Esiste un limite al peggio?
Dedico questo pezzo a chi (e mi metto nel mucchio) ha parlato male dello squalo di Spielberg: un mostro freddo e calcolatore con l’obiettivo di mangiare i bagnanti, molto diverso dagli squali che conosciamo.
Ma lo squalo di Spielberg era un bambino! Dopo di lui il cinema americano ci ha propinato squali preistorici che risorgono, squali incrociati con una piovra, squali volanti rapiti da un tornado e scagliati sulle città, o nello spazio (e che continuano ad azzannare gli uomini), e chi più ne ha più ne metta.
L’ultima creazione è Toxic Shark, lo squalo tossico che oltre ad azzannare secerne una sostanza acida che trasforma in una specie di zombie affamato di carne umana chi ne sia colpito. Godetevi il trailer.
La sinossi ufficiale recita:
Un rifugio tropicale per single prende una piega terrificante quando gli ospiti realizzano che uno squalo velenoso infesta le acque circostanti. Non solo questo squalo tossico farà a pezzi le sue vittime, ma usa anche l’acido come un proiettile per cacciare … dentro e fuori dall’acqua!
La domanda giusta sarebbe “perché?”. Ma evidentemente questi film hanno successo, evidentemente qualcuno li guarda, se no il filone si esaurirebbe da solo. E invece va avanti.