Autore: Linda Mugnai
Ma dov’è Mayotte? Mi sono chiesta anch’io quando gli amici francesi mi hanno proposto un soggiorno di 2 settimane…………
Gira che ti rigira su internet, scopro che Mayotte è un’isola delle Comore situata nell’oceano indiano tra il Madagascar ed il Mozambico. Mentre le altre 3 isole sono indipendenti Mayotte, per scelta dei suoi abitanti attraverso un referendum, resta territorio d’oltremare francese.
Oceano indiano??? Bene, allora mi attivo per le immersioni ! questa è stato il mio primo pensiero. nonostante gli avvertimenti di Jean Pierre e Micheline, ‘veterani’ di Mayotte ma comunque solo snorkelisti. Le ricerche su internet infatti si sono dimostrate assolutamente infruttuose: fatto salvo della lista dei diving, di cui se non erro uno solo ha un sito suo, non c’è altro !! idem con patate per: alberghi, ristoranti….e quant’altro. Insomma per farla breve, non esistono info su questo posto!
Non mi dò per vinta, comincio a chiedere a tutti i miei amici francesi sub nonché a comprare riviste tipo ‘plongeurs’ e ‘la plongèe’. Anche su queste trovo poco o niente fino a che, per un colpo di fortuna, incappo ad ottobre in una coppia che ha vissuto là per 4 anni…….e menomale !!! Le loro dritte risulteranno provvidenziali.
Parto da Parigi da sola. Micheline e Jean Pierre sono già laggiù da qualche giorno, e Pascale (un’istruttrice nonché responsabile di un diving a Cap Breton, sulla costa atlantica della Francia…..sostanzialmente un’altra assatanata della subacquea) ci raggiungerà a brevissimo. Atterro su Petite Ile, piccolo tragitto in traghetto verso Grande Ile, e voilà ci siamo. Baci abbracci e voliamo all’ufficio del turismo che è sul porto. Incontriamo per caso il suo responsabile, un francese gentilissimo che confessa le scarse informazioni e le poche strutture per i turisti. Poco male, noi ci siamo e ci restiamo.
A detta di tutti, le immersioni più belle sono a sud est dell’isola. Di queste, ci hanno segnalato la pass en S, la pass Badrelè, la pass Saziley, la pass Bateau, e la pass Boueni.
Prima tappa all’hotel Sakouli, uno dei 3 ‘grandi’ di Mayotte, costa sud est.. L’albergo è bello, il diving (Sud Explo) è all’interno. Come al solito c’è il grande vantaggio di scendere semplicemente le scale ed essere sul posto, nonché lasciare tutta l’attrezzatura al centro. È gestito da un francese gentilissimo e ultra disponibile che fa tutto da solo.
Il gommone è sulla spiaggia, ci carichiamo la bombola sulle spalle e andiamo. La Pass en S è costellata di boe che segnalano le diverse immersioni da fare, facciamo subito la no. 9. si tratta effettivamente di una pass; alle pareti piuttosto scarne ci sono delle gorgonie gigantesche (tipo Isole Brothers in mar rosso); sui 40 mt c’è un pianoro di sabbia costellato di ‘patate’ (come le chiamano i francesi), cioè piccoli scogli strapieni di coralli e di pesciolini di barriera. Molto colore, molta vita…e molta visibilità !! L’acqua poi è calda (circa 29), io e Pascale faremo sempre immersioni lunghissime.
L’indomani Axel ci porta sulla Pass Bandrelè, all’Arco. È sempre una parete ma non eccezionale. Le gorgonie sono molto più piccole rispetto all’immersione del giorno prima, però incrociamo 2 aquile di mare nel blu. L’arco è carino, sui 30 mt, ma il fondale è completamente ricoperto di coralli morti. Idem quando siamo tornati sul gommone; sui 10 mt c’era una barriera spettacolare di coralli ombrello giganteschi, morti ci dicono, a causa del riscaldamento dell’acqua 2 anni fa. Da piangere. Ho visto che c’è ricrescita, ma la cosa sarà lunghissima, e speriamo bene !
Pass en S, boa no. 3, Merou Palace. Immersione spettacolare, forse la più bella che ho fatto a Mayotte e dove ho visto più cose. Come sempre, innanzi tutto il piacere della bellissima visibilità e dell’acqua calda; poi una botta di fortuna, le cernie in riproduzione ! Il paesaggio è più o meno sempre lo stesso: la solita parete che termina in un bassofondo di sabbia. La sabbia però è bianchissima, le patate sono bellissime e coloratissime e……le cernie giganti (dai 100 kg in su) ci volteggiano intorno. Io e Pascale restiamo incantate per molto tempo, immobili come due statue per non disturbare. Guardiamo attentamente gli scogli sdraiandoci sulla sabbia, è un piacere per gli occhi e lo spirito; oltre ai miliardi di anthias e pesci vetro, incappiamo nei buffissimi pesci foglia. Axel minaccia di lasciarci in mezzo al mare, a bombole quasi finite e molto a malincuore risaliamo.
