Quella delle immersioni con gli squali è diventata una vera e propria industria che produce entrate multimilionarie.
Immersioni in gabbia con lo squalo bianco in Sud Africa e a Guadalupe, shark feeding alle Bahamas, alle Fiji, in Messico, immersione con banchi di squali martello a Coco o alle Galapagos… Tutte esperienze adrenaliniche, ma qualcuno ha mai pensato al punto di vista dello squalo?
Il subacqueo sa bene che di solito lo squalo si allontana se vede folla, piuttosto che unirsi alla festa. Bene, scienziati della UC Santa Barbara e della Florida International University hanno cercato di vedere, in un lavoro pubblicato dalla rivista Marine Ecology Progress Series se le interazioni ripetute possano modificare il comportamento degli squali. Vale a dire: la presenza continua di subacquei porta gli squali a cambiare aria, alla ricerca di acque più tranquille?
Il punto di vista dello squalo
Il lavoro si è svolto a Palmyra, un remoto atollo nel Pacifico centrale, a nord di Kiribati, con popolazioni di squali sane e dove la pesca è vietata, proprio per escludere che gli squali fossero esposti ad azioni diverse dalla semplice osservazione.
Il risultato di 80 ore di filmati è che l’interazione tra uomo e squalo non produce effetti a lungo termine. Quindi un turismo ben gestito non avrebbe impatto negativo sulle popolazioni degli squali, gli squali non smettono di frequentare una zona perché ci vanno anche i sub, e anzi si avvantaggiano da eventuali norme di protezione emanate per proteggere quella che sta diventando un’importante risorsa turistica.
Qualche anno fa avevamo raccolto opinioni contrastanti in un film di 15 minuti che vi ripropongo, se avete voglia di seguirlo:
E voi che ne pensate? Diteci il vostro parere.