Autore: Alessandra Cabella
Foto: Adriano Penco
Lunedì 20 dicembre 2010 alle ore 11.00 a Genova, nel Salone da Ballo di Palazzo Reale viene presentata alla stampa e alla cittadinanza una monumentale àncora sommersa, la più grande finora rinvenuta nel Tirreno.
L’àncora è parzialmente sedimentata nel fondale al largo di Porto Pidocchio, comune di Camogli, in zona Area Marina Protetta del Promontorio di Portofino.
Il ritrovamento è avvenuto casualmente in seguito alla segnalazione di Simone Gambazza, presidente della Coop. Pescatori di Camogli, e alla conseguente immersione di Adriano Penco ( fotografo/giornalista ) e Roberto Bacigalupi ( B&B Diving Center) con contestuale denuncia alla Soprintendenza, come previsto dalla legge.
A seguito, la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Liguria tramite l’Ufficio Beni Storici-Artistici Sommersi in collaborazione col Nucleo Operativo di Archeologia Subacquea della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria e i Vigili del Fuoco di Genova, Nucleo Sommozzatori e Sezione Nautica hanno effettuato vari sopralluoghi atti a meglio definire il manufatto tramite misurazioni, rilievi e indagini strumentali.
Allo stato attuale, le eccezionali dimensioni del manufatto della lunghezza di 5,20 metri e alcuni quintali di peso, splendidamente concrezionato da coloratissime spugne incrostanti, ne lasciano intendere l’appartenenza a un’imbarcazione di grosso tonnellaggio inquadrabile tra il tardo medioevo e la fine del XVIII secolo.
Una caracca spagnola
Premesso che gli studi sono ancora in corso e in via d’approfondimento, un dato certo è che, dalla posizione dell’àncora, s’intuisce che la nave era in difficoltà, probabilmente a causa di una burrasca.
E’ obiettivo dell’Ufficio Beni Storici-Artistici Sommersi, attivo da un anno e primo in Italia, preservare e tutelare tutti i beni subacquei di natura non archeologica, comunque in sinergia col Nucleo Operativo di Archeologia Subacquea; anche in ossequio all’ultima Convenzione UNESCO, l’àncora non verrà pertanto rimossa dalla posizione in cui si trova e verrà monitorata e musealizzata con la progettazione di un basamento in metallo anodizzato recante sintetica spiegazione storica e indicazioni sui comportamenti da tenere nei confronti del bene.
Al di là dell’aspetto scientifico (progressione degli studi e opportuno monitoraggio), l’intento è anche di segnalazione del punto come sito d’immersione controllata nel contesto dell’Area Marina Protetta. Attraverso questa opportunità, è intento da parte dell’Ufficio Beni Storici-Artistici Sommersi sensibilizzare il mondo della subacquea ricreativa nei confronti dei beni culturali subacquei, il tutto in collaborazione con gli Enti preporti in termini di sinergetici e trasparenti nel perseguire il pubblico fine culturale.
Grazie a Adriano Penco.
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