Gli squali sono animali affascinanti e nella mia carriera subacquea ho avuto la fortuna di immergermi con loro infinite volte.
Mi ritengo un previlegiato ad avere avuto questa fortuna, un privilegiato per aver compreso in tempo che pesce perfetto all’ apice della catena alimentare è lo squalo.
Da molti anni la sensibilizzazione al rispetto per loro si è alzata molto di livello, solo con la conoscenza si può difendere questo splendido animale, che ha solo un nemico importante, l’uomo, l’altro sono le Orche che occasionalmente lo predano.
Viene pescato per le sue pinne, o peggio per divertimento, oppure ucciso, perché creduto un nostro nemico, famelico mangiatore di uomini, niente di più falso.
Da qualche anno in giro per il mondo è stato dimostrato che ci si può immergere con loro, senza la protezione delle gabbie, nelle acque in cui non cacciano, ulteriore dimostrazione che la possibilità di condividere con loro i mari e gli oceani del nostro pianeta è realmente possibile.
Potenzialmente esistono soltanto pochissime specie di squali veramente “pericolose” per l’uomo, tra cui lo squalo bianco e il tigre, ma se noi non andiamo ad interferire con loro nei territori di caccia che prediligono, difficilmente potranno attaccarci sotto casa.
Il Sudafrica è un luogo, perfetto per conoscere meglio i “signori del mare”, l’Oceano Indiano che bagna le sue coste, offre un habitat perfetto per loro.
Non possiamo dire lo stesso per noi, fare immersioni da queste parti non è banale, il mare quasi sempre formato e la visibilità non eccellente, rende impegnativo immergersi in queste acque.
Un esempio reale ?
Le zone vicino a Durban, per essere precisi a KwaZulu-Natal, in Sud Africa.
Dove si parte per i luoghi di immersione direttamente dalla spiaggia, con gommoni che sembrano più mezzi delle forze speciali militari che natanti per subacquei ricreativi.
L’ affioramento roccioso di Aliwal Shoal, area protetta, offre un particolare luogo di immersioni il nome deriva dalla nave “Aliwal” affondata nel 1849, ma si possono trovare anche altri due relitti in queste acque, uno è la MV Produce affondata nel 1974 e l’ altra è la SS Nebo affondata nel 1884.
Questa volta non mi trovo qua per questi relitti, ma per gli squali, mi appoggio al Cage Shark Dive Aliwal Shoal Scuba.
Ecco gli squali di Aliwal Shoal, Sudafrica
L’ ambiente spartano e informale fa sembrare facile, una partenza che facile non è, un briefing veloce a riguardo le procedure standard di sicurezza che devono essere seguite alla lettera per lasciare la spiaggia e rientrare.
Una spiaggia, una jeep, un carrello con sopra un gommone di 8 metri con due fuoribordo da 125 cv che viene varato direttamente in acqua, tra le onde di 2 metri che frangono inesorabili.
Tutto è fissato a bordo, niente può essere lasciato al caso, il comandante a bordo accende i motori in poche decine di centimetri d’ acqua, guida a prua, noi in acqua a cercare di tenere la prua al mare, sembra facile ma non lo è, al comando si salta a bordo, che facile non è, una volta a bordo piedi negli appositi alloggiamenti fissati sulla coperta, posizione da incursori della marina militare e si parte.
Un onda ci frange davanti, ma chi sta alla manetta non molla, saltiamo da un onda all’ altra, è fatta, siamo fuori dalla zona dei frangenti!!
Il mare resta formato, ma è tutto a posto adesso, velocità non sostenuta, solchiamo le onde oceaniche che ci separano dal punto di immersione.
Ci passano a poche decine di metri due balene che stanno migrando, non siamo fortunati, perché si immergono subito e scompaiono, ma con tutto il rispetto per loro, noi siamo qua per gli squali.
In pochi minuti raggiungiamo il luogo prefissato per l’appuntamento con i nostri amici, abbiamo anche una gabbia a bordo per coloro che hanno timore di immergersi con gli squali senza sentirsi protetti, non fa al caso mio e dei miei compagni.
Qualche sardina e intorno a noi un turbinio di squali.
Ci si immerge con loro, vicinissimi, massimo rispetto, sono sempre animali imprevedibili ed è meglio non esagerare.
Penso che solo in questo modo si possa veramente percepire la perfezione di questo animale, osservandolo da poche decine di centimetri, ipnotizzati dai loro movimenti, perfezione idrodinamica assoluta.
Vorrei rimanere con loro tutto il giorno, ma non è possibile è ora di andare, di tornare sulla spiaggia da dove eravamo partiti.
Mentre navighiamo, penso a come il comandante riuscirà a spiaggiarsi senza distruggere il gommone, con noi dentro, arriviamo dove frangono le onde, solita configurazione da combattimento, si aspetta il momento giusto e poi surfiamo su un’onda enorme e a gran velocità puntiamo la spiaggia con un angolo di 45°, ci siamo, spiaggiati come una balena, gran forza di arresto, salto a terra mentre lo staff si affretta a mettere al sicuro il gommone, le onde non danno tregua.
E’ fatta, tutti sani e salvi, non posso non dare un occhio ai piedi dei motori fuoribordo, sabbiati alla perfezione, le eliche sono divorate dalla sabbia che tirano su durante questo combattimento.
Ne ho conosciuti di professionisti del mare e visto che ne faccio parte, posso dirvi che questi ragazzi si meritano una posizione davvero alta nella mia personale classifica dei professionisti del mare.
Soltanto spinti da una grande passione e rispetto per gli squali si può lavorare in queste condizioni.
Contribuiscono con il loro lavoro a sensibilizzare l’opinione pubblica al rispetto degli squali e alla loro salvaguardia, se gli squali si estingueranno, il mare subirà uno stravolgimento tale che si ripercuoterà sull’ ecosistema marino e infine su di noi.