Autore: Lorenzo Parma
Siamo in volo per il Mar Rosso per una crociera sub alle Isole Brother con la testa piena di storie di squali e grandi aspettative. Devo confessare che non sono un amante dei grandi pelagici; preferisco mettere il naso tra i coralli in cerca di nudibranchi e altre piccole creature, ma questa volta abbiamo organizzato il viaggio per incontrare sua maestà il Charcarinus longimanus.
Siamo a bordo del Dive One, un lussuoso motor yacht, nel pomeriggio ci siamo goduti una rilassante check dive lungo un reef a sud di port Ghalib e ora stiamo cenando cullati dalle onde durante la navigazione verso le Borther. Alle sei del mattino seguente ascoltiamo il briefing. Il capitano ha ormeggiato a sud dell’isola grande dove faremo il primo vero tuffo. L’idea è di raggiungere un pianoro che si trova intorno ai trenta metri e li di mettersi a scandagliare il blu aspettando che passino gli squali volpe (Alopias vulpinus). Il cuore batte forte, ho ricontrollato la macchina e i flash, pronto per l’incontro e… che delusione. Non c’è assolutamente corrente, il blu è semplicemente blu e nulla sembra muoversi, sto cominciando ad annoiarmi, mentre i minuti passano, iniziamo a risalire e mi viene il sospetto che questo viaggio sarà un spreco di denaro e di tempo. Appena ci avviciniamo al reef ci imbattiamo in una tartaruga intenta a far colazione brucando coralli molli, lei ci guarda curiosa e continua il suo pasto. Per tutta la risalita ho benedetto la mancanza di corrente. Ora sapevo che non avrei trascorso la crociera solo a guardare il blu, ma che avrei davvero potuto apprezzare le incredibili pareti verticali di queste isole.
Appena risaliamo in barca, l’altro gruppo di subacquei ci delizia raccontando l’incontro con due squali volpe che si sono avvicinati curiosi. Ho pensato che la mia fosse solo sfortuna. La nostra guida, nonché il proprietario della flotta, Jose, ha affermato che l’assenza di corrente è un fenomeno abbastanza insolito da queste parti, ha spiegato che il lato negativo di questa situazione è sicuramente una ridotta presenza di pesci pelagici, mentre il lato positivo è che saremmo stati in grado di immergerci lungo l’intero perimetro di entrambe le isole,di visitare i due relitti (il Numidia, affondata nel 1901, e l’Aida, affondata nel 1957) e di goderci la bellezza di questi reef incontaminati e coloratissimi. Vedendo una certa delusione nei miei occhi Jose mi ha assicurato anche che avrei avuto la possibilità di vedere molti squali.
Le due “isole” sono poco più di scogli in mezzo al mare a circa 70 miglia a sud est di Hurgada. Il Grande Fratello ha il lato lungo di circa 500m mentre il “Piccolo” di soli 100m. Sono praticamente disabitate, ad eccezione di un piccolo gruppo di soldati e di alcuni operatori che si occupano di far funzionare il faro sul Grande Fratello. Entrambe le isole fanno parte di un parco marino e sono quindi protette. Le loro pareti affondano quasi verticalmente per circa 60 m, dove una piccola pianura rallenta la discesa prima del successivo strapiombo. L’ubicazione in mare aperto e le correnti che cambiano continuamente hanno reso l’area intorno alle isole una vera esplosione di vita e di colori, e i due relitti sono tra i più belli del Mar Rosso, con spettacolari formazioni coralline e una sorprendente ricchezza di vita.
La prossima immersione sarà sull’Aida, un cargo che il suo capitano ha schiantato contro la barriera corallina. Il relitto si trova in assetto di navigazione adagiato sulla barriera corallina con la prua a 25 metri e la poppa a 60. Questa nave è praticamente intatta, se si esclude la prua devastata dall’impatto. E’ davvero difficile restare entro il limite dei 40 m, l’acqua calda ed estremamente limpida falsa la percezione della profondità ed inviterebbe a lanciarsi a capofitto ma attualmente in Mar Rosso bisogna rimanere entro i 40. Fortunatamente i coralli che incrostano tutti i verricelli, l’albero e la coperta creano occasioni fotografiche sorprendenti.
