Autori testo: Lorenzo Parma, Ilaria Di Ciccio
Autore foto: Lorenzo Parma
Stiamo cenando sulla spiaggia di Jimbaran a Bali. Ci siamo appena ripresi dal lungo viaggio e questo è l’ultimo stop prima di raggiungere la meta del nostro viaggio. Abbiamo negli occhi le splendide immagini che circolano in rete e le parole che si trovano sul sito del resort “…il più bel house reef del mondo”. Il volo da Bali è confortevole, e quando inizia la discesa intravediamo l’isola che ci ospiterà per i prossimi undici giorni.
Il nome del parco marino di Wakatobi nasce dall’insieme delle iniziali delle sue quattro isole maggiori,Wangi Wangi, Kaledupa, Tomea e Binongko. Il Wakatobi dive resort è l’unico villaggio presente all’interno del parco. Siamo atterrati su Tomea e con un veloce trasferimento raggiungiamo l’isola di Onemoba. Il villaggio sembra apparire di colpo dalla lussureggiante vegetazione che arriva fin sulla spiaggia.
L’accoglienza è superba. Il villaggio è pensato esclusivamente per i subacquei. Durante il pranzo Markus, il responsabile del diving, spiega velocemente usi e costumi del resort. Si faranno tre immersioni al giorno da barca più illimitate da riva. I bagagli sono già in camera, mentre l’attrezzatura subacquea è davanti alla propria postazione, una porzione di panchina sormontata da alcuni appendiabiti per asciugare le mute con sotto una capiente cesta per riporre il resto. Inoltre per gli amanti della fotosub o videoripresa, ci sono a disposizione un’area climatizzata con molte postazioni personali (apprezzatissimo il morbido rivestimento antisdrucciolo dei banchetti) dove ognuno aveva a disposizione salviettine antigraffio, una grande asciugamano per la macchina e molte prese di corrente (sia europee che americane). La vita al resort è tutta votata alla subacquea, ci si sveglia molto presto e dopocena si è così stanchi che dopo aver rivisto le foto e ricontrollato l’attrezzatura fotografica si va a letto.
Il cibo è a buffet ma di alto livello e ogni sera lo chef proponeva alcuni piatti diversi ispirati alla cucina locale. Non mancavano mai sushi verdure fresche e frutta.
La clientela è internazionale ed è sempre stimolante discutere di realtà subacquee diverse dalla nostra.
E’ disponibile anche una sala lettura con due computer, uno collegato in rete e l’altro a disposizione per trasferire e vedere le foto scattate.
La biblioteca è molto ben fornita di libri per la determinazione sistematica degli organismi osservati unitamente ad una buona raccolta di articoli scientifici sulla fauna locale.
L’isola sulla quale si trova il resort ospita anche un villaggio locale. Molta gente che lavora al resort come anche i capitani delle imbarcazioni provengono da li. La zona bassa è costituita dalle palafitte dei “nomadi del mare” mentre la parte alte ospita la popolazione stanziale. Il contrasto con il lusso a cui si è abituati al resort è un’emozione molto forte. Poi guardando meglio e soprattutto ascoltando i racconti delle nostre guide ci si rende conto che gli ospiti del resort contribuiscono indirettamente al buon funzionamento della scuola, alla presenza di case ben costruite ed al benessere generale di questa comunità.
In questi giorni abbiamo compreso l’importanza di preservare intatti questi angoli di paradiso.
Le immersioni più belle
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House reef: prima di entrare in acqua è sempre bene controllare la tabella delle maree, percorriamo la laguna sorvolando un tappeto di posidonia e sabbia corallina (che diventerà il mio parco giochi per una veloce ma quotidiana notturna pre-cena). Due enormi coralli neri di fianco al pontile sono la porta d’accesso al paradiso. Siamo al margine del reef, sotto di noi il blu, una parete drappeggiata da enormi gorgonie, alcionari e madrepore e intorno un incredibile brulicare di vita. Durante la check dive la profondità è volutamente limitata ma durante le successive immersioni abbiamo potuto esplorare questa parete in lungo e in largo. Il resort prevede anche un servizio di taxi per cui una lancia lascia i sub a monte della corrente e a quel punto non resta che godersi la natura fino a ritrovare il pontile. Non sono in grado dire se questo sia il più bel house reef del mondo ma di sicuro ha soddisfatto in pieno le nostre notevoli aspettative.
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Roma: la barca viene legata ala cima di ormeggio. Sotto di noi vediamo una secca arrivare a pochi metri dalla chiglia come un gigantesco panettone che risale dal blu. Appena in acqua le lamine della madrepora lattuga (genere Turbinaria) sembrano disegnare strade e vie. L’acqua è limpidissima e noi sorvoliamo quello che sembra essere un mondo ricoperto da una città, quando di colpo ci troviamo avvolti in una nuvola di lutianidi (Macolor niger). Come ogni immersione a Wakatobi (e in Indonesia in generale) basta avvicinarsi agli stupendi coralli per scoprire un incredibilmente vario micromondo, ogni singola gorgonia, corallo frusta, anemone, ospita su di se piccoli gobidi, granchi e gamberetti. L’altro versante di questa secca è caratterizzato da formazioni madreporiche e grosse spugne, e qua troviamo un enorme pesce pappagallo dal corno (Bolbometopon muricatum) che pascola tranquillo ma che spesso si avvicina curioso.
