Autore: Erik Henchoz
Alla scoperta della custodia Leo II di Easydive: il primo scafandro subacqueo che permette di utilizzare diversi modelli di fotocamera reflex digitale tramite connettività USB.
Una fase di scatto con Nikon D300s e Leo II utilizzando il treppiedi subacqueo di Easydive.
Dalla fotografia subacquea analogica a quella digitale: una rapida ed inarrestabile rivoluzione che ci ha portato verso un mercato estremamente dinamico ed in continua trasformazione.
L’avvento del digitale ha sicuramente cambiato profondamente il modo di fotografare il mondo sommerso, offrendoci nuove opportunità. Una vera e propria rincorsa al miglioramento tecnologico, che ha visto in particolare la fotografia reflex digitale fare progressi eclatanti, fino ad imporsi in maniera quasi definitiva sul mondo della pellicola.
Il mercato della fotografia digitale è ormai caratterizzato da un continuo fermento, un susseguirsi incessante di nuove fotocamere, spesso con prestazioni nettamente superiori ai modelli precedenti. Prodotti che, fino a pochi mesi prima, erano il punto di riferimento per professionisti ed appassionati, diventano ben presto obsoleti e meno ricercati.
Un aspetto che spinge molti fotografi, anche subacquei, a sostituire con una certa frequenza la loro attrezzatura reflex, alla ricerca delle massime prestazioni e del miglior corpo macchina.
Il risultato? Le custodie subacquee tradizionali, dotate dei classici comandi meccanici e dedicate ad un particolare modello di fotocamera reflex digitale, diventano ben presto superate. Dimensioni, funzioni e disposizione dei comandi cambiano velocemente da modello a modello e ci si ritrova, senza l’acquisto di una nuova custodia subacquea, nell’impossibilità di utilizzare le fotocamere più aggiornate.
Questo, a volte, può rivelarsi una vera e propria seccatura per chi ha acquistato una costosa custodia subacquea e che si trova, dopo soli pochi mesi dall’acquisto, nell’impossibilità di scafandrare un nuovo modello di fotocamera. Durante l’attività di fotografo subacqueo mi sono spesso trovato nella necessità di dover aggiornare i miei scafandri per sostituirli con nuovi modelli, in grado di poter ospitare fotocamere più attuali e poterne così gestire le funzioni ed i vari comandi. Uno sforzo economico non indifferente, visto che la maggior parte delle custodie subacquee di qualità ha prezzi di tutto rispetto.
Una custodia in grado di ospitare molteplici modelli di fotocamera reflex
Da tempo ero interessato alla possibilità di impiegare uno scafandro subacqueo in grado di poter alloggiare differenti modelli di fotocamere reflex.
Alcuni anni or sono erano apparsi i primi modelli di custodie subacquee per fotocamere reflex in grado di utilizzare comandi digitali al posto di quelli meccanici. Erano, tuttavia, scafandri progettati per un particolare modello di fotocamera e si rivelarono, ben presto, incompatibili con i prodotti successivi. Mi riferisco, ad esempio, alla custodia Titan della Light&Motion che aveva ottenuto un discreto successo e che permetteva di lavorare in immersione con la prima reflex digitale Nikon, la mitica D100.
Easydive e la realizzazione di un sogno digitale
Grazie a Easydive, dalla quale ho ricevuto in prova la sua nuova custodia Leo II, ho potuto realizzare quanto speravo ed auspicavo da tempo: poter sfruttare diversi modelli di fotocamere digitali, alloggiandole in un unico scafandro subacqueo.
Leo II scafandra Nikon D7000 per degli scatti di macrofotografia con Micro Nikkor 85 mm F3.5G ED VR.
Gli esili idrozoi fotografati con la D7000 gestendo in manuale, tramite i comandi digitali, diaframma e tempo di esposizione.
Qualcosa di veramente innovativo ed unico, una soluzione che offre notevoli vantaggi.
E’ pur vero che nella maggior parte dei casi non si hanno a disposizione tutte le funzioni disponibili con uno scafandro meccanico (a seconda degli allestimenti e opzioni), ma la possibilità di prolungare la vita della custodia, potendola utilizzare con diversi e futuri modelli di fotocamere, può essere qualcosa di veramente interessante.
Il team di Easydive ha lavorato veramente bene: un progetto che è cresciuto negli anni e che oggi è l’unica realtà del settore in grado di offrire un prodotto di questo genere.
