Faccio parte di un gruppo sportivo di sommozzatori che praticano attività subacquea a livello ricreativo. Le immersioni non eccedono i 40 metri di profondità e sono sempre in curva di sicurezza. Sono anche in possesso di un brevetto divemaster da circa due anni. Mi è stata recentemente riscontrata un’ernia iatale da scivolamento e sto assumendo un farmaco che aiuti la digestione. Dovrò ripetere l’esame tra due mesi ma, nel frattempo, posso continuare questo tipo di attività subacquea o è meglio sospendere fino a nuovi risvolti? A quali problemi potrei andare incontro se continuassi ad immergermi?
La risposta degli specialisti DAN:
Ove la terapia per l’ernia abbia effetto, e riduca sensibilmente o elimini i sintomi, portando ad una condizione di normalità, l’immersione può essere condotta senza particolari problemi specifici. Trattandosi di ernia da scivolamento, è importante conoscere il parere del gastroenterologo. Se la sua opinione infatti è che non vi sono rischi significativi di incarceramento (in quel caso ci sarebbe rischio di barotrauma per possibile espansione di gas in risalita), allora può ancora immergersi in sicurezza. È importante che sia a conoscenza del fatto che il gas nello stomaco, nei metri in cui è maggiormente sottoposto ad espansione (ultimi 10 metri di risalita circa), accentua il reflusso, e la posizione (in particolar modo se orizzontale) non lo aiuta. Una posizione più verticale potrebbe aiutare ad evitare una possibile sensazione di vomito ed epigastralgia.