L’oceano spesso ci nasconde sotto la sua superficie cose che sarebbe meglio per noi conoscere. Un mare apparentemente calmo può nascondere correnti di direzione e forza inaspettate.
C’è corrente? Per molti sub una drift-dive comodamente trasportati dalla corrente lungo una parete è perfetta: nessuna fatica, la parete e i pesci scorrono come un film, a fine immersione la barca viene a prendere i sub. Ma cosa succede quando la corrente ci porta dove non vorremmo andare, per esempio verso il fondo, o verso la superficie?
Nell’arcipelago di Bunaken, Indonesia, c’è un punto di immersione chiamato Batu Kapal, all’isola di Nain, che non si fa spesso proprio perché è un tuffo molto impegnativo. Con un poco di corrente si scende in drift fin dove il reef cambia direzione, e a 35 m di profondità un canyon stretto separa la parete da una roccia a forma di nave (Batu Kapal significa proprio questo, in Indonesiano). In condizioni normali si può scendere in fondo al canyon, percorrere un tunnel e affacciarsi sull’abisso all’esterno, dove a volte si possono vedere gli squali martello.
Se la corrente è normale, perché non è infrequente a Batu Kapal incappare nel fenomeno detto dalle guide indonesiane “washing machine”, cioè della lavatrice. Che peraltro a volte si manifesta anche in altri siti di immersione dell’arcipelago.
Si raccontano storie di sub morti per essere stati improvvisamente sospinti giù, da 40 a 100 m (in aria), e poi su verso la superficie, con pallonata dovuta all’espansione dell’aria nel GAV, e arrivo in superficie già privi di coscienza.
Le correnti verticali semplicemente spingono in verticale, in su o in giù, con forza variabile. Come gestirle?
Il primo segnale ce lo dà la posizione dei pesci, che nuotano controcorrente, a testa in su. Quando li vediamo in verticale, che si affannano con colpi di coda rapidi e non riescono ad avanzare, allora possiamo iniziare a preoccuparci.
Le bolle emesse da noi e dagli altri sub ci danno un altro segnale. Una corrente discendente forte può fermare la normale risalita delle bolle, e addirittura sospingerle verso il basso. Ma ormai è tardi, ci siamo.
Generalmente una corrente verticale ha un fronte limitato, è come un fiume, e il sub può nuotare attraverso la corrente fino a raggiungere una zona di calma. Il sistema più semplice per affrontare una corrente discendente è di stabilire galleggiamento positivo (aria nel GAV) e poi nuotare verso l’alto e verso il largo, con un angolo di 45°, pronto a scaricare il GAV appena il movimento verso il basso cessa, per evitare la pallonata.
A questo punto controlliamo il computer (per un eventuale deco) e il manometro (potremmo aver consumato più del dovuto, per l’affanno e per essere andati più in profondità del dovuto), e risaliamo alla velocità prevista.
Se esauriamo l’aria prima di aver finito la deco, e il nostro compagno non è visibile, dovremo saltare la decompressione. Una volta in barca dovremo subire un trattamento contro la MDD, ma ricordiamo che non ci sono trattamenti per l’annegamento.
Essere spinti improvvisamente verso la superficie è quello che può capitare se siamo presi da una corrente ascendente. In questo caso dobbiamo ricordarci di mantenere aperte le vie aeree, per evitare la sovradistensione polmonare, stabilire galleggiamento negativo, lasciare la parete con un angolo di 45° verso il fondo.
Personalmente ho lavorato per anni a Bunaken, e, sebbene facessimo del nostro meglio per evitare la condizioni che sappiamo possono promuovere le lavatrici in certi siti, che conoscevamo bene, mi è capitato a volte di essere preso da correnti discendenti o ascendenti, a volte anche accompagnando sub non espertissimi. Non ho mai avuto incidenti, in piccola parte per la reazione pronta, in gran parte per la conoscenza del fenomeno e la prontezza nel prevenirlo, magari cambiando direzione all’immersione quando mi rendevo conto (osservando i pesci) che si preparava la corrente discendente, e mettendo il gruppo al sicuro senza che neanche se ne accorgessero.