L’idea è molto semplice ed ingegnosa: sfruttare la possibilità di connessione digitale USB, offerta dalle fotocamere reflex digitali. Servendosi delle apposite connessioni digitali presenti sulle moderne reflex, differenti a seconda dei modelli e dei marchi, diventa possibile pilotare le principali funzioni della macchina fotografica una volta inserita all’interno della custodia subacquea.
Il sistema è composto da più parti: le due pulsantiere elettroniche permettono di utilizzare le varie funzioni della fotocamera, mentre il dispositivo elettronico FCUSB, posizionato internamente alla custodia, è una vera e propria interfaccia USB in grado di colloquiare con la nostra macchina fotografica. Semplice e pratico ma al tempo stesso altamente tecnologico: all’interno dell’elettronica è presente un particolare software in grado di interagire con la fotocamera ed impartire i vari comandi. Si eliminano di fatto quasi tutti i comandi meccanici, rimuovendo così anche le possibili vie d’acqua.
Le due pulsantiere della Leo II. Quella di destra permette la messa a fuoco lo scatto, la gestione dei tempi e diaframmi, la gestione della sensibilità ISO ed il cambio della modalità di scatto. Quella di sinistra gestisce i comandi video e, a seconda del modello di fotocamera altre importanti funzioni. Con Nikon D300s ho trovato molto utile la gestione del punto di messa a fuoco in modalità “messa a fuoco a punto singolo”.
Al momento dell’acquisto sarà implementato il “firmware” in grado di interfacciarsi con la nostra fotocamera ma, attraverso un semplice aggiornamento software, si potranno pilotare nuovi e differenti modelli di fotocamera. Qualcosa di realmente innovativo che ho potuto verificare sul campo grazie ad una Leo II del tutto particolare: una custodia dotata di una elettronica dimostrativa, in grado di poter comandare molteplici modelli di fotocamere reflex.
L’interfaccia USB denominata FCUSB: l’elettronica che gestisce le pulsantiere e che tramite l’aggiornamento del suo firmware permette di comandare differenti modelli di fotocamere reflex.
I due connettori rispettivamente per il terminale remoto a 10 poli Nikon e per la presa USB.
La macrofotografia subacquea per i primi test in mare
La macrofotografia subacquea è da sempre una mia grande passione. La macchina fotografica è lo strumento ideale per scoprire il piccolo ed emozionarsi nel conoscere nuove forme di vita, piccoli esseri viventi che non avevi mai incontrato e fotografato.
Per questo motivo ho deciso di provare la Leo II utilizzando tre diversi corpi macchina Nikon ed alcuni tra i vari obiettivi micro Nikkor: il nuovo micro Nikkor 60 mm F2.8G AF-S, l’apprezzato Micro Nikkor 105 mm AF-S VR e l’ultimo nato in casa Nikon, il micro Nikkor 85 mm F3.5G ED VR.
Tutti obiettivi di grande qualità, in particolare le ottiche con sistema di stabilizzazione VR, che ho potuto sfruttare al massimo con diverse fotocamere quali la mitica e, per me, intramontabile D300, la performante D300s e la nuovissima ed entusiasmante Nikon D7000.
Qualcosa di unico che mi ha permesso, sfruttando le peculiarità della custodia Leo II, di utilizzare un modello di fotocamera differente ad ogni immersione.
Il rosa ed il bianco della sgargiante livrea di questa esile Planaria rosa fotografati con Nikon D300.
Livrea gialla e nera per questo esemplare di Pesce peperoncino ritratto con Nikon D300s.
La preparazione dell’attrezzatura fotosub
La Leo II si è rivelata molto semplice sia nel suo utilizzo che nell’allestimento pre-immersione.
Easydive, per ogni modello di fotocamera compatibile (consultare il sito web il file PDF per la lista completa), ha progettato una speciale base adattatrice che si avvita alla fotocamera tramite l’aggancio universale per il treppiede. Tale base permette di inserire, tramite due appositi perni, la fotocamera all’interno della custodia.