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The zoo: qua siamo nel regno della macrofotografia. La nostra guida passa il tempo a scovare minuscole creature, pesci ago, granchi porcellana, cavallucci pigmei, gamberi. Volendo si potrebbe fare immersione in un metro quadrato tanto è ricca la biodiversità di quest’area. Gli incontri più belli sono stati con un enorme nudibranco che gli anglosassoni chiamano “solar power nudibranch” (Phyllodesmium longicirrum). Il suo nome comune è dovuta alla presenza di zooxantelle (ricavate dalla sua alimentazione a base di coralli) nei cerati che li rendono assimilabili a “pannelli solari”. Un altro incontro emozionante, seppur macabro, è stato con un tritone (Charonia tritonis) che stava divorando una stella marina. Questo gasteropode è il principale predatore della stella corona di spine (Acanthaster planci), un potenziale flagello per la barriera corallina, ed è stato quindi con piacere che abbiamo osservato questo esemplare in perfetta salute, anche se per questa volta stava mangiando la specie “sbagliata”.
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Teluk maia: alcune formazioni coralline arrivano fino ai 12 metri mentre il pendio scende dolcemente fino ai 24 metri dove si viene accolti in un giardino di coralli molli. Da qui la parete si fa verticale tuffandosi in profondità. Da metà immersione siamo stati circondati da un notevole numero di pesci pipistrello (Platax orbicularis) , molti dei quali parassitati da isopodi. Abbiamo anche potuto assistere ad un magnifico spettacolo. Una enorme seppia stava deponendo le uova. La nostra guida ci ha tenuto a debita distanza per non disturbarla, ma tutti siamo rimasti a bocca aperta ad osservare il meticoloso lavoro di deposizione che sembrava costare molta fatica all’animale.
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Blade: questa immersione è costituita da una seria di montagne subacquee che ricordano la lama di un coltello a serramanico. La corrente è spesso intensa e favorisce la crescita di gorgonie (larghe anche una paio di metri) e dei coralli frusta che sembrano crescere ovunque. Anche le spugne sembrano gradire la notevole esposizione e crescono rigogliose ospitando alla loro sommità folti gruppi di crinoidi. Per i subacquei la corrente non è mai una problema perché spinge quasi sempre trasversalmente alla “lama” per cui uno dei due lati risulta sempre ridossato. Vale sempre la pena di dare un’occhiata nel blu perché spesso si avvicinano grandi carangidi e squali pinna bianca che vengono ad approfittare della concentrazione di pesci di barriera alla sommità di questa dorsale
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Trailblazer. Su un fondale sabbioso che digrada lentamente è appoggiata una enorme lettera “E” di coralli che risalgono di molti metri andando a delimitare due spiagge subacquee. Le punte della E il pianoro terminano intorno ai 40 metri abbondanti dove un netto scalino si inabissa nel blu. Sullo scalino è sempre possibile vedere pesce di passo e in risalita è piacevole dedicarsi alla macrofotografia sia tra i coralli che sulla sabbia. Non mancano enormi spugne e gli immancabili crinoidi. Durante la penultima immersione, quando stavamo facendo la tappa di cortesia, abbiamo visto una enorme macchia nera risalire dal profondo blu. Ci siamo chiamati e abbiamo aspettato che una splendida manta venisse a salutarci. Nessuno di noi è riuscito ad ottenere uno scatto decente, ma sott’acqua, li, sospesi in mezzo al blu era bello vedere l’emozione stampare un sorriso sul viso di tutti. Con le ali spiegate ci è venuta incontro, ha girato intorno a noi e si è diretta di nuovo in profondità. Sulla barca c’è stato una vera esplosione di gioia per quell’incontro. Era sicuramente apparsa per dirci arrivederci
Suggerimenti:
se al ritorno passate per l’aeroporto di Singapore e ne avete il tempo vale la pena di usufruire di due servizi gratuiti messi a disposizione dall’aeroporto. Un tour guidato della città ed un servizio navetta aeroporto centro aeroporto studiato per favorire lo shopping negli innumerevoli mercatini e centri commerciali. Da non perdere sono anche i giardini di orchidee e la batterfly house dove si possono vedere volare in libertà le farfalle tropicali.
Con chi andare:
il resort dispone di uno splendido sito internet www.wakatobi.com, qui si possono vedere le disponibilità, ottenere informazioni utili etc. In Italia questo viaggio è venduto da H2O viaggi ( www.h2oviaggi.it ). Noi abbiamo trovato un’assistenza sempre competente e cortese.
Visto la distanza dall’Europa vale la pena di fermarsi alcuni giorni all’andata o al ritorno a visitare la coloratissima Bali.
La corrente elettrica è a 220 volt con prese bipolari tipo shuko senza il foro centrale per la terra ed è disponibile 24h.
La moneta locale è la Rupia Indonesiana (IDR, 1 EUR = 12.752,64 IDR), suddiviso in 100 Sen. Vengono comunemente accettati sia dollari che euro. Normalmente vengono accettate le carte di credito con una commissione tra il 3 ed il 6%.
La lingua: la lingua nazionale è il Bahasa Indonesia; largamente diffuso l’inglese; generalmente firme e contratti sono in entrambe le lingue.
Il fuso orario: + 7 ore rispetto l’Italia, +6 con l’ora legale.
La temperatura: è pressoché costante: la temperatura marina varia tra i 27°C ed i 29°C.
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