire permettendoci ingrandimenti molto spinti senza dover rinunciare alla qualità delle immagini, la resa cromatica restituita dal sensore è molto pulita e brillante e il sistema di messa a fuoco ha lavorato in maniera impeccabile donando maggiore incisività e taglio alle foto.
A sinistra: seconda sessione di Test per la Canon 7D in custodia Nimar 3D
A destra: un bel Peperoncino Minore, ottima resa anche sugli sfondi sfuocati
A sinistra: nudibranco – Flabellina Babai eccellente gestione dei bianchi
A destra: terza ed ultima sessione di prova
Entusiasti del buon risultato ottenuto dalla prima uscita decidiamo di fare due ulteriori prove nelle acque di Levanto con il Diving Lisca Di Pesce dove cercheremo di portare al limite la nostra attrezzatura, facendo lavorare il 100 mm Macro Canon alla minima distanza di messa a fuoco, quindi stressando al massimo il sistema di messa a fuoco verificando la precisione del mirino magnificatore della custodia e cercando qualche posizione inconsueta della macchina fotografica per testarne l’effettiva maneggevolezza anche negli scatti in verticale.
Le immersioni che andremo a fare sono la Secca Pevea e la Secca di San Pietro, famose nel litorale ligure per l’abbondanza di nudibranchi e per la macro fotografia in generale.
Queste due immersioni ci confermano ulteriormente la facilità di utilizzo della custodia anche lavorando alle minime distanze di messa a fuoco del nostro obiettivo, pertanto decidiamo di montare anche una lente addizionale UCL 165 sopra l’oblo del 100 mm Macro per vedere la reazione del nostro sistema reflex che nel complesso risulta ottima pur riscontrando qualche difficoltà dovuta alla nota ridotta profondità di campo di queste lenti addizionali ma che consentono rapporti di ingrandimento molto spinti.
Anche negli scatti in verticale la custodia rimane molto performante mantenendo una buona libertà di movimento e un facile accesso a tutti i leveraggi necessari allo scatto.
Finiti i test sul campo ci attende un lungo lavoro di post produzione per poter valutare piu attentamente le foto davanti al monitor di casa, dove vengono confermate tutte le nostre ottime sensazioni sugli scatti; perfetta messa a fuoco e inquadratura, ottima resa cromatica dei colori e una nitidezza sorprendente ci rendono entusiasti di queste immersioni e dell’ottimo risultato fotografico ottenuto dal connubio tra Canon e Nimar, dove anche i video, con un sistema di luci adeguato, colpiscono immediatamente per definizione e cromatismi anche su monitor di grandi dimensioni, insomma veramente un’accoppiata vincente e duratura nel tempo che ci permette di poter ottenere il massimo dalla nostra attrezzatura.
Ma che la 7D fosse il corpo macchina APS-C top di gamma per Canon si sapeva già, la nostra grossa sorpresa è stato vedere che Nimar è riuscita a rendere merito a questo gioiellino proponendo una custodia rivista e ricorretta che si adatta perfettamente sia al fotoamatore alle prime armi che si avvicina per le prime volte alla fotografia subacquea, sia al professionista più esigente che chiede sempre il massimo alla propria attrezzatura, veramente un bel salto in avanti per l’azienda Emiliana che dimostra ancora una volta la sua continua voglia di crescere e di migliorarsi ascoltando le esigenze dei suoi clienti.
A sinistra: dettaglio della comoda posizione leveraggio del pulsante di scatto
A destra: segnalatore visivo di allarme infiltrazioni
Bavosa Cornuta – Parablennius tentacularis
Pro:
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Ottima la precisione sul pulsante di scatto
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Ottima la visualizzazione del monitor LCD
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Tutti i comandi della macchina fotografica riportati sulla custodia
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Ottimo rapporto qualità prezzo
Contro:
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Assenza del pulsante di accensione sulla custodia disponibile su richiesta
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In acqua risulta leggermente negativa, necessari bracci galleggianti
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Qualche possibile problema di appannamento, risolvibile con delle bustine di sali deumidificatori
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