In pochi minuti sistemo le due batterie stilo che alimentano l’elettronica interna della custodia, collego i cavi elettrici che permettono lo scambio dati tra custodia e fotocamera, fisso la basetta del connettore esterno sulla slitta del corpo macchina, accendo la fotocamera e chiudo lo scafandro tramite i 3 ganci di sicurezza posti sulla parte posteriore. Sul dorso, infatti, sono sistemati i ganci di chiusura della custodia mentre al centro è presente una grande finestra in policarbonato che permette di visualizzare con tutta comodità il display e l’oculare della fotocamera una volta in immersione.
Easydive ha pensato a tutto: per aumentare la visibilità tramite l’oculare della fotocamera, qualora non si voglia sfruttare la comoda funzione live view, è disponibile un utile accessorio. Si chiama Easy-finder e si applica direttamente sull’oculare della nostra reflex. Si inserisce al posto del proteggi oculare in gomma ed è in grado di magnificare in maniera evidente l’immagine che andremo a visualizzare tramite il plexiglass del dorso dello scafandro.
L’Easy-finder montato sull’oculare della Nikon D300s. Questo accessorio opzionale viene inserito al posto del proteggi oculare in gomma e, una volta chiuso il dorso della custodia Leo II, ci permette di inquadrare con facilità i nostri soggetti.
Per i più esigenti, Easydive ha previsto anche la possibilità di installare uno speciale oculare magnificatore esterno, ottenendo così risultati ancora più evidenti. Il vantaggio offerto dall’Easy-finder è indubbio: saremo in grado di sfruttare la sua capacità magnificatrice con diverse fotocamere senza dover effettuare modifiche sostanziali alla custodia. L’applicazione di un oculare esterno richiede quasi sempre la modifica del plexiglass rendendo così incompatibile il suo utilizzo con modelli di fotocamera che presentano dimensioni e oculari interni differenti.
Bastano, quindi, poche operazioni e si è pronti ad andare in acqua. Ancora alcune verifiche: fotocamera accesa ed un rapido controllo per accertarsi che le impostazioni del menu siano tali da permettere la gestione tramite le pulsantiere digitali (le impostazioni possono variare a seconda del modello di fotocamera). Si avvita il cavo del flash sul connettore della custodia (la Leo II è dotata di un apposito connettore in standard Nikonos), si blocca il braccetto telescopico all’apposito sostegno sulle maniglie e si controlla che i led delle pulsantiere lampeggino di verde: siamo pronti all’immersione.
In immersione subacquea con la Leo II
Lo scafandro non ha dimensioni esagerate, nonostante sia leggermente più ingombrante di una custodia meccanica dedicata ad un particolare modello di fotocamera. La necessità di poter ospitare diversi corpi macchina, con ingombri anche molto diversi tra loro, ha obbligato Easydive a mantenere un certo volume interno.
In acqua, utilizzando l’oblò macro, la custodia è leggermente negativa, sia con il micro 60 mm che con il 105 VR, obiettivo che scafandro utilizzando l’apposito anello di prolunga. La prima sensazione è molto buona: il suo trasporto è confortevole e le maniglie con le due pulsantiere elettroniche sono molto comode, i comandi sono facilmente accessibili.
Mi trovo all’Isola d’Elba e, nel mese di aprile, l’acqua è ancora abbastanza fredda. Per questo motivo indosso dei guanti in neoprene da 5 mm: non ho nessun problema ad utilizzare i vari comandi e questo grazie alla semplice disposizione dei pulsanti, facilmente raggiungibili dalle dita non appena si impugnano le maniglie laterali. Il comando laterale a manopola, utile con le ottiche zoom o per la messa a fuoco manuale, è facilmente accessibile: per poterlo utilizzare occorre, naturalmente, montare il particolare accessorio a ghiera che si adatta ai vari tipi di lenti. Nel mio caso, invece, lavorerò in completo autofocus.
Pochi minuti e mi trovo assorto in una delle attività subacquee che preferisco: la macrofotografia. L’immersione si svolge in pochi metri d’acqua, l’ambiente è quello tipico del mediterraneo: zone rocciose si alternano ad un fondale sabbioso che lascia spazio a vaste praterie di Posidonia oceanica.
I primi scatti con la Leo II. I pulsanti funzionano correttamente ed è facile effettuare le inquadrature.
Il risultato ottenuto: un Pesce peperoncino giallo, un maschio, mi osserva e mi controlla attraverso la lente dell’oblò piano. E’ un po’ come se ci guardassimo direttamente negli occhi, da quanto siamo vicini.
