Autore: Athos Menghini
E’ radicata nei subacquei di una certa esperienza, la convinzione, che la crociera nel Mar Rosso sudanese, sia scomoda, anche se il sacrificio ne vale la pena.
Ormai la scomodità è limitata al viaggio aereo che in effetti ancora oggi costituisce il classico “terno al lotto”. Se si è fortunati le coincidenze Italia-Cairo-Port Sudan vanno tutte bene ed in poche ore si è a destinazione; in caso contrario si attende all’aeroporto del Cairo, in questi ultimi anni divenuto molto più confortevole, l’arrivo del volo dal Sudan. Comunque c’è sempre la possibilità, da non trascurare, di spezzare il viaggio, con una notte presso un ottimo hotel della capitale egiziana ed approfittarne per una visita alle piramidi, al museo egizio od alla città.
Viceversa, sapendo scegliere, il confort in barca è assicurato, su imbarcazioni di ultima generazione ed accuditi da equipaggi, con esperienza del mar rosso egiziano, il che vuol dire: cibo ottimo, bevande, compreso caffè espresso, ottime cabine e spazi per prendere il sole o leggere un buon libro.
Comunque è chiaro che non si va in Sudan per questo ma per partecipare a splendide ed indimenticabili immersioni.
E’ solo il caso di ricordare che il Mar rosso sudanese è stato, fin dagli albori della subacquea uno dei luoghi preferiti dai nostri pionieri per incontrare pesci soprattutto pelagici. Gli studi del Comandante Cousteau ne furono solo il più noto esempio.
Ancora oggi i reef semiaffioranti del Sudan, garantiscono incontri notevoli, che, a seconda delle stagioni, possono concretizzarsi in banchi di squali martello, barracuda, le famose mante di Mesharifa, squali grigi, albimarginatus e longimanus.
Già appena fuori dalla baia di Port Sudan si incontra il Wingate reef, che come fa intendere il nome, costituisce la porta del Mar Rosso sudanese.
In questo reef, il 10 giugno del 1940, con un atto di auto sabotaggio il comandante italiano Muiesan affondò la propria nave Umbria, con un carico militare, per non consegnarla al nemico inglese.
Oggi la nave giace inclinata su di un fondale di 35 metri completamente integra e con il suo carico di bombe di aereo, sacchi di cemento, bottiglie, due rarissime auto fiat 1100 militari a passo lungo, pneumatici di aereo ed altro materiale bellico.
Il relitto è integralmente visitabile, dalle stive al ristorante, passando per “la passeggiata di prima classe”. Sicuramente uno dei più bei relitti al mondo che merita due o più immersioni.
Il Wingate reef è comunque un ottima barriera corallina, sulla quale effettuare l’eventuale decompressione, con la presenza di tutti imeravigliosi abitanti di questo mare.
Dopo un giorno di navigazione si scorge all’orizzonte la sagoma inconfondibile del faro di Sanganeb, che già dal nome richiama magici incontri.
L’atollo corallino propone due imperdibili immersioni, una sulla punta nord ed una in quella posta a sud. Saranno le condizioni del mare a far scegliere l’una o l’altra immersione, od entrambe e mentre nel primo caso sarà possibile l’incontro con gli squali martello che si materializzano dal fondo sulla punta posta quasi a 50 metri, nella seconda è assicurato l’incontro con squali grigi amblyrhyncos, che si nascondono dietro un banco di carangidi e con uno spettacolare banco di grossi barracuda praticamente stanziali.
Lasciata a malincuore la laguna di Sanganeb, si naviga verso nord in direzione dei reef settentrionali: Qita el Banna, Merlo, Angarosh (la madre degli squali) ed il più settentrionale Abington.
I reef, sono tutti famosi nel mondo dei subacquei, uno più bello degli altri, ma ogni sub preferirà quello dove ha fatto l’incontro più spettacolare o che più lo ha colpito.
Io ho scelto Qita el Banna perché lì abbiamo incontrato un gruppo di squali martello che ci è girato intorno, anche se a distanza di sicurezza, per un po’ di tempo prima di dileguarsi nel blu. Purtroppo il riscaldamento dell’acqua, non invita i banchi di martello ad avvicinarsi a quote di sicurezza e pertanto le immersioni sono costantemente profonde.
Oltre agli immancabili barracuda, nello strato superficiale del reef banchi di dentici e pesci corallini si lasciano cullare dalla risacca. Con un po’ di fortuna, nel corso di una immersione a Quita el Banna, ogni incontro è possibile grazie soprattutto alla sua collocazione isolata.
Raggiunto il punto più a nord di questa crociera primaverile (Mesharifa viene raggiunta, per le riunioni delle mante, solo nel periodo autunnale) si naviga verso sud per raggiungere Sha’ab Suedi, dove con la prua a 18 e la poppa a 80 metri, in posizione capovolta, giace il relitto della Blue Belt, meglio conosciuto come il relitto delle Toyota.
Infatti, sono innumerevoli i veicoli di detta casa automobilistica, sparpagliati sul reef e fuoriusciti dalla nave che li trasportava, al momento del naufragio.
Seguendo la fiancata di destra del relitto in direzione della poppa, si raggiungerà alla quota di 46 metri un passaggio che permette di attraversare la nave da una parte all’altra e soprattutto permette di osservare all’interno delle stive aperte alcune automobili che recano ancora le chiare decalcomanie tipiche dei pick up della casa giapponese.
Siamo quasi alla fine della crociera e si raggiunge un altro splendido reef reso famoso dal Comandante Cousteau: Sha’ab Rumi.
In questo reef, fuori dalla laguna ove le barche da crociera riposano riparate dal mare, prese vita, nel corso del 1963, l’esperienza conosciuta come Precontinente II.
Un’immersione per visitarne i resti è di prammatica e ci consentirà di vedere il famoso garage che una volta serviva per rifornire il “discovolante”, sorta di veicolo sub. A circa 12 metri di profondità, appoggiati su un fondo di sabbia bianca, si trovano, a poca distanza tra loro: il garage, l’acquario dei pesci e il magazzino degli attrezzi.
Imperdibile anche l’immersione sulla punta sud dell’atollo, ove l’incontro con gli squali è assicurato … per fortuna che sul fondo sono ancora appoggiate le gabbie antisquali posate dalla spedizione del Comandante Cousteau !
Pochi posti al mondo possono garantire questi incontri e non è un caso che Cousteau avesse scelto proprio questo reef per le sue ricerche sugli squali. L’immersione terminerà, osservando la vita rigogliosa che si raccoglie appena sotto la superficie, tra le innumerevoli formazioni coralline.
Il rientro a Port Sudan e l’immancabile visita del lungomare e dell’animato mercato della città, concluderanno la nostra vacanza, che ci lascerà, insieme ai ricordi indimenticabili, la voglia di ritornare.
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