Il resto dell’immersione trascorre esplorando la barriera fino a raggiungere il molo del faro. E’ incredibile constatare i danni causati da questa nave alla barriera corallina, ma è anche sorprendente osservare la reazione della barriera stessa. Stiamo osservando una grossa cicatrice. Si può capire bene la drammaticità della ferita ma si ammira anche la capacità di guarigione. In questa parte della barriera corallina alcuni spazi sabbiosi e rocciosi non sono ancora stati ri-colonizzati ed stato quindi più facile trovare parecchie forme giovanili di labridi nonché individuare diverse tane abitate da un gamberetto cieco e dal suo compagno gobide. Comincio a capire le parole della nostra guida, molto spesso il suono del suo shaker annuncia il passaggio di uno squalo (principalmente squali grigi Carcharhinus plumbeus) o di tonni nel blu. Spesso sono fuori portata per la macchina fotografica, ma sono una presenza costante.
Il secondo relitto che visitiamo è un altro cargo, il Numidia, anche il suo capitano ha centrato in pieno l’isola grande. La barca si trova in assetto di navigazione tra i 10 ei 68 metri di profondità. Quest’immersione è stata una delle poche con una certa corrente, e gli alcionari completamente espansi mostravano di gradirla molto.
Durante l’ultima immersione lungo le pareti dell’isola grande riusciamo a vedere in profondità un bell’esemplare di squalo volpe. Nuota ad una profondità eccessiva per poterlo raggiungere, ma è esattamente sotto di noi ed è uno spettacolo osservare il suo nuoto lento e sinuoso, ingentilito dalle flessioni della lunghissima pinna caudale.
Dopo tre giorni intensi salpiamo da Big Brother alla volta di Small B. La navigazione è brevissima data la vicinanza delle isole, per cui la maggior parte del trasferimento consiste nel togliere gli ormeggi e riormeggiare. Se possibile, le pareti verticali del Piccolo Fratello sono ancora più belle di quelle del suo parente. Sono rimasto veramente sorpreso dalle dimensioni delle gorgonie, che aumentavano con la profondità alla quale la colonia si trovava. Osservando tra i rami era molto frequente trovare il pesce falco a scacchi (Oxycirrhites typus) che si riposava placidamente in attesa di qualche possibile preda. Un’altra presenza costante qui, come in tutto il Mar Rosso, sono i pesci Napoleone (Chelinus undulatus) che sono decisamente abituati alla presenza dei sommozzatori. Ho il sospetto che questi grossi e socevoli pescioni si ricordino ancora di quando i sub li attiravano dandogli uova sode. Infatti è sufficiente mostrare loro il manometro o far finta di nascondere qualcosa per farli avvicinare tantissimo. Gli esemplari più giovani sono i più curiosi e tendono a farci compagnia per tutta l’immersione.
La vacanza è stata perfetta, abbiamo fatto molte stupende immersioni ma sfortunatamente domani sarà l’ultimo giorno alle Brother, faremo le ultime due immersioni e poi salperemo alla volta di Hurgada. Tutti hanno visto il longimanus tranne mia moglie ed io. Abbiamo provato di tutto, abbiamo trascorso metà immersione a vagare in superficie tra le barche e gli altri lo hanno avvistato vicino al reef, eravamo nei pressi della scogliera mentre gli altri lo fotografavano sotto la barca. La nostra guida ha suggerito che questi squali, essendo molto curiosi, di solito vanno a sbirciare vicino ai gruppi più numerosi di subacquei attirati dal rumore. E’ buio ora e come ogni sera siamo in coperta ad ammirare le stelle scintillanti su un cielo nero come la pece, assonnati dopo la cena sontuosa quando qualcuno inizia a gridare forte “squalo!”. A poppa uno splendido longimanus nuota in superficie, poi rapidamente accelera facendo saltare fuori dall’acqua gli altri pesci. Sta cacciando. L’acqua è illuminata dai potenti fari della barca, molti pesci sono visibili vicino alla superficie poi all’improvviso scompaiono e dal nulla la sagoma del longimanus ricompare davanti a noi. Lo spettacolo dura a lungo e vado a letto abbastanza fiducioso. Lo incontrerò domani.
Una meravigliosa mattina di sole ci attende, come sempre in Mar Rosso. La prima immersione è stata incredibile come al solito, ma niente longimanus. Gli altri giorni ero infastidito dalla sua costante assenza. Non so perché ma oggi mi sento felice, rilassato e molto fiducioso di incontrarlo.