Inizio con alcuni semplici scatti: un esemplare di Anemone di mare (Anemonia sulcata), che osservo ormai da alcuni anni, è un ottimo punto di partenza. La fase di messa a fuoco è precisa e veloce: la D300s, che utilizzo nella prima immersione, mette a fuoco velocemente e con precisione. Il pulsante di messa a fuoco e di scatto (pulsante rosso della pulsantiera di destra) ha una risposta rapida e precisa. Le incertezze, che avevo riguardo le funzioni digitali di messa a fuoco e di scatto, prima di provare la Leo II in acqua, svaniscono. Non noto quasi nessuna differenza passando da una custodia meccanica alla modalità di scatto digitale della Leo II.
Fotografando l’Anemone di mare. Tramite la pulsantiera di sinistra gestisco comodamente il diaframma e poi mi preparo allo scatto.
Il risultato ottenuto: buona l’esposizione e buona la messa a fuoco con al centro il piccolissimo crostaceo della famiglia dei Misidacei.
Il sistema risponde bene e la pressione del pulsante di scatto mi regala le stesse sensazioni del comando meccanico: messa a fuoco e successivo scatto, impeccabile. A volte sfrutto il pulsante di messa a fuoco (pulsante laterale rispetto a quello di scatto) per preparare l’inquadratura, successivamente sposto il dito sul pulsante di scatto e registro l’immagine. Tutto funziona normalmente come se stessi utilizzando il comando di una custodia meccanica. Una modalità veramente efficace che ho preferito a quella secondaria, attivabile tramite la pulsantiera. Questo sistema, inseribile attraverso la pressione continua per circa 10 secondi del pulsante di messa a fuoco, permette di gestire in maniera differente il comando di scatto: premendo il pulsante si effettua la messa a fuoco, rilasciandolo si scatta la fotografia.
Se la funzione di messa a fuoco e di scatto si sono rivelate molto precise, analogamente la possibilità di cambiare, in modalità di scatto manuale, il tempo di posa ed il diaframma è quasi un gioco da ragazzi. Gli appositi comandi sulla pulsantiera di destra mi permettono di salire e scendere ad ogni loro pressione: due pulsanti gestiscono il diaframma, altri due il tempo di posa. Un rapido controllo dei parametri di scatto tramite l’oculare della macchina fotografica, per verificare le impostazioni, e posso dedicarmi con tranquillità all’inquadratura. La custodia in dotazione, essendo un modello adattabile a molteplici fotocamere, non è predisposta per l’utilizzo del pulsante “Info”, comodo per poter visualizzare le informazioni di scatto sul display della D300s e della D7000: ne sento un po’ la mancanza. Poco male, utilizzo la visualizzazione tramite l’oculare. Nel caso decidessi di utilizzare prevalentemente solo questo corpo macchina, potrò fare implementare, anche in un secondo momento, l’apposito pulsante meccanico, comando che verrà aggiunto facilmente grazie alla presenza del plexiglass posteriore, e … perché no … anche altri pulsanti che riterrò utili.
Dopo un’ora di immersione mi accordo che i risultati sono davvero incoraggianti. La custodia è ben bilanciata: il brandeggio del flash (un YS-110 Alfa della Sea&Sea), utilizzato in modalità manuale, è semplice. Grazie ai comodi ed efficaci bracci in carbonio (Easy-Carbon) posso sfruttare il lampeggiatore nelle angolazioni migliori, mentre a destra utilizzo una torcia a led come luce di messa a fuoco e di riempimento. Bello ed utile il nuovo treppiede: è composto dagli stessi elementi dei braccetti snodabili del flash e viene fissato alla custodia tramite apposite slitte posizionate sotto le maniglie, un’idea che avevo proposto in prima persona e che è stata accolta favorevolmente dai tecnici di Easydive. Questo accessorio mi permette di posare la custodia sul fondale e di lavorare in tutta tranquillità, facendo sempre attenzione a non arrecare danno al fondale marino.
Il treppiede con i braccetti in carbonio è veramente utile: formato da due distinti sistemi di appoggio con due bracci, mi permette di posizionare la custodia e di dedicarmi con precisione all’inquadratura. Notare la precisa inclinazione a 45° del flash e la focus light posizionata in maniera diametralmente opposta. I braccetti in carbonio e le clampe Easydive permettono un facile brandeggio.