Cambiamo zona e albergo; stavolta siamo al Jardin Maorè, sulla spiaggia di N’Gouja. Gran bell’albergo (caro assatanato), bungalow sulla piaggia e all’interno di un magnifico giardino (pieno di lemuri che ci fregano tutto ed ai quali portiamo costantemente cibo!!), il diving fa parte della struttura. C’è una grande laguna di fronte alla spiaggia dove, per la gioia dei nostri compagni di avventura, pascolano indisturbate tantissime tartarughe. Sono monitorate costantemente da guide ufficiali e, per non disturbarle, bisogna seguire un percorso in mare segnalato da boe. Nidificano proprio sulla spiaggia, un nido è addirittura all’entrata del diving ! il giorno dopo, prima di partire per l’immersione, vedremo una lunga fila di tartarughine correre verso il mare, che fortuna !! il diving stavolta è una fabbrica, tanti sub e tanti istruttori (poco simpatici per altro). La prima immersione è molto molto deludente, la Pass Bateau: la parete è pressoché vuota, e termina nel solito pianoro di sabbia, peraltro nemmeno bella. alla fine dell’immersione sul cappello c’è qualche corallo, ma proprio non ci siamo. Esco dall’acqua che sono una iena, perdere tempo così mi manda in bestia; solita discussione con la guida, che si giustifica dicendo che questo era il miglior modo per farla….mah…sarà…..
Il giorno dopo partiamo per la Pass Sada, piuttosto bella con molti coralli in parete, pochi pesci è vero, ma ci regala il famoso spettacolo di milioni di anthias sullo sfondo blu. Al fondo grosse gorgonie si muovono pigre con la lievissima corrente.
Ci stufiamo presto del diving, non ci piace molto l’atmosfera, altre immersioni belle non ce ne sono, telefoniamo ad Axel e torniamo al Sud Explo. Ritorniamo sulla Pass Bandrelè, questa volta andiamo nel mezzo e non in parete; le patate ci regalano il solito spettacolo, stavolta con le grandi murene leopardo ! Pass Saziley Nord, il giorno dopo, ci offre più o meno le solite cose.
Saliamo verso nord. Proviamo un altro diving, tanto per sperimentare nuove immersioni, l’Happy Divers a Boueni. Il diving è nuovo di pacca, la coppia di francesi molto simpatica; il sito Cocaine è simile agli altri, pianoro di sabbia, patate. Niente di straordinario se non 2 pesci foglia rosa stupendi.
Ci muoviamo ancora, ultima tappa Trevani a nord est. Il tempo stringe, ce ne resta davvero poco, a Pascale soprattutto che partirà prima di me. Anche qua l’albergo è bello (e caro), il diving è all’interno. La coppia che lo gestisce è formata da un argentino che, avendo lavorato per la Valtour e avendo vissuto a Milano (ah l’amore!) parla perfettamente italiano. La dolcissima moglie Vanessa è francese e per adesso gestisce la parte burocratica. Lavorano là da poco, quindi Gustavo è in acqua dalla mattina alla sera per cercare nuovi siti. Facciamo le ultime 6 immersioni con loro: Choizil (le isole a nord di Mayotte), no name, 2 immersioni fuori la barriera, Les Patates Noires ed Everest. Segnalo solo le ultime 2: le Patates Noires sono giust’appunto grandi patate, con la particolarità che sono interamente coperte da enormi tralci di corallo nero, alti come una persona. Non ho mai visto niente del genere in vita mia, siamo veramente rimaste a bocca aperta, sembrava di essere su un altro pianeta. La seconda invece è famosa per i nudibranchi; in realtà ne ho visti solo 2, e dei più comuni, ma la pazienza ci ha premiati ed abbiamo incrociato un verme piatto (chiedo venia per i nomi) piuttosto grosso, bianco, con i bordi e le creste azzurre. Una meraviglia, ci siamo guardati e con gli occhi ci siamo detti che potevamo finirla lì e risalire.
Conclusione: Mayotte è un posto assolutamente sconosciuto per noi italiani, e non facile, perché non ci sono sufficienti strutture alberghiere (fatta eccezione per i 3 grandi alberghi….. grandi in tutto purtroppo !). Ci sono molti diving, ma pochissimo pubblicizzati anche sui portali francesi, quindi impossibile verificare e/o prenotare. È territorio francese ed è molto francesizzata (prezzi inclusi)…..con i pro e contro che ciò implica (tutto è gestito da expatiates). Purtroppo la barriera è rovinata dal riscaldamento dell’acqua, ed a dicembre non c’è passaggio di pelagici o balene. Certo è che la visibilità è eccellente, si sta in costume da bagno e ciabatte dalla mattina alla sera, è oceano indiano, e l’acqua è 30 gradi ! per chi avesse tempo e voglia di conoscere questo angolo sperduto, consiglio di prenotare un’auto e di partire all’avventura, perché il tempo passato a fare ricerche su internet è pressoché perso.
Ho portato con me 1.000 depliants cartine pubblicità etc etc. Come al solito, se avete bisogno di qualche informazione + dettagliata, scrivetemi, vi risponderò appena possibile.
Buone bolle a tutti e alla prossima pazzia!!
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