Eccoci qua, questa è la mia ultima immersione alle Brother. Dopo pochi minuti uno dei miei compagni mi chiama indicando la sagoma nera del longimanus sulla nostra testa. Non c’è fretta, io continuo a scendere, lo so che mi aspetterà più tardi e ho davanti a me uno squalo grigio che lentamente ci gira intorno. Questo esemplare deve avere avuto un brutto incontro con qualcuno di più grande di lui vista la grande cicatrice a V sul lato sinistro. Ci godiamo le immense gorgonie lungo le pareti ed iniziamo a risalire fino ad essere avvolti da nuvole di anthias.
Teniamo una buona riserva d’aria per spendere un po’ di tempo vicino alla superficie. Sotto la nostra barca il Carcharhinus longimanus sembra passeggiare seminascosto da un banco di pesci pilota (Naucrates doctor), come se ci aspettasse. E’ sorprendente vedere questo squalo “volare” sostenuto dalle lunghe pinne pettorali, rallentare, arrestarsi quasi a mezz’acqua e poi sparire nel blu accelerando improvvisamente. Noi scandagliamo il blu, il re di queste acque riappare dal nulla, si avvicina al gruppo di subacquei per poi scomparire nuovamente nel blu. Non ha nessun timore di noi, si avvicina curioso per capire chi sono questi strani essere che puzzano di plastica e fanno un sacco di rumore. Ho letto molte storie di incontri con questo grande squalo pelagico, ma essere in acqua con lui è completamente diverso. Questa è la prima volta che mi sento fuori posto in acqua. Abbiamo davanti un re molto potente e al quale è giusto far visita con molto rispetto.
Questa crociera è stata sorprendente. Tutto è stato perfetto e ha soddisfatto in pieno le nostre aspettative. Sono alcuni anni che manchavamo dal Mar Rosso, ma ancora una volta siamo d’accordo che questo sia uno dei più economici e variopinti siti di immersione al mondo e che può facilmente competere con luoghi più lontani ed esotici.
Ci sentiamo di ringraziare di cuore i subacquei che erano in barca con noi. Abbiamo trovato un gruppo (http://www.geos-milano.it/) di amici molto affiatato e che ci ha accolto con calore nonostante non fossimo “dei loro” facendoci sentire a casa. Siamo contenti di aver condividiviso la barca con persone così piacevoli e goduto le immersioni con degli ottimi subacquei.
Appunti di viaggio
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Le Isole Brother (El Akhawain in arabo) sono un parco marino e per potersi immergere nelle loro acque è necessario essere subacquei esperti. La loro posizione in mare aperto, le frequenti correnti e la notevole profondità delle sue pareti hanno portato il governo egiziano a richiedere di avere almeno 50 immersioni certificate.
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I due porti di partenza per le Brother sono Hurgada e Port Galhib.
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Hurghada è circondata ad Est dalle limpide acque del Mar Rosso e ad Ovest dalle maestose montagne desertiche, a circa 25 Km a Sud d’El Gouna e a 50 Km a Nord di Safaga.
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Hurghada, chiamata dagli Egiziani ‘Al Ghardaqah’ o ‘Ghurdaqah’, sorge non lontano dall’antico porto di Myos Hormos, importante centro di scambio in epoca tolemaica e in cui si sono registrati i primissimi insediamenti.
Si estende per circa 40 Km lungo la costa, conta 40.000 abitanti ed è divisa in tre località principali: Downtown (El Dahar), la parte più vecchia con i suoi caratteristici bazaar, Sekalla, più moderna e fornita di hotel di categoria intermedia ed El Korra Road l’ultima realizzata nel tempo. -
La lingua ufficiale è l’Arabo ma quasi tutti parlano Inglese ed alcuni parlano addirittura italiano.
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Fino agli anni ’80 Hurgada era soltanto un villaggio di pescatori.
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La moneta: lira egiziana (1 Euro=8.23 lire egiziane) ma ovunque accettano molto volentieri gli euro, spesso dando anche il resto in Euro, anche se in questo caso bisogna prestare attenzione al cambio.
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Clima: soleggiato tutto l’anno, i periodi migliori sono la tarda primavera e l’autunno (in questo caso l’acqua sarà più calda).
Con chi andare:
Red Sea Direct http://www.redsea-direct.com, jose@scubaswiss.com, +39 3405221723
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