Dopo i primi approcci incomincio a sfruttare al massimo le varie possibilità di controllo e, grazie ai comandi della pulsantiera di sinistra, gestisco al meglio il punto di messa a fuoco spostandolo a seconda della necessità.
Lavoro quasi sempre in manuale: posso così gestire i parametri di scatto più importanti, il tempo di posa e il diaframma, tutto a mio piacimento. Diventa molto facile poter aumentare o diminuire la profondità di campo lavorando sui diaframmi ed ottenere l’esposizione migliore tramite successivi aggiustamenti della potenza del flash e del tempo di posa.
Per completezza provo ad utilizzare differenti modalità di scatto. La pulsantiera di destra funziona correttamente: sfruttando in contemporanea due tasti, posso passare velocemente dalla modalità manuale alla priorità dei diaframmi o ancora a quella della priorità dei tempi.
In questo caso i pulsanti corrispondenti ai diaframmi e ai tempi, a seconda della modalità di scatto impostata, comandano la funzione di compensazione esposizione, utilissima per ottenere i risultati migliori. Il tutto è semplice ed intuitivo come cambiare la sensibilità ISO, operazione che effettuo sempre tramite la pulsantiera di destra, permettendomi così di avere sotto controllo tutte le funzioni della fotocamera che utilizzo più spesso durante la fotosub.
L’oblò piano, in dotazione con la Leo II, funziona bene. Permette scatti ravvicinati con tutte le ottiche micro Nikkor e rimango impressionato per la nitidezza e la qualità delle immagini che riesco ad ottenere.
L’Oblò piano in dotazione funziona correttamente con tutti gli obiettivi Nikkor che ho utilizzato. Attenzione ad usare gli anelli adattatori progettati appositamente da Easydive, sono degli accessori indispensabili per adattare l’oblò alle varie lunghezze dei diversi obiettivi, ad esempio nel caso dell’obiettivo 105 VR.
Con il nuovo micro Nikkor 105 VR utilizzo l’extension 40: è un pratico anello di prolunga che sfrutta lo stesso attacco a baionetta degli oblò Easydive. Il suo montaggio è semplice, intuitivo ed i risultati sono ottimi. Fotografare soggetti come spirografi, piccoli nudibranchi, vermi piatti ed invertebrati diventa facile e divertente. Mi attardo, ad esempio, a fotografare una piccola Cratena peregrina intenta a cibarsi dei polipi di esili idrozoi. La gestione dei comandi è istintiva e mi permette di focalizzare l’attenzione sull’animale e sull’inquadratura. Utilizzo i pulsanti senza togliere lo sguardo dall’oculare, chiudo ancora un po’ il diaframma e scatto l’ennesima macrofotografia.
Un piccolo esemplare di Cratena peregrina fotografata con il Micro Nikkor da 60 mm. L’esposizione è corretta e la messa a fuoco risulta impeccabile.
Due immagini ravvicinate che ritraggono lo stesso esemplare mentre si ciba su alcuni esili idrozoi. L’Easy-finder mi permette di verificare attentamente la messa a fuoco. Attraverso la corretta gestione della profondità di campo cerco di mettere in evidenza la testa dell’animale che presenta le vistose macchie arancio, proprio davanti ai rinofori.
Allo stesso modo provo a fotografare un affascinante esemplare di Madrepora cuscino, Cladocora caespitosa. La sfida si fa interessante e, sfruttando le capacità di messa a fuoco del nuovo Micro Nikkor 85 mm, riesco ad ottenere un’immagine ravvicinata degli esili tentacoli dei polipi di questa madrepora tipica del Mediterraneo.
Madrepora cuscino del Mediterraneo: una fantastica colonia di piccoli polipi corallini, siamo già nel piccolo ma possiamo fare di meglio.
Spingersi nel dettaglio: qualcosa di entusiasmante e magico. I piccoli tentacoli dei polipi della madrepora cuscino ripresi con Nikon D7000.
Come scafandrare diversi corpi macchina con una sola custodia
Finisco l’immersione: appena il tempo di asciugare la custodia, aprirla ed inserire una diversa fotocamera e sono già pronto ad un secondo tuffo.
La curiosità è tanta ed oltre ad utilizzare da subito D300 e D300s provo anche la nuovissima Nikon D7000.
