Autore: Laura Vernotico
E’ frequente sentire subacquei che al termine di un’immersione dicono: “che mal di testa”, “l’aria della bombola aveva uno strano sapore”, “mi è rimasto sapore di olio in bocca”, “ho avuto tosse stizzosa soprattutto se mi posizionavo a testa in giù”…. Queste parole devono farci riflettere.
Purtroppo non sempre l’aria che respiriamo durante le immersioni è “aria pulita” e la causa può essere dovuta a scarsa manutenzione dell’attrezzatura (erogatori e bombole) o alla scarsa qualità dell’aria delle stazioni di ricarica.
Quello che il sub può “vedere” sono macchie scure su un fazzoletto bianco nel momento in cui lo pone davanti ad un rubinetto aperto di una bombola.
Se andiamo un po’ più a fondo nell’analisi, possiamo osservare ben altro: bombole ossidate all’interno con zone di ruggine, presenza di acqua ed olio sul fondo della bombola, primi stadi arrugginiti, ecc.
Quello che è importante sottolineare è che le zone ossidate /corrose si trovano all’interno, cioè a contatto con l’aria respirabile. Questo significa che l’aria sporca fa più danni della salsedine….l’aria sporca è un vero e proprio agente corrosivo, non solo per l’attrezzatura però, ma anche per i nostri polmoni!
Purtroppo, a parte il controllo iniziale per il rilascio della certificazione necessario per la vendita del compressore, i successivi controlli dei servizi di igiene delle ASL sono molto rari.
A parte i danni visibili all’attrezzatura, quali sono i danni che ne riceve il nostro organismo?
I sintomi avvertiti dal subacqueo in immersione (tosse stizzosa) o subito dopo la riemersione (cefalea) sono attribuibili ad una intossicazione acuta.
I vapori d’olio poi, a livello polmonare, possono generare una polmonite lipoidea (reazione da corpo estraneo che può portare fino alla fibrosi). Pensate che per fare il cambio olio al compressore bisogna usare i guanti protettivi per evitare l’irritazione cutanea da contatto!).
Ma cosa peggiore della polmonite è la possibilità che si sviluppi una neoplasia in quanto, a causa della temperatura sviluppata durante il processo di carica, l’olio subisce delle trasformazioni che ne aumentano il potere aggressivo. Stesso discorso per tossicita’ da nanoparticelle (metalli) sottoposte a flusso pressorio.
La raccomandazione è quella di verificare bene la qualità del gas respirabile che andiamo ad utilizzare per le nostre immersioni.
La normativa di riferimento esiste ma mancano i controlli……. Quando ci si rivolge ad una stazione di ricarica si acquista un servizio e la qualità del gas respirabile deve essere conforme a quello che la legge prevede. Il rischio è quello di danneggiare gravemente l’organismo.
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