Il lago di Tovel è uno dei gioielli naturalistici del Parco Naturale Adamello – Brenta ed è il più grande lago naturale del Trentino ad un’altitudine di 1180 metri. Il lago fa parte del bacino idrografico del Noce-Tresengae, tutelato come Zona umida di importanza internazionale dallo Stato, in base alla Convenzione di Ramsar del 1980.
Tovel è conosciuto per lo più come ‘lago rosso‘ per la colorazione di alcune alghe che gli facevano assumere fino agli anni ’60 durante i mesi più caldi.
Foto archivio Museo Tridentino Scienze Naturali
Oggi purtroppo la concentrazione di queste alghe non è più sufficiente per dargli questa colorazione ma le gelide acque verdi lo rendono comunque uno dei più suggestivi laghi di montagna e una delle mete più ricercate della Val di Non. La causa potrebbe essere dovuta alla mancanza del carico organico proveniente dalle mandrie negli alpeggi vicini al lago.
La leggenda di Tovel
La leggenda narra che anticamente viveva nella zona la principessa Tresenga figlia dell’ultimo re di Ragoli che morì senza lasciare eredi maschi. La principessa veniva chiesta in moglie da molti pretendenti ma lei li rifiutò tutti finché uno di loro, Lavinto re di Tuenno, non si rassegnò e quando le sue offerte vennero respinte per l’ennesima volta, mandò un esercito contro Ragoli nel tentativo di indurre Tresenga a più miti consigli.
Né lei, né il suo popolo, vollero essere sottomessi dall’arrogante re di Tuenno e, pur inferiori in forza e numero, risposero all’attacco. La principessa stessa non si tirò indietro e marciò alla testa della sua gente con una battaglia che ebbe luogo proprio sulle rive del lago e vide i paesani di Ragoli soccombere sotto i colpi dei soldati di Tuenno.
Tresenga alla fine trovò la morte per mano di Lavinto che la uccise con un colpo di spada.
Alla fine della giornata il lago era rosso per il sangue dei morti e si dice che sia per questo che ancora oggi si colora, per ricordare il coraggio degli abitanti di Ragoli e della loro principessa che ancora oggi, la notte, si siede sulle rive del lago a piangere per la sorte della sua gente.
La natura
Nelle gelide acque leggendarie sono presenti pochi pesci tra cui il salmerino alpino, qualche rettile tra cui la biscia dal collare (natrix natrix) che in qualche caso può raggiungere i 2 metri di lunghezza e qualche anfibio.
La biscia dal collare mentre caccia un piccolo pesce
Molti fiori colorano i prati circostanti il lago rendendo il contrasto più piacevole con il verde degli alberi e il turchino dell’acqua.
In questo ambiente si possono trovare anche animali (se si è fortunati e noi non lo siamo stati!) e moltissimi insetti da fotografare. Sulle rive del lago è stato avvistato anche un orso ma per noi resterà anche questa una leggenda finché non ne avremo almeno una prova fotografica. In ogni caso, orso o meno, il lago giace nel cuore del Parco Naturale Adamello Brenta, la più vasta area protetta del Trentino.
L’immersione
I colori del lago invitano a tuffarsi ma questo tipo di immersioni in quota (1.180 mt) necessitano della giusta attrezzatura viste le acque decisamente fredde con una temperatura che varia dai 6° C in superficie ai 2° C vicino alle sorgenti.
L’ingresso in acqua è comodamente accessibile da più lati ed è poi necessario nuotare in superficie per brevi tratti per raggiungere zone più profonde da esplorare.
La limpidezza e il freddo del lago rendono l’acqua così trasparente che la visibilità è incredibile e vedendo i compagni a diversi metri di distanza si ha l’impressione che siano sospesi nel vuoto.
Sott’acqua il paesaggio è surreale con le alghe che salgono dal fondale e numerosi tronchi ormai fossilizzati dal freddo. Un’immersione molto piacevole e quasi unica per tutto il contesto in cui viene svolta che è bene godersi con calma senza ricercare qualcosa in particolare ma pinneggiando lentamente in questo gelido splendido scenario godendosi l’ambiente oppure ricercando un contatto con la principessa Tresenga, avvistata recentemente a cavallo dell’orso bruno… ma questa è un’altra storia.
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