Lo scafandro in dotazione, con Nikon D7000, permette l’utilizzo della modalità “Live view” e della funzione video, il tutto tramite appositi pulsanti meccanici, che non interferiscono minimamente con la D300 e la D300s.
Anche in questo caso la Leo II funziona perfettamente: il software interno riconosce immediatamente la fotocamera ed i comandi digitali sono subito disponibili.
Gli scatti in macrofotografia sono splendidi, mentre la modalità “Live view” mi permette di effettuare inquadrature impensabili. In alcuni casi, fotografare uno spirografo può essere complicato, in quanto l’animale è particolarmente timido e sensibile ai cambiamenti di pressione dell’acqua circostante. Allungo solo le braccia ed avvicino molto lentamente la custodia, sfruttando la possibilità di inquadrare il suo ciuffo branchiale tramite il monitor della D7000. Nei primi scatti fotografo solo una piccola parte dell’animale che si è inevitabilmente ritratto e nascosto. Dopo qualche minuto di attesa ecco che, finalmente, lo spirografo si esibisce in tutta la sua bellezza ed i suoi colori: si apre lentamente e timidamente permettendomi un ulteriore scatto.
Il ciuffo branchiale di questo splendido spirografo fuoriesce appena dal tubo protettivo che nasconde l’animale.
Restando più distante e sfruttando la visualizzazione tramite la modalità “Live view” riesco dopo qualche minuto di attesa a fotografare lo spirografo durante l’apertura del ciuffo, un attimo magico che fissa nel tempo i colori e la grazia del movimento rotatorio durante la fuoriuscita del pennacchio.
Anche con Nikon D7000 azzardo e mi spingo a riprendere l’estremamente piccolo. Mi perdo una volta ancora tra minuscoli idrozoi del genere Aglaophenia, fotografo e … la sorpresa è sempre lì a pochissimi centimetri per non dire millimetri di distanza da me …
Fotografo per l’ennesima volta dei minuscoli e splendidi idrozoi quando inavvertitamente …
… scopro qualcosa di estremamente piccolo e molto interessante che si nasconde e si muove lentamente tra le minuscole “piume” di una colonia di Aglaophenia (ingrandimento dell’immagine precedente).
Divertente e molto interessante la possibilità di girare video in HD con D7000. In questo caso è possibile gestire la videoripresa tramite gli appositi pulsanti meccanici. Con altri modelli di fotocamere, ad esempio con Canon 550D o 7D, avremo a disposizione, sulla pulsantiera destra, quasi tutte le funzioni video.
Leo II, uno scafandro adatto a professionisti ed appassionati
La custodia Leo II, durante l’utilizzo in immersione, si è rivelata facile comoda e di qualità. Il suo utilizzo è semplice ed intuitivo: permette di poter scafandrare differenti modelli di fotocamere e di gestire le loro principali funzioni tramite pratici comandi digitali. Un vantaggio notevole per chi aggiorna spesso la propria attrezzatura fotografica e non vuole sostituire ogni volta la custodia subacquea. Un acquisto intelligente per chi vuole possedere una custodia in grado di aggiornarsi nel tempo e seguire l’evolversi tecnologico dei nuovi modelli di fotocamere reflex. Un prodotto interessante anche per chi, come il sottoscritto, impiega differenti corpi macchina e vuole avere la possibilità di scegliere il modello più adatto a quel particolare utilizzo, che sia una macrofotografia, una immagine panoramica o una ripresa video in “Full HD”.
La custodia si è dimostrata molto valida e, sebbene i comandi siano limitati rispetto ad una custodia meccanica, tutte le funzioni più importanti ed utili sono accessibili tramite la connessione digitale USB. Un piccolo e necessario compromesso per avere una custodia in grado di ospitare diversi modelli di fotocamera: uno scafandro che potrà seguirci per anni dandoci la possibilità di essere aggiornato con nuovi “firmware” capaci di sfruttare le prestazioni e le funzioni delle future reflex digitali.
Un prodotto per molti aspetti unico che si presenta come uno scafandro di qualità, rivolto sia all’utilizzo professionale che a quello amatoriale. Una custodia che ha superato rigidi collaudi idrostatici fino a -100 metri di profondità (a richiesta “deep test” a -150 metri): un aspetto molto importante per chi si dedica ad immersioni tecniche e per chi fa dell’affidabilità un criterio di valutazione